La colpa non può essere solo dei giovani

Scontato dare loro la colpa. Anche tra gli elefanti, se vengono meno gli adulti, gli...

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Scontato dare loro la colpa. Anche tra gli elefanti, se vengono meno gli adulti, gli esemplari giovani smarriscono pure come sopravvivere.

I fatti di cronaca violenta in cui sempre più spesso vengono coinvolti dei minori contro altri pari e anche verso adulti, sono riportati su diversi siti d’informazione. Ma cosa sta avvenendo tra i nostri ragazzi e soprattutto, cosa si può fare, almeno nel medio termine.

Qualche tempo addietro lessi che tra gli effetti devastanti provocati dai bracconieri con l’uccisione degli elefanti, soprattutto di quelli anziani per prendere loro le zanne e ricavare avorio, c’era il disfacimento più totale dell’organizzazione sociale su cui si reggeva la convivenza tra esemplari di una stessa famiglia e tra gruppi diversi.

In sostanza, venendo a mancare l’insegnamento, o come si direbbe oggi, le direttive dall’alto, dei più anziani (aspetto basilare tra i mammiferi più evoluti), nella fattispecie soprattutto delle matriarche e conseguentemente anche il sano timore nei confronti degli esemplari più grandi (oggi le sanzioni e pene di legge), i giovani elefanti rimasti vivevano non solo in condizioni difficili poiché non avevano più trasmessa la memoria degli antichi percorsi, del cibo, dell’acqua, ma a volte per sopravvivere sconfinavano anche nei villaggi pur di trovare qualcosa da mangiare o bere e addirittura infastidivano e persino caricavano altre specie pure erbivore senza motivo ed altro ancora.

Insomma vivevano nella più totale anarchia cerebrale e di ogni genere, la quale si manifestava anche con atti sessuali violenti soprattutto nei confronti dei più piccoli di qualsiasi sesso con gravi ripercussioni sulla sopravvivenza di questi ultimi. Per risolvere il problema furono in seguito importati da altri luoghi elefanti più anziani con i quali gradualmente le regole sociali e l’atavico equilibrio originario si è ripristinato.

Qualcuno sosterrà che però l’uomo si distingue dagli animali in quanto ha la coscienza ed il libero arbitrio, lo spirito guida, la luce universale, ecc. Ma li ha mai visti in vitro?!

Diversi studiosi del cervello umano (anche se credo con il timore di certe passate e purtroppo ancora rafferme concezioni e ideologie) ci evidenziano che noi umani siamo dei fantastici primati, oltremodo complessi, evoluti, intelligenti, emulatori, elaboratori, creativi, pianificatori e pensanti sul pensiero stesso, che però, seppure nasciamo già potentemente predisposti, siamo poi prematuri in tutto, al punto che senza l’immediata assistenza dei nostri simili moriremmo senza scampo, o persino non vedendo altri in piedi rischieremmo di gattonare a vita, come pure se non sentiamo parlare difficilmente lo impareremo da adulti.

In sostanza noi umani siamo principalmente la nostra, comunemente detta, genetica, poi ambiente circostante, particolarmente durante i primi anni e l’adolescenza, quindi siamo psiche, coinvolti e indirizzati dalla famiglia, dall’ambiente in cui cresciamo, dalla formazione che riceviamo, dalla scuola, dalle informazioni che ci vengono veicolate, dall’apprendimento, dalle coincidenze favorevoli o contrarie, dalle relazioni, dagli esempi, dai racconti, oggi dai media, internet, ecc. Si usa brevemente  indicare che noi umani siamo: bio-psiche-società.

Ora, ritornando al paragone con la vicenda degli elefanti, nella nostra peculiare società sicuramente non c’è stato alcuno sterminio fisico di massa di anziani e peraltro nel nostro mondo di umani sono stati dapprima i racconti tramandati oralmente, poi la scrittura e infine i libri, l’analogico e oggi il digitale a mantenere viva la “memoria”.

Tuttavia, dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammettere che da alcuni decenni hanno proliferato pletore di adulti e dappertutto, pure in ogni genere di “veste e livello” di evidenti “clan” civili (caste, corporazioni, associazioni di categorie, ordini professionali, ecc.)  di egocentrici, narcisisti, ineducati, bugiardi, mistificatori, millantatori, misantropi, intolleranti, corrotti, doppiogiochisti, prepotenti, boriosi, imperiosi, vaneggianti, guappi, delinquenti, violenti, divaganti, insulsi, inconcludenti, smargiassi, mercenari, imbroglioni, fannulloni, parassiti, raccomandati, mantenuti, traviati, approssimativi e arroganti.

In particolare, “bulli” nella politica, nelle istituzioni, nella burocrazia, nella cultura. “Bulli” in doppio petto, con la toga, in tailleur, sul pulpito. “Bulli” nello sport, nei media, nella pubblicità, nei dibattiti, nei film, nei videoclip, nello spettacolo, televisioni, talk show, eventi e di tutto e di più. Persino anche vaneggianti, fatti, alcolizzati, dopati e anabolizzati, come quasi ciò fosse un vanto e persino un traguardo sociale e metafisico.

Sicché e in linea di massima, questi di fatto sono divenuti negli anni i veicolati neo riferimenti e persino miti per le nuove generazioni, enfatizzati quotidianamente anche in certe réclame e programmi, in cui si esalta unicamente l’apparire, l’individualismo, il consumismo, il successo, i soli soldi, il cinismo, la perfidia, la supremazia, l’opportunismo, l’usare gli altri, ecc. insomma l’ampollosità, il successo e il potere sopra chiunque ed ogni cosa.

