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a oggi il Senato si esprime sulle unioni civili e si divide sull’adozione del figliastro, che gli ossessionati dall’inglese chiamano stepchild adoption. Renzi, qui in versione di sinistra, ha deciso di non stralciarla dal disegno di legge Cirinnà , affidando la responsabilità di una eventuale bocciatura ai cattolici intransigenti del suo partito e a quelli del movimento Cinquestelle, cui Grillo ha lasciato libertà di coscienza.Â
Il rispetto per la buona fede di chi avversa l’adozione del figliastro è fuori discussione. Accanto agli opportunisti, ai moralisti incoerenti e ai talebani, la piazza del Family Day ospitava tante persone che sono sinceramente e profondamente convinte che i figli possano crescere solo con genitori di sesso diverso. Riconoscono che le famiglie cosiddette naturali non siano esenti da disfunzioni in grado di dare lavoro a psicanalisti e cronisti di nera, ma difendono il principio della loro unicità . Â
E in nome di quel principio ritengono giusto vietare l’estensione di certi diritti, cioè di certe possibilità , ad altri esseri umani. Â
I fautori della conservazione parlano, però, come se il disegno di legge in votazione al Senato plasmasse dal nulla una nuova realtà . Non è così. La «Cirinnà », con grave ritardo rispetto al resto d’Europa, si limita a regolare una situazione già esistente. In Italia ci sono centinaia di creature con un solo genitore biologico che ha un compagno o una compagna del suo stesso sesso. Cosa succederebbe se il genitore morisse e l’adozione del figliastro da parte del partner non entrasse in vigore? Che quei bambini e adolescenti verrebbero strappati alla famiglia che li ha cresciuti e ributtati sulla giostra degli orfanotrofi. Â
Prima di dare qualsiasi risposta è sempre utile capire quale sia la domanda. E qui la domanda è: quei bambini vanno tutelati, sì o no? Se uno ha la forza di dire no, ha una posizione diversa dalla mia – il che può essere un titolo di merito – ma anche da quella della stragrande maggioranza delle nazioni occidentali, dove l’adozione del figliastro è da tempo un’ovvietà che non ha affatto disintegrato la famiglia tradizionale, tanto è vero che in quei Paesi nascono molti più figli che nel nostro. E forse nascono perché l’attenzione verso la famiglia tradizionale si esprime in politiche fiscali e servizi sociali adeguati. Non limitandosi a impedire ad altre famiglie di esistere.Â
La contrapposizione tra guelfi e ghibellini del sesso è fuori dalla Storia e ormai anche dalla cronaca. In una democrazia i diritti non si elidono, si aggiungono. Concederne alle coppie gay non significa sottrarne a quelle etero. Significa prendere atto della vita vera e delle sue diversità . Avendo coscienza che certi processi sono ineluttabili e vanno solo armonizzati e regolati. La macchina dei diritti civili prevede il freno, ma non la retromarcia. Â
*lastampa
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