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Castellammare di Stabia

Cosa rende la città di Napoli così affascinante?

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l sole, il mare, il golfo, il Vesuvio, il cibo, il calcio, la storia, la cultura, l’arte potrebbe essere una sintesi della città di Napoli. Potremmo andare avanti all’infinito nell’elencare le cose che rendono Napoli una città tra le più affascinanti al mondo.

Il capoluogo campano, infatti, si è conquistato diversi titoli da parte dell’UNESCO nel corso del tempo. Addirittura il dialetto napoletano è considerato un patrimonio mondiale dell’umanità, alla pari dell’arte del pizzaiolo. Probabilmente l’unica cosa che manca a Napoli è un polo turistico come può essere una sala giochi fisica, come quelle del nord.

Un qualcosa che un grande napoletano DOC come Vittorio De Sica sognava per la sua terra, per darle un ulteriore spunto di interesse. Per il momento i napoletani possono tranquillamente accontentarsi di uno dei casinò Italia presenti in rete.

Anche perché le cose da fare certamente non mancano, sia per la popolazione autoctona che per i turisti che vengono ad ammirare le sue bellezze da ogni parte del mondo. La Napoli romantica, quella citata da Dean Martin in “That’s Amore”, quella coriacea e folkloristica, quella spirituale e scaramantica. Perché, in fondo, Napule è mille culure. Andiamo allora a vedere cosa rende la località partenopea così affascinante agli occhi del mondo.

Golfo e Vesuvio

Si parte subito forte, con due luoghi simbolo di Napoli, che la contraddistinguono e la rendono immediatamente riconoscibile, tanto da essere rappresentati in quasi tutti i dipinti, le cartoline e i disegni relativi alla città. Parliamo del Golfo, con quell’albero che sembra indicare il punto migliore per osservare il panorama, e del Vesuvio, che è parte integrante della vista del golfo di Napoli, ergendosi come un monumento possente sullo sfondo. Visione meravigliosa sia d’inverno, con la vetta del vulcano spesso imbiancata, che d’estate.  A proposito del monte che sovrasta la città, è sicuramente suggestivo visitarne il parco nazionale, così da poter salire in cima al cratere principale e osservare il paesaggio che si spalanca di fronte ai propri occhi: semplicemente ipnotico.

Ogni quartiere della città di Napoli ha una sua identità

È vero che tutte le città d’Italia hanno una suddivisione in quartieri, ma a Napoli la cosa si fa ancora più affascinante e marcata, dato che gli abitanti di ogni rione, se non addirittura ogni via, sono attaccati alle proprie origini e tradizioni.

Come non citare, per esempio, i Quartieri Spagnoli, conosciuti in tutto il mondo per le sue vie strette, i suoi murali, i panni appesi sui fili che vanno di balcone in balcone facendo quasi da tetto sopra le teste dei passanti, e i suoi ristoranti tipici, dove degustare la Pizza, a portafoglio, fritta, tradizionale, o altri piatti classici della tradizione enogastronomica partenopea. Persino gli hamburger americani vengono rivisitati in chiave napoletana.

Altri quartieri da visitare sono senz’altro il Vomero, molto vicino alla zona centrale della città, Posillipo, che dà sul mare, Ponticelli e Poggioreale, nella parte est, Scampia e Secondigliano a nord. Per gli amanti del calcio, cui dedicheremo il prossimo paragrafo, il quartiere più adatto è Bagnoli Fuorigrotta, dove sorge lo Stadio Maradona, una volta noto come San Paolo.

Il calcio, quasi una religione

Come noto, il Napoli ha conquistato di recente il suo terzo Scudetto, dopo 33 anni di astinenza e una grande festa dopo la vittoria contro la Samp nell’ultima di campionato. Era dai tempi di Diego Armando Maradona che non succedeva. Proprio l’argentino viene considerato alla stregua di una divinità in tutti i sensi, tanto che Napoli è piena di murales, statuette e cimeli del numero 10 da poco scomparso.

Ebbene, tutta la città, unita sotto il vessillo azzurro, è stata decorata a festa dopo giorni di festeggiamenti: bandiere, murali, nastri azzurri, cartonati dei giocatori più o meno grandi, macchine riverniciate a posta, eventi a tema. Insomma, visitare Napoli in questo momento fa venire voglia di tifare per il ciuccio anche a chi napoletano non è.

La tradizione del Presepe

A me ‘o presepe nun me piace. Così rispondeva Luca De Filippo al grande Eduardo nella commedia “Natale in casa Cupiello”. Anche perché Eduardo nella scena, come nella vita, ci teneva particolarmente al presepio.

Questo perché il presepe è da sempre parte integrante della cultura napoletana, tanto che ci sono artisti in tutta la città, specialmente nella via di San Gregorio Armeno, che creano e dipingono a mano statuine rappresentanti anche personaggi famosi da inserire nel proprio villaggio natalizio.

Da Maradona a Eduardo, passando per Totò e gli sportivi, i politici e gli showman più o meno attuali.

Inoltre, i paesaggi sono formati da grotte realizzate artigianalmente e circondate da personaggi animati, corsi d’acqua, montagne e animali da pascolo. Un incanto per gli occhi.

La Pizza e il Dialetto: Patrimoni mondiali dell’umanità

Come detto in fase d’apertura, poi, altre due peculiarità di Napoli sono rappresentate da altrettanti Patrimoni UNESCO: la pizza e il dialetto napoletano.

La prima, nonostante una recente querelle con gli Stati Uniti, è nata proprio nella città partenopea insieme all’arte del pizzaiolo napoletano, anch’essa patrimonio mondiale dell’umanità da qualche anno.

La margherita e la napoli, con ingredienti semplici e l’immancabile pummarola ‘n coppa, sono le due tipologie più vendute in tutta la città, tanto che in alcune pizzerie non sono proposti altri gusti.

Il dialetto, invece, rappresenta proprio una carta d’identità del napoletano, riconoscibile ovunque, attestandosi quasi più come lingua che come variante regionale italiana.

La città di Napoli, patria della musica e dell’arte teatrale e cinematografica

Infine, bisogna evidenziare come la cultura napoletana sia invidiata e imitata in tutto il mondo. Questo grazie al fatto che il capoluogo campano è stato la culla per diversi grandi interpreti del patrimonio musicale nazionale e internazionale.

Pino Daniele, i fratelli Eugenio ed Edoardo Bennato, Mario Merola, Renato Carosone, Roberto Murolo, Massimo Ranieri, Enrico Caruso, Teresa De Sio, sono solo alcuni esempi di una lista che potrebbe essere ancora più lunga, specie considerando anche tutti i cantanti neomelodici in attività.

Di certo non può essere da meno la schiera di attori di teatro e cinema che hanno avuto i natali a Napoli: Eduardo e Peppino de Filippo, Antonio de Curtis, in arte Totò, Massimo Troisi, Alessandro Siani, Enzo De Caro, Sofia Loren e tanti altri ancora. Ci scusiamo se ne abbiamo tralasciato qualcuno, ma la lista, come detto, sarebbe troppo lunga per essere qui contenuta integralmente.


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