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De Laurentiis: “Koulibaly ancora più umiliato, il calcio si vergoni”

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l presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano de Il Mattino, in sui si sofferma sulla vicenda di Koulibaly in seguito ai cori razzisti durante il match contro l’Inter.

La squalifica di Koulibaly non è stata cancellata. Un’occasione persa.
“Anche stavolta il sistema, inteso come organizzazione, ha dimostrato di non sapere cambiare, e ha preferito punire la vittima piuttosto che il carnefice. Se andiamo avanti così, il calcio rischia seriamente di implodere, visto che questo è il modo migliore per farsi del male da solo.Mi vergogno di essere parte di questo sistema dal quale uscirò molto in fretta se la Figc non adotterà misure drastiche, usando il pugno di ferro contro il razzismo. E Koulibaly viene ancora più umiliato da questa vicenda. Sono offeso per lui. La Corte d’Appello ha invece preferito applicare le leggi, quando avrebbe dovuto interpretarle: ed è questa una decisione che è un’altra dimostrazione di cecità e di immaturità”.

Koulibaly ha colpito la stessa Corte raccontando la notte di Milano.
“Era toccato, commosso, colpito nella sua personale sensibilità, la sua e quella della sua famiglia. La sua capacità espositiva è stata esemplare, perché ha avuto dovizia di particolari. E mi spiace davvero che non sia riuscito ad avere giustizia”.

A San Siro non c’era: ma se fosse stato sugli spalti, avrebbe ritirato la squadra o sarebbe cambiato qualcosa?
“No, non avrei ritirato la squadra. Io conosco le debolezze del nostro calcio e ho accettato di giocare con queste regole. Anche se queste sono delle regole sbagliate. Ma questo non mi impedisce di fare una battaglia affinché queste regole diventino moderne”.

Dal 26 dicembre in tanti hanno detto la propria opinione. Cosa l’ha colpita di più?
“Le tante chiacchiere dalla sera di San Siro in poi ribadiscono la necessità di azzerare il calcio. Il sottosegretario Giorgetti smetti di pensare al Southampton e cominci a immaginare nuove norme, perché quelle vigenti in questo Paese risalgono al 1981. Ci sarebbe da chiedere allo Stato, come calcio italiano, una sorta di risarcimento per la mancanza di queste nuove regole”

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