Via al processo nei confronti dell’ex parroco di Aversa, accusato di aver effettuato esorcismi tramite violenze sessuali su due donne ed una 13enne in Campania
Ha preso il via oggi, nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nella provincia di Caserta, il processo che vede sul banco degli imputati don M. Barone, ex sacerdote della Diocesi di Aversa, accusato di aver maltrattato e abusato sessualmente di almeno tre donne, di cui una ragazzina di soli 13 anni, durante atti di esorcismo alle quali si erano sottoposte perché, secondo il parere del prete, erano possedute dal demonio.
Don Barone, che è tuttora in carcere e che è accusato anche di aver sfregiato il volto della 13enne, in maniera permanente, durante una delle violenze, ha deciso però di non presentarsi in aula.
Insieme al prete, sono imputati anche i genitori della 13enne, che secondo gli inquirenti sarebbero stati consapevoli, avendo addirittura permesso i riti di esorcismo e le violenze sessuali sulla figlia.
Figura tra gli imputati anche il funzionario della Polizia di Stato L. Schettino, considerato tra gli adepti di don M. Barone, che avrebbe fatto pressioni sulla sorella della 13enne, che si era accorta di tutto nonostante i genitori le impedissero di vedere la 13enne, affinché ritirasse una denuncia che aveva presentato contro il prete. Le indagini sul parroco sarebbero partite proprio da una denuncia della sorella della minorenne.
Durante l’udienza, l’avvocato di don M. Barone, Carlo Taormina, ha presentato nuovamente istanza di scarcerazione e la richiesta degli arresti domiciliari. Il legale, inoltre, avrebbe giocato la carta dell’incompetenza territoriale, spiegando che il foro competente non è Santa Maria Capua Vetere, ma Napoli Nord, visto che il reato più grave, i maltrattamenti aggravati dallo sfregio permanente, sarebbe stato commesso nella cappella del Tempio di Casapesenna, dove don Barone prestava servizio e aveva il suo gruppo di preghiera, quasi una setta, lo ha definito la Procura.
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