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Ucciso l’ex presidente del consiglio comunale di Favara (AG)

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’ex presidente del consiglio comunale di Favara (Ag) è stato ucciso con due colpi di pistola mentre si trovava all’interno di un bar

L’omicidio è avvenuto a Favara, comune della provincia di Agrigento, intorno alle 18, l’ex consigliere comunale Salvatore Lupo, già presidente del consiglio comunale del paese nonché imprenditore nel settore delle residenze per anziani, è stato raggiunto da due colpi di pistola che lo avrebbero freddato mentre si trovava all’interno di un bar di via IV Novembre.

Un uomo a volto scoperto lo ha affrontato sparando due colpi di pistola. Sono stati momenti di paura nel locale, l’assassino si è allontanato velocemente, forse c’era un complice ad attenderlo.

Sul posto stanno operando i Carabinieri Comando Tenenza di Favara per effettuare i rilievi del caso e ascoltare i possibili testimoni. L’inchiesta è coordinata al momento dalla Procura di Agrigento.

Il Lupo, 45 anni, a maggio del corrente anno era stato rinviato a giudizio nell’inchiesta “Catene spezzate” insieme ad altre persone per una serie di maltrattamenti ai danni di soggetti ospitati in una comunità. La vicenda riguardava dei disabili psichici tenuti in stanze sporche: isolati dal resto del mondo, senza alcuna possibilità di contattare i familiari e costretti al digiuno. Uno di loro sarebbe stato persino legato al letto con una catena per evitare che potesse allontanarsi. Il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, aveva deciso il rinvio a giudizio degli otto imputati dell’inchiesta “Catene spezzate”, che nel 2015 fece scattare alcune misure cautelari. A processo (prima udienza fissata per l’8 settembre davanti al Giudice Giuseppe Miceli) ci saranno alcuni responsabili e operatori di quella che fu ribattezzata come la “comunità degli orrori”, ovvero la Suami onlus di Licata.

L’uomo nel 2017 era stato anche arrestato con la moglie e a ottobre di quest’anno sarebbe dovuto comparire ancora innanzi al GIP poiché coinvolto nell’inchiesta “Stipendi spezzati” per l’applicazione di un “pizzo” sulla busta paga dei dipendenti della medesima cooperativa di Licata. L’amministratore unico della cooperativa, Lupo, avrebbe prelevato – secondo l’accusa – la metà degli stipendi. Stando all’inchiesta, questi prelievi “forzosi” di denaro avrebbero riguardato oltre 20 dipendenti. La Procura di Agrigento ha ipotizzato che i lavoratori della cooperativa Suami avrebbero accettato il sistema del “cavallo di ritorno” per evitare il licenziamento. Prima gli sarebbe stata imposta la decurtazione dei soldi in contanti, poi sarebbero stati obbligati ad aprire un conto corrente e consegnare carta bancomat e codice pin. L’operazione “Stipendi spezzati” venne eseguita nel 2017 dalla Tenenza Carabinieri di Licata.

Nel novembre 2011 l’auto di Lupo, all’epoca consigliere comunale, era stata incendiata.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)


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