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Ancelotti: “Il Napoli in Champions? Per noi è un test per cercare di fare sempre meglio”

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Ancelotti: “Il Napoli in Champions? Non ha mai ottenuto grandi risultati. Per questo per noi la Champions è un test per cercare di fare sempre meglio”

L’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, ha rilasciato una lunga intervista al sito UEFA.com. Queste le sue parole:

Cose ti viene in mente quando pensi al calcio?
“L’ho sempre associato a passione e felicità. Quando tornavo da scuola, giovavo per ore a pallone all’oratorio. Poi ho iniziato la mia carriera da professionista alla Roma. Ma anche lì non è mai stato un lavoro. Non lo è né da calciatore né da allenatore. E’ sempre stata una mia passione”.

La carriera da calciatore?
“Mi sono ritirato a 33 anni, ma con tutti i problemi alle ginocchia non è stato difficile lasciare. Non ho rimpianti. Ora mi ritengo fortunato ad aver iniziato la carriera da allenatore. Anche se non posso intervenire direttamente, sono sempre vicino all’azione. Un allenatore dipende dai suoi giocatori in campo. Conoscenza ed esperienza sono molto importanti per un tecnico. Ma se pensi che possa bastare essere un grande calciatore per diventare un grande allenatore, ti sbagli. Non è solo tattica. C’è anche il rapporto con i giocatori, con la società e con i media. Ho avuto tanta fortuna ad allenare grandi calciatori. Rende tutto più semplice. Tutti pensano che sia difficile allenare grandi campioni, ma in realtà rende tutto più semplice: spesso oltre alle qualità in campo, sono anche quelli più seri e professionali”.

Cosa ti lega così tanto alla Champions?
“Ricordo la Coppa dei Campioni del 1984. Mi infortunai, ma la Roma raggiunse la finale. Poi la vittoria del 1989, nella finale di Barcellona contro lo Steaua Bucharest. Ricordo tutto. L’atmosfera… i 90,000 tifosi del Milan. Poi le difficoltà durante la mia seconda finale, contro il Benfica a Vienna. Giocare la finale di Champions League è l’highlight della carriera di qualsiasi calciatore. La Champions League è la competizione più importante del mondo, la più emozionante, anche per via dell’eliminazione diretta”.

E poi l’hai vissuta anche dalla panchina…
“Con il Milan nel 2003 è stato il mio primo trofeo, quindi sicuramente il più importante. L’ho vinta altre due volte, ma la prima ha un sapore speciale. Fu una finale tra due squadre italiane. Il calcio italiano era al massimo livello. Nel 2014 giocammo una grande UEFA Champions League, quel Real Madrid voleva fortemente conquistare ‘La Décima’. E’ stata la vittoria di un ambiente che voleva ‘La Décima’.
Il Napoli? Per noi la Champions League è una verifica. Il Napoli non ha mai ottenuto grandi risultati in questa manifestazione nella sua storia, e per questo rappresenta un test per cercare di fare sempre meglio”.  

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