I ragazzi non nascono già formati in negativo. Al massimo predisposti, ma come altrettanto pure e soprattutto verso il “bene” che anzi è prevalentemente innato nella stragrande maggioranza degli esseri umani, poiché nella selezione naturale è ciò che nei milioni di anni ha favorito e tutt’oggi la sopravvivenza della specie attraverso la condivisione, solidarietà e reciproca assistenza.

Però gli umani, nei primi anni e nell’adolescenza, siamo come delle spugne cerebrali, apprendiamo, emuliamo ed elaboriamo per sopravvivere da quelli più grandi e che invece spesso siamo diventati solo altri figli adulti.

Inoltre lo Stato da anni sta evidentemente ignorando quanto sia estremamente importante la formazione durante la crescita quotidiana dei nostri ragazzi. Tanto più  che questi ultimi un giorno saranno i nuovi adulti e che magari verranno eletti in politica, faranno i giudici, gli economisti, ecc. Ma infatti non è un caso che la Nazione da tempo va già scivolando ad ogni nuoca generazione alla guida.

A questa dissimulata accidia politico-istituzionale, ormai pressoché culturale, si aggiunga che, per certo interessato e venale sistema politico-economico-mediatico, meno formati e informati e più insipienti e divaganti siamo un po’ tutti i cittadini, meglio si viene controllati e veicolati e specialmente i ragazzi che non hanno ancora sviluppato qualche filtro conoscitivo proprio dell’esperienza, anche se pure quest’ultima diventa a volte vana se poi non si è stati istruiti a guardarsela con un’analisi un po’ oggettiva, quindi per accettarla e utilizzarla sforzandosi di non ricaderci.

Se ci si aspetta che improvvisamente i nostri giovani e in modo connaturato, abbiano una autonoma e persino improvvisa mutazione cerebrale, come succede nei film o trovino civilmente da soli le soluzioni esistenziali ed economiche, come ci raccontiamo da tempo, allora siamo solo all’inizio di vari problemi. Parafrasando ciò che diceva qualcuno, così continuando si finisce con la rivoluzione fatta con la punta del fucile.

E se ai giovani si continua in quest’epoca oltremodo moderna, strumentale, articolata e globale, a dare essenzialmente certi modelli:

storici o di quando il sole girava intorno alla Terra, senza entrare nella soggettività terrena e totale di quegli individui;

oppure più recenti miti artificiosi, di tutta evidenza, vuoti, tronfi e anche sconclusionati, poiché ciò fa audience sicché molti ragazzi, specialmente in modo inconsapevole, li emulano in quanto connaturato nella nostra specie quando notiamo che altri hanno successo;

se a scuola i ragazzi studiano in generale il passato e quasi mai, o solo occasionalmente nella scuola dell’obbligo e con assenza di libero confronto reciproco: i diritti e i doveri (che dovrebbero essere insegnati almeno da un laureato in giurisprudenza), medicina, ambiente, economia, antropologia, storia contemporanea, chi siamo, da dove veniamo, come siamo fatti, cosa c’è li fuori e dentro la nostra mente, quindi psicologia, geologia, climatologia, tecnologia, il mondo animale, il pianeta la Terra, l’universo, insomma la civiltà e scienza moderna, ecc. e se ciò che s’insegna diventa invece stantio e solo teorico e soprattutto non offre maggiori opportunità per un futuro contemporaneo anche lavorativo, è come pretendere che si esista in questo mondo del 21° secolo, volente o nolente radicalmente cambiato già da quello scorso, ma come venendo mentalmente dal passato;

tutto questo contribuisce di certo a creare confusione, conflitti, travisamenti e svogliatezza, nella mente dei nostri ragazzi che possono, anzi, vengono di conseguenza spesso risucchiati da attrazioni anche deviate, mistificate, illusorie, surreali, visioni e prospettive surreali, nonché disonestà e criminalità, con tutte i danni per se stessi e terzi.

Poi sicuramente occorre anche ripristinare il sano timore delle pene e delle sanzioni, non solo attraverso leggi e sentenze più comprensibili e certe, ma pure mediante una saltuaria campagna statale promozionale, quanto meno sui media pubblici, per sfatare la percezione generalizzata che violare le norme in Italia non comporta nulla di preoccupante.

Insomma, nel mondo degli umani, trascurare la costante formazione, informazione e insegnamento civile, sociale, moderno, progressista e scientifico, soprattutto quando ancora si è minori e non indurre parallelamente anche un certo batticuore nel non comportarsi rettamente, significa creare generazioni di adolescenti e poi di adulti senza un minimo di principi etici e di rispetto verso se stessi e soprattutto verso gli altri.

Dopo, noi cosiddetti grandi (di età), almeno non giustifichiamoci, mimetizzandoci che la colpa è solo dei nostri ragazzi. Guardiamoci anche ogni tanto allo specchio della nostra coscienza di adulti, che non ci farebbe male. E specialmente lo facciano tutti i trasversali politici, governanti, ministri, presidenti, istituzionali, giudici, burocrati, direttori, dirigenti, ecc. Loro sono da anni i primi responsabili dello scivolamento generale. I nostri ragazzi spesso sono anch’essi solo delle vittime e lo saranno sempre di più così continuando, con questa ormai incarnata e trasversale doppiezza culturale a tutti i livelli, dallo scranno più alto fino all’ultimo sgabello.

Adduso Sebastiano

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