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76a Mostra di Venezia: J’ACCUSE di Roman Polanski (P. Santarossa)

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Grande attesa per Il film di Polanski J’Accuse (L’Ufficiale e la Spia): narrazione dell’affare Dreyfuss, un caso di oltre 100 anni fa ma di grande attualità

76a Mostra di Venezia: J’ACCUSE (L’UFFICIALE E LA SPIA) di Roman Polanski (Critica di P. Santarossa)

Grande attesa per Il film di Roman Polanski J’Accuse (L’Ufficiale e la Spia): narrazione dell’affare Dreyfuss, un caso di oltre 100 anni fa che per la sua natura e il momento storico che viviamo, e’ di grandissima attualita’. 

La storia e’ quella del capitano Dreyfuss, militare alsaziano di origine ebraica che viene accusato di spionaggio in favore dei tedeschi, in un periodo in cui  popolazione, stampa e politica erano fortemente xenofobi, antisemiti, nazionalisti e spaventati dallo spettro del Marxismo.
 
Questo ‘humus’ storico esplosivo, porto’ ad un iniquo processo e successivamente alla condanna di ergastolo per l’ufficiale nella tristemente nota Isola del Diavolo nella Guyana Francese, dove subi’ trattamenti umilianti e terribili.
 
Il caso fece scandalo tra la pubblica opinione e rimase aperto per oltre 12 anni, fino quando lo scrittore Emile Zola scrisse una lettera dal titolo ‘J’accuse’  (titolo che ha fatto la storia del giornalismo) alla rivista Francese L’Aurore ed indirizzata al Presidente della Repubblica Francese per gridare al complotto ordito contro Dreyfuss. 
 
Anche George Piquart (Jean Dujardin), nuovo colonnello capo dello spionaggio militare, nutrì forti perplessita’ sul caso e in poco tempo riuscì a riaprire il caso, conducendo un’indagine che portera’ a confermare la teoria del complotto.
 
Il film di Polanski e’ una narrazione di estrema precisione e realismo sia di fatti che personaggi, con un cast straordinario: Louis Garrel, Jean Dujardin, Emmanuelle Seigner, Gregory Gadebois, Mathieu Amalic, Olivier Gourmet e il nostro Luca Barbareschi (attore e produttore), recitano con grandissima sintonia, facendo scorrere personaggi e storia come un meccanismo perfetto.
 
Niente effetti da thriller hollywoodiano, niente fascinazioni da Belle Epoque francese; una regia ‘purista’ aderente a epoca, fatti e personaggi, ma di grande impatto emotivo.
 
Il pubblico nel film viene trasportato nei meandri  dell’ingiustizia, del sospetto, della xenofobia, dell’orrore, del coraggio e della rivincita dal sapore amaro, respirando contemporaneamente l’aria che oggi inquina sia Europa che Mondi Occidentali ed Orientali.

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