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Giustizia, task force Ministero-Università incrementa innovazione e formazione

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Adnkronos) – Competenze, innovazione tecnologica e formazione sono i tre capisaldi dell’UPP-Task Force, il progetto realizzato dal Ministero della Giustizia, Dipartimento per l’innovazione tecnologica della giustizia – Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione per favorire una sinergia vincente tra gli Uffici Giudiziari e le università nell’ambito dell’obiettivo “Miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema giudiziario” del Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-20.I risultati del progetto, si legge in una nota, sono stati illustrati mercoledì scorso a Roma in occasione di un evento organizzato dal Ministero della Giustizia, cui hanno partecipato, tra glia altri: Andrea Ostellari, Sottosegretario alla Giustizia; Ettore Sala, Capo Dipartimento per l’innovazione tecnologica per la giustizia; Gaetano Campo, Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi; Gabriella De Stradis, Direttore Generale per il coordinamento delle politiche di coesione. Il progetto mira alla diffusione dell’Ufficio per il Processo (UPP) e all’implementazione di modelli innovativi per gli Uffici Giudiziari. È stato realizzato coinvolgendo università pubbliche in forma singola o associata in 6 macroaree territoriali che hanno coperto l’intero territorio nazionale.

Sei i progetti ammessi a finanziamento, realizzati dal mese di aprile 2022 fino a settembre 2023, per un investimento complessivo di oltre 51 milioni di euro.Ciascun intervento fa riferimento a un Ateneo capofila (rispettivamente nelle città di Torino, Bologna, Viterbo, Napoli, Bari, Palermo) con un tasso di partecipazione pari all’85% degli Atenei statali in partenariato con le Università capofila.  “In questi ultimi anni, il Ministero della Giustizia ha intrapreso un percorso di rinnovamento, mirando con determinazione al conseguimento dell’efficienza e dell’innovazione del sistema giudiziario, traguardi fondamentali per la riforma in corso nel nostro Paese – ha ricordato Sala – Il progetto UPP-Task Force ha contribuito a stimolare il percorso di transizione digitale della Giustizia tramite la sperimentazione congiunta, tra Uffici Giudiziari e centri di ricerca, di iniziative sperimentali in tema di digitalizzazione, volte a sopperire a specifici fabbisogni espressi dagli stessi uffici giudiziari, tra cui: l’uso di strumenti digitali di supporto all'attività istruttoria; l’uso di strumenti digitali di supporto all’attività decisoria; raccolta degli indirizzi giurisprudenziali e alimentazione di banche dati giurisprudenziali; Strumenti digitali di court management.

Il progetto UPP-Task Force ha contribuito e potrà continuare a contribuire anche dopo la chiusura delle attività attraverso l’utilizzo degli output rimasti a disposizione degli Uffici Giudiziari”.  Il contributo da parte del mondo accademico è stato rilevante ai fini della realizzazione della Task Force, poiché ha riguardato complessivamente 56 atenei, 666 assegnisti e 790 borsisti di ricerca a supporto di 170 Uffici Giudiziari, considerando anche Tribunali per i Minorenni e Procure.La parte formativa, “cuore pulsante” del progetto proprio perché destinata a strutturare negli anni a venire i risultati raggiunti, ha contribuito alla definizione ed introduzione di nuovi modelli per la gestione delle pratiche che hanno interessato 162 Uffici Giudiziari.

Sempre nel settore della formazione, ulteriore novità riguarda la possibilità di creare nuovi profili professionali altamente specialistici.I risultati ottenuti alla conclusione del percorso rappresentano un bagaglio significativo sia in termini di formazione e preparazione specialistica sia in termini di creazione di modelli innovativi: 86 sono state le iniziative collegate alla formazione, 225 i modelli organizzativi creati e adottati, 171 gli strumenti di supporto digitale introdotti per facilitare la lavorazione dei fascicoli e prevenire blocchi e ostacoli gestionali. “Il capitale umano rappresenta una risorsa fondamentale per l’efficacia e l'efficienza del sistema giudiziario.

