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CC di Palermo hanno eseguito 8 arresti interrompendo il riassetto mafioso del nuovo reggente uscito dal carcere nel 2019 (VIDEO)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo con l’operazione “BIVIO 2” hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 8 indagati (7 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, danneggiamento seguito di incendio.
LE INDAGINI
L’indagine, seguita da un pool di Magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto dottore Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Palermo Tommaso Nataleche ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di cosa nostra.
La ricostruzione dei fatti che segue è fondata sui gravi indizi di colpevolezza prospettati dalla D.D.A.- Sezione territoriale di Palermo e ritenuti dal GIP.
8 arresti nel mandamento mafioso di Tommaso Natale a Palermo
Nel corso degli ultimi anni, il dispositivo di contrasto a “Cosa Nostra” di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, ha consentito di sviluppare un percorso investigativo che ha permesso l’esecuzione di numerose operazioni nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di Tommaso Natale tra cui “OSCAR” (2011), “APOCALISSE” (2014), “TALEA” (2017), “CUPOLA 2.0” (2018/2019), “TENEO” (2020).
L’indagine “BIVIO”, oggi giunta ad un secondo momento repressivo, dopo il fermo del 26 gennaio 2021, ruota attorno alla figura di Giulio CAPORRIMO, il quale, tornato in libertà nel mese di maggio 2019, si ritrovava sottoposto a Francesco PALUMERI, designato quale proprio sostituto da Calogero LO PICCOLO, nuovo capo del mandamento di Tommaso Natale, così come emerso nell’indagine CUPOLA 2.0.
8 arresti nel mandamento mafioso di Tommaso Natale a Palermo
Nel corso delle attività veniva quindi monitorato il percorso attraverso il quale CAPORRIMO, dapprima si trasferiva a Firenze per prendere le distanze con la manovra di riassetto mafioso che non condivideva e poi, dopo aver costretto Francesco PALUMERI ad auto ritirarsi dalla sua carica direttiva, rientrava a Palermo da reggente consolidando e ricompattando attorno a sé la componente soggettiva del mandamento anzidetto.
La seconda tranche dell’indagine BIVIO ha consentito di far luce, altresì, su una serie di gravi reati commessi dagli odierni arrestati ivi compreso Giulio CAPORRIMO ed il figlio Francesco, ponendo altresì l’accento sul settore delle scommesse on line la cui gestione fa registrare la stabile infiltrazione delle consorterie mafiose.
Uno dei soggetti raggiunti da provvedimento restrittivo, infatti, è Giuseppe VASSALLO, palermitano trasferitosi a Firenze, il quale, grazie agli accordi siglati con Giulio CAPORRIMO e Antonino VITAMIA, commercializzava i propri siti per le scommesse on line sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla compagine mafiosa.
8 arresti nel mandamento mafioso di Tommaso Natale a Palermo
Le risultanze investigative complessivamente acquisite, ad ogni modo, rendono evidente la particolare pressione estorsiva ed impositiva esercitata dagli esponenti mafiosi nei confronti delle imprese operanti sul territorio, tanto che venivano ricostruite 11vicende estorsive/impositive consumate o tentate di cui 2 denunciate spontaneamente dalle vittime commesse con violenza ovvero attraverso atti intimidatori tra i quali vanno annoverati:
- l’incendio commesso in danno di un esercizio commerciale di Sferracavallo, attentato che è stato ricondotto al tentativo ordito da CAPORRIMO Francesco, CAPORRIMO Giulio e VENTIMIGLIA Francesco, di farsi assegnare la gestione del locale, attuato anche mediante l’incendio programmato quale evento utile a vincere le resistenze del titolare;
- l’incendio in danno del cantiere edile finalizzato alla realizzazione della rete fognaria di Sferracavallo, evento anche questo programmato al fine di ottenere, da parte di VITAMIA Antonino e TAORMINA Vincenzo, il subappalto di alcune lavorazioni;
- l’incendio in danno del furgone di una società di costruzioni, le cui motivazioni rimangono non del tutto decifrate, registrato in diretta dalle microspie degli investigatori;
- l’intimidazione in danno di una società edile che stava svolgendo lavori di ristrutturazione di un immobile ubicato a Sferracavallo, al fine di ottenere la commessa per i lavori di impiantistica in favore di VITAMIA Antonino;
- Il tentativo di vietare, da parte di TAORMINA Vincenzo, la possibilità di svolgere lavori di scavo nella zona di Sferracavallo ad un imprenditore, rivendicando la potestà sul territorio che consentiva soltanto a TAORMINA e ADELFIO Francesco la possibilità di svolgere lavori di scavo nel territorio dell’intero mandamento;
- l’estorsione in danno di un cantiere edile di Sferracavallo commessa da VITAMIA Antonino e TAORMINA Vincenzo i quali riuscivano a farsi assegnare parte delle lavorazioni di cantiere;
- l’estorsione in danno di un commerciante di Tommaso Natale, già oggetto di contestazione nell’ambito del fermo, che è stata estesa, quanto alle responsabilità individuali, a GLORIA Fabio;
- l’estorsione in danno di un cantiere edile di Tommaso Natale, già oggetto di contestazione nell’ambito del fermo, che è stata estesa, quanto alle responsabilità individuali, a TAORMINA Vincenzo;
- la sistematica realizzazione, di “cavalli di ritorno” che consentivano agli affiliati di realizzare ingenti guadagni facendosi consegnare denaro per la restituzione di veicoli oggetto di furto.
L’OPINIONE
La frase intercettata dai Carabinieri di Palermo <<… e vediamo se noi dobbiamo camminare storti con la “Cosa Nostra” o diritti …” – ripresa nella terza immagine del presente articolo – appare significativa anche del fanatismo dei mafiosi. Quest’ultimo di tutta evidenza un’endemica miscela culturale di malvagia delinquenza sociopatica e farneticazione socio-ideologica. Di fatto un annosa perenne minaccia per la complessiva civiltà nazionale. E seppure si alternano in continuazione le operazioni antimafia (ormai quasi l’ultimo baluardo rimasto), i mafiosi (come anche parallelamente i trasversali politici deviati) continuano di tutta evidenza e ovunque a rigenerarsi e moltiplicarsi, come se ci fosse (o anche non ci sarebbe) una normativa, nazionale e regionale ma pure europea, che glielo agevoli (o glielo impedisca).
(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)