Bullismo e Cyberbullismo: Parliamone

“Bullismo e Cyberbullismo: Parliamone” questo il tema dell’incontro formativo che si è svolto nel pomeriggio di...

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“Bullismo e Cyberbullismo: Parliamone” questo il tema dell’incontro formativo che si è svolto nel pomeriggio di ieri presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia.

“Bullismo e Cyberbullismo: Parliamone” questo il tema dell’incontro formativo che si è svolto nel pomeriggio di ieri presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia, per sensibilizzare insegnanti e alunni alla prevenzione e al contrasto di questo preoccupante fenomeno. All’evento, coordinato dal Dirigente Scolastico dott.sa Cinzia Toricco, sono intervenuti la dott.sa Maria Benincasa, Sostituto Procuratore del Tribunale di Torre Annunziata e gli avvocati e docenti di diritto proff. Maria De Martino e Domenico De Falco.

Il bullismo è un grave problema che, anche se non nato ieri, in questi ultimi tempi ha assunto connotazioni di così vasta portata e gravità, da poter essere definito , come rileva il prof. De Falco, “una piaga sociale tutta contemporanea”. Nel suo intervento egli pone l’accento sul ruolo informativo e formativo, ma soprattutto educativo della Scuola, sottolineando l’importanza della prevenzione, cioè il bloccare sul nascere episodi che potrebbero, se reiterati, diventare atti di bullismo. Da ciò l’opportunità per noi adulti di non giustificare mai l’azione denigratoria di qualche ragazzo nei confronti di un compagno più debole, etichettandola semplicemente come uno scherzo, ma di intervenire, facendo riflettere sui possibili indesiderati risvolti.

Come sottolinea la prof.ssa De Martino, ciò che ha assunto connotazioni particolarmente gravi oggi è il  cyberbullismo, in quanto è un fenomeno che esce dalle mura della scuola o dei luoghi di ritrovo degli adolescenti per entrare nel Web. L’atto di bullismo (l’irrisione, l’insulto, la violenza fisica, ecc.) è compiuto solo per essere ripreso e messo in rete e per questo è un fenomeno difficile da controllare. Tutti siamo a conoscenza dei gravissimi episodi, anche recenti, di adolescenti fragili che si sono tolti la vita, non riuscendo più a reggere il peso delle umiliazioni subite. Per questo è stata varata la legge del 29 maggio 2017 recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.

La dott.sa Benincasa, che si occupa di accertare i reati verso le cosiddette “fasce deboli”, tra cui i minori, pone l’accento sui risvolti penali del fenomeno, sul fatto che gli atti di bullismo siano veri e propri reati perseguibili penalmente, a seconda della gravità e della fascia di età di chi li commette. “Non esiste il reato di bullismo – rileva – ma tutta una serie di azioni che, singolarmente, sono da considerarsi tali, come la diffamazione o la violenza privata (ad esempio costringere una persona a fare qualcosa contro la sua volontà)”. I minori di 14 anni non possono essere perseguiti (anche se ci sono disegni di legge in Parlamento che vorrebbero abbassare questa soglia). L’unica sanzione aggiuntiva prevista nei confronti del minore che abbia compiuto atti di cyberbullismo è infatti l’ammonimento.

“La vittima è un soggetto debole che per vergogna non parla e non si confida con nessuno, perché ha paura di non essere creduto e si vergogna perché la violenza genera un senso di colpa”, per questo, la dott.sa Benincasa, invita i ragazzi presenti, se si dovessero accorgere che un amico è nel mirino dei bulli, a non colpevolizzarlo, e poi avvisare i genitori, i professori, il Dirigente Scolastico, affinché intervengano con le giuste misure prima che forse succeda l’irreparabile. Il minore vittima di cyber bullismo che abbia compiuto 14 anni ( o chi ne esercita la patria potestà) può ottenere come tutela “l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet”.

La dott.sa Toricco evidenzia, infine, l’importante ruolo nel contrasto al cyberbullismo di tutti coloro che operano all’interno della Scuola, che hanno l’obbligo di denunciare, se dovessero venire a conoscenza di casi ad esso collegati, ma – prima di tutto – di educare i giovani al rispetto reciproco e alla pacifica convivenza.

Adelaide Cesarano

vivicentro.it/L’ESPERTO

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