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Castellammare di Stabia

Caro spiagge: il mare negato. Denuncia di Federconsumatori

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Torna l’estate e, con essa, come tutti gli anni, tornano i “problemi”, anzi “i soprusi” del caro spiagge, siano esse a pagamento che libere, soprattutto al Sud, ancor più a Stabia (ndr).

Caro spiagge: il mare negato. Denuncia di Federconsumatori

E

state: voglia di sole, di mare, di vita all’aria aperta dopo mesi di lockdown. Nell’immaginario collettivo degli italiani le località balneari sono ora più che mai la meta turistica più agognata è l’orizzonte marino è quello che più rappresenta l’idea di libertà, di spazi infiniti.
Stare su una spiaggia a prendere il sole, godere dei benefici effetti di un bagno di mare dovrebbe essere per i cittadini italiani una delle attività più accessibili, visto il notevole sviluppo costiero del nostro Paese – circa 7914 km di coste – secondo soltanto a quello della Grecia.
Fare un bagno di mare è diventato invece per molti veramente proibitivo. Usufruendo dei servizi offerti da un lido attrezzato – uno dei 6823 stabilimenti presenti sul territorio nazionale, di cui 641 in Campania – una famiglia media per una giornata di mare, potrebbe arrivare a spendere fino a 100 euro tra ingresso, lettini, ombrellone, uso di docce e spogliatoi, esclusi i servizi di ristorazione.
L’aumento dei prezzi a livello nazionale è stato sottolineato da varie associazioni nazionali.
L’ultima denuncia è quella dell’O.N.F. Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che nei giorni scorsi ha effettuato l’annuale monitoraggio sui prezzi dei servizi balneari, riscontrando che nel 2020 c’è stato su tutto il territorio nazionale un incremento medio dei costi del 12% rispetto al 2019, rincari che in alcune aree, come la Penisola Sorrentina, arrivano addirittura a toccare punte del 35%.
Tali aumenti, sottolinea l’O.N.F., sarebbero dovuti in parte al ritardo nell’apertura della stagione balneare, in parte alla previsione di un minore afflusso di bagnanti, calcolato in circa 10 ml di presenze in meno rispetto al 2019, a seguito delle norme dell’ISS sul distanziamento sociale.
Alcuni lidi privati, sfortunatamente pochi, hanno deciso comunque di lasciare invariati i prezzi, ma la mancanza di un calmiere sui servizi balneari, facendo lievitare indiscriminatamente i costi per le famiglie, rischia di penalizzare ulteriormente un settore come quello della balneazione, già messo a dura prova dalle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.
Considerando che il rapporto tra spiagge private e spiagge libere è già sbilanciato a favore delle prime: 60% circa gli stabilimenti balneari privati e 40% le spiagge libere, e che queste ultime tendono progressivamente a diminuire, si comprenderà come i bagni di mare siano diventati per molti un lusso.
Molte persone, a causa dei rincari, quest’anno dovranno ripiegare su lidi più economici o sulle spiagge libere. Questo, oltre agli evidenti disagi da affrontare per la mancanza di servizi, comporterà un altro rischio: quello di possibili contagi, in quanto la scarsa sorveglianza sull’afflusso dei bagnati nelle spiagge libere potrebbe ridurre il distanziamento sociale. Inoltre chi provvede alla sanificazione degli spazi nelle spiagge pubbliche? Pochi sono i comuni che hanno personale disponibile da adibire a questa funzione.
Un altro fattore di rischio potrebbe essere quello dei cosiddetti ”vacanzieri della domenica”, persone che, soprattutto per motivi economici, devono rinunciare alle vacanze estive, ma che nel fine settimana si riversano sui lidi più vicini, affollando soprattutto le spiagge pubbliche.
Chi a stento arriva alla fine del mese non può certo accedere ai servizi di uno stabilimento privato e, se proprio vuole fare un bagno di mare, è costretto a sopportare i disagi e a correre i rischi di contagio derivanti dall’affollamento in spiagge sempre più ristrette.
Il mare è un bene comune, di tutti, ma – come si può vedere – non per tutti, un mare “privatizzato”, un mare negato.
Adelaide Cesarano.

Caro spiagge: il mare negato. Denuncia di Federconsumatori / Adelaide Cesarano

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