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Lavoro, Cida-Censis: impegno e talento non riconosciuto per 57,9% italiani

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Adnkronos) – Il 57,9% degli italiani ritiene che in Italia impegno nel lavoro e talento alla fin fine non sono premiati come dovrebbero.Convinzione condivisa dal 54,9% degli appartenenti al ceto medio, dal 65,7% del ceto popolare e dal 42,5% dei benestanti.

Lo pensano anche il 61,8% dei giovani, il 58,1% degli adulti e il 54,7% degli anziani.Questi i dati che emergono dal Rapporto Cida-Censis ‘Il valore del ceto medio per l’economia e la società’ commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentati oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati. L’81% degli italiani pensa sia equo che coloro che lavorano di più guadagnino di più.

Un’idea semplice condivisa dalla maggioranza di persone di ogni ceto sociale e che, al contempo, richiama riferimenti valoriali precisi. Inoltre, il 73,7% degli italiani è convinto che se una persona ha talento ed è capace, è legittimo e giusto che diventi ricca.Lo pensa anche il 75% del ceto medio, il 69,9% del ceto popolare e l’84% dei benestanti. Al tempo dell’elogio spesso semplificatorio delle nuove tecnologie è importante ribadire un’idea semplice: sono ancora fondamentali le persone e il modo in cui si muovono e relazionano dentro gli ecosistemi.

Per l’88,1% degli italiani occorre riconoscere ad ogni livello il persistente ruolo decisivo del fattore umano.Il manager, per gli italiani, è colui che è in grado di mettere insieme i fattori produttivi, in primis quello umano, garantendo che tutto funzioni al meglio.

Non a caso è l’87,1% degli italiani a reputare essenziale in questa fase valorizzare e promuovere cultura, capacità e competenze manageriali.Ne sono convinti l’86,3% delle persone con al massimo la licenza media, l’86,6% dei diplomati e l’88,2% dei laureati.

E per gli italiani quando un manager è da considerare un bravo manager?Per l’82,7% il bravo manager nelle aziende e negli enti è colui che sa trascinare e motivare gli altri.

Opinione con un consenso socialmente trasversale: l’82,9% nel ceto medio, l’86,8% del ceto benestante e l’81,7% del ceto popolare.Per l’84,4% degli italiani una più alta efficienza di imprese e Pubblica amministrazione richiede dirigenti fortemente orientati a premiare i più meritevoli ad ogni livello.

Ed è poi essenziale, per quasi il 50% degli italiani, valorizzare il ruolo di dirigenti che già sono presenti all’interno di imprese e Pa e, per il 69,4%, investire sull’inserimento di figure dirigenziali giovani. Infine per l’80,6% degli italiani la fiscalità dovrebbe premiare di più e meglio chi crea impresa, lavoro, opportunità: lo pensa anche l’82% delle persone che si sentono di ceto medio, il 77,3% dei ceti popolari e l’84,8% dei benestanti.A questo proposito, il 78,6% degli italiani e, nello specifico, l’80% degli appartenenti al ceto medio ritiene di essere danneggiato dall’evasione fiscale.

Tale idea è condivisa anche dal 76% dei ceti popolari e dal 79,9% dei ceti benestanti.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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