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Figli di coppie omogenitoriali, interviene ancora l’Ue

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La leader della destra italiana, Giorgia Meloni, e il suo governo hanno deciso di bloccare le registrazioni dei figli di genitori dello stesso sesso, causando così un duro scontro con l’Unione Europea che interviene e ribadisce il diritto dei figli omogenitoriali: “Stati membri obbligati a riconoscerli”

Figli di coppie omogenitoriali, interviene ancora l’Ue

  • In breve
    • Il nostro paese, con la scelta della Meloni, sembra, ancora una volta, voler far parlare di sé in Europa per le scelte politiche anti-LGBT che lo espongono alle critiche dell’UE, che ha già in passato richiamato il nostro paese per le scelte scellerate in questo ambito, analizzando la situazione, critica le scelte della politica italiana ed è intervenuta, nuovamente, per ribadire l’obbligo dei Paesi membri di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso, dopo lo stop delle registrazioni voluto dalla Meloni.

La politica italiana ha dimostrato ancora una volta di non avere una visione moderna e inclusiva riguardo alle tematiche di genere per cui l’UE è dovuta intervenire per ribadire l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso e richiamare quindi l’Italia al dovere di riconoscere questi diritti, sostenendo che tutti gli stati membri sono obbligati ad adottare politiche che promuovano l’uguaglianza e il rispetto per le differenze.

A questo punto, è importante che la classe politica italiana prenda coscienza dell’importanza di garantire i diritti e il riconoscimento delle figure familiari di tutte le famiglie, senza discriminazioni di sorta.

In alcuni casi però, come riporta TGSky24, le reazioni dei primi cittadini che hanno deciso di impugnare la legge sono state diverse, evidenziando il “vuoto normativo” al riguardo.

Dove si possono ancora registrare i bambini omogenitoriali

Ancora oggi, quindi, è possibile iscrivere i bambini agli uffici di stato civile nelle grandi città come:

Bologna, dove il Sindaco Matteo Lepore assicura che “si continueranno a trascrivere i certificati di nascita”.

Milano e Firenze, i rispettivi sindaci si sono detti pronti a ripartire, mentre Roma e Torino, per bocca dei sindaci Gualtieri e Lo Russo, si sono attivati per tutelare i figli delle coppie omosessuali e fare pressioni sul governo affinché approvi una legge.

TREVISO – L’appoggio alla causa lo ha fornito anche il sindaco leghista di Treviso Mario Conte, primo cittadino da 5 anni e prossimo alla ricandidatura per il centrodestra ha dichiarato:

    • “Bisogna dare risposta a queste famiglie: non esistono figli di serie A e di serie B perché qui si parla di figli, di persone e del registro dell’anagrafe. Non bisogna creare discriminazione”,

FINALE LIGURE – Anche i comuni più piccoli si sono fatti sentire, come il primo cittadino di Finale Ligure, Ugo Frascherelli, che ha dichiarato:

    • “Il tema è dare ai figli dei genitori, non fare la morale”

ALBENGA – Sempre in Liguria, anche il sindaco di Albenga, Riccardo Tomatis, ha sostenuto la necessità di una legislazione in merito, perché

    • “non avere una legge che normi questo importante tema sarebbe un passo indietro nella civiltà e nell’emancipazione”

SAVONA – Un discorso simile lo ha fatto anche il primo cittadino di Savona Marco Russo, che ha evidenziato:

    • “La registrazione non dipende dalla nostra volontà politica ma è una questione amministrativa che dipende dalle norme vigenti: per questo serve un’azione parlamentare volta a tutelare l’identità familiare”

MIRA – Anche Marco Dori, sindaco di Mira, un piccolo comune dell’hinterland veneziano, ha mostrato la stessa volontà di proseguire la battaglia continuando le trascrizioni:

    • “Dobbiamo sempre pensare ai bambini, al loro bene, non dobbiamo avere dubbi nel dare loro e alle loro famiglie pari opportunità e dignità.
      Mi sono messo nei panni di questi genitori e ho capito che è un atto d’amore. Ricordiamo sempre che stiamo parlando di bambini veri, che vivono e crescono in mezzo a noi, ma che la burocrazia vorrebbe diversi”,

TRENTO – Anche la città di Trento non sembra seguire la politica governativa: mentre a Milano il sindaco Sala denunciava il tentativo di bloccare la registrazione da parte del governo, il primo cittadino del capoluogo trentino Franco Ianeselli ha registrato un atto di nascita di una bambina con due madri in qualità di ufficiale di stato civile


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