Investire sul fattore organizzativo, in particolare attraverso l'Ufficio per il Processo, significa in primo luogo migliorare la gestione delle risorse umane, combinando competenze e capacità di diverse figure professionali e razionalizzando i carichi di lavoro – sostiene Gaetano Campo, Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi – L'implementazione di modelli organizzativi innovativi e la formazione del personale giudiziario sono ulteriori elementi chiave per garantire un servizio di giustizia più rapido ed efficace.Questo approccio integrato non solo valorizza il capitale umano ma promuove anche una cultura organizzativa orientata all'innovazione e alla qualità delle prestazioni”. Sei le azioni su cui si sono concentrati gli interventi: dalla maggiore integrazione tra sistema giudiziario e mercato del lavoro al potenziamento del rapporto tra università e tirocini formativi in ambito giudiziario, passando per una maggiore offerta post lauream in funzione delle necessità degli uffici del processo.

Ridefinizione dell'organizzazione negli uffici, affinamento delle competenze specifiche del personale amministrativo, supporto a digitalizzazione e innovazione tecnologica e definizione di strategie procedurali e organizzative nel civile, le altre aree di intervento. A conclusione del percorso, la Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione ha previsto un’indagine conoscitiva per un bilancio complessivo dei progetti finanziati che ha interessato le Università capofila e partner e gli Uffici Giudiziari destinatari delle attività, i quali hanno espresso le proprie valutazioni sull’esperienza.Per le Università è infatti risultato evidente quanto sia importante aggiornare l’offerta formativa, introducendo nuovi corsi e intensificando la sinergia con l’amministrazione pubblica e gli ordini professionali.

Mentre gli Uffici Giudiziari hanno evidenziato l’importanza dei progetti realizzati.  “L’indagine è stata realizzata dalla Direzione Generale per il coordinamento delle Politiche di coesione in qualità di Organismo Intermedio del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020 con la finalità di acquisire elementi conoscitivi di tipo qualitativo sui progetti UPP-Task Force – ha spiegato De Stradis, Direttore Generale per il coordinamento delle politiche di coesione – Tra gli obiettivi principali: identificare e analizzare i risultati raggiunti dai progetti e raccogliere proposte rispetto a eventuali iniziative analoghe da realizzare in futuro. È significativo come l’indagine sia stata realizzata proprio nell’ambito del PON Governance.Difatti, considerate le motivazioni alla base della scelta, ovvero 'rendere conto' a stakeholder e cittadini circa le attività svolte e 'apprendere' dall’esperienza realizzata, può essere considerata un esempio di rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale nella gestione complessiva dei progetti, in coerenza con la strategia complessiva del Programma.

L’approccio sperimentato in occasione del progetto UPP-Task Force potrà, quindi, essere replicato nell’ambito di altri progetti comunitari e nazionali”, ha concluso. Un’ulteriore dimostrazione di come la creazione di una sinergia fra l’Amministrazione giudiziaria e il mondo accademico abbia rappresentato un positivo catalizzatore di competenze ed esperienze, segnando la via lungo cui procedere per continuare a innovare il 'sistema Giustizia'. “Università e Giustizia sono due componenti fondamentali per lo sviluppo di un Paese: le Università sono alla base del progresso scientifico, tecnologico, culturale, sociale ed economico, mentre la Giustizia ha il compito di garantire che questo progresso avvenga nel rispetto delle regole proprie di uno Stato di diritto – ha osservato lOstellari – In Italia la collaborazione tra Giustizia e Università è stata già sperimentata nell’ambito del sistema giurisdizionale, ma attraverso il progetto UPP-Task Force, il Ministero della Giustizia ha voluto rilanciare un modello di miglioramento del sistema di governance basato sulla collaborazione tra Uffici Giudiziari e Università, – ha proseguito OStellari – dimostrando come quest’ultima possa essere stimolata, sviluppata e rafforzata lungo tre dimensioni.Una prima dimensione 'territoriale', intesa in termini di numero di attori e di distretti giudiziari coinvolti; una dimensione “strategica”, intesa come integrazione e diversificazione di competenze e strumenti a supporto dell’apparato giudiziario; e una dimensione “temporale”, intesa come la capacità di creare collegamenti che abbiano ricadute anche nel medio termine.

Ora l’obiettivo comune sarà passare dalla collaborazione a un’effettiva sinergia tra Università e Uffici Giudiziari come la giornata di oggi ci ha dimostrato essere possibile”, ha concluso. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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