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Salvini, anche sugli immigrati, diffonde le Fake News della Lega

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er documentare “l’invasione dei clandestini”, Matteo Salvini usa dati scelti con furbizia chirurgica (i primi 15 giorni dell’anno). Ma guardare agli arrivi su periodi troppo brevi porta conclusioni affrettate. Come mostra il fact-checking de lavoce.info, il dato solido è che in un anno gli sbarchi sono diminuiti del 34 per cento. E non è neanche vero che ci sono oltre 183 mila stranieri ospitati in albergo. Un approccio serio al problema dell’accoglienza è invece investire in politiche d’integrazione, come prevede il piano del ministero dell’Interno per insegnare a chi arriva lingua italiana, diritti e doveri.

I numeri di Salvini sugli immigrati? Falsi

l fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a un tweet di Matteo Salvini sugli arrivi di migranti.

Il tweet di Salvini

Il tema dell’immigrazione rimane uno tra i più sentiti dall’elettorato, benché nelle ultime settimane se ne sia parlato di meno.
Chi prova a riportare il tema al centro della scena politica è Matteo Salvini, che più ne beneficerebbe in quanto segretario del partito con le posizioni più forti su sicurezza e immigrazione.
È probabilmente con questo obiettivo che il leader della Lega ha pubblicato il tweet che riportiamo:

Record di sbarchi di clandestini in gennaio: già 841 da inizio anno (+15% rispetto all’anno scorso).
E negli alberghi ne stiamo mantenendo 183.681.
Non vedo l’ora che mi diate la possibilità di fermare questa INVASIONE, organizzata e finanziata per cancellare la nostra cultura.

Più 15 per cento, un dato in apparente controtendenza con quelli degli ultimi mesi, che certificano una riduzione degli sbarchi. Secondo il Viminale, il confronto tra 2016 e l’anno appena terminato è quello rappresentato nella figura 1.

Figura 1 – Comparazione mensile tra 2016 e 2017 degli sbarchi di migranti

Nel 2017 si è verificato un crollo degli arrivi via mare: – 34 per cento

Comparazione mensile tra 2016 e 2017 degli sbarchi di migranti

Fonte: cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’interno

Un po’ di (in)sano cherry picking

Come vanno d’accordo dunque i due dati? Matteo Salvini riporta cifre poco significative, in quanto relative a soli 15 giorni su 365. La brevità della serie temporale, unita al fatto che gli sbarchi sono eventi imprevedibili e legati a una serie di variabili logistiche e meteorologiche non sistematiche, fa sì che il confronto sia quasi insignificante per l’individuazione di un trend annuale o quanto meno mensile. Per comprenderlo appieno è sufficiente osservare la dinamica degli arrivi. Oggi, una settimana dopo il tweet di Salvini, la variazione sul 2017 è ancora positiva per il 15 per cento (2.749 sbarchi versus 2.393): nel frattempo, però, ci sono state (figura 2) fluttuazioni positive e negative, fino al meno 58 per cento del 15 gennaio.

Figura 2 – Sbarchi giornalieri nel 2017 e nel 2018

In soli 20 giorni le variazioni anno su anno sono poco significative
Sbarchi giornalieri nel 2017 e nel 2018

Fonte: cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’interno

In appena ventidue giorni (e solo nella metà si sono verificati sbarchi), basta infatti anche un solo approdo per modificare la tendenza e quindi il confronto annuale. Spiegazione che è stata correttamente riportata dalle principali testate giornalistiche, ma non da Salvini. Si tratta dunque del classico esempio di cherry picking: il leader della Lega ha selezionato unicamente i dati a sostegno della sua tesi, ignorando quelli che invece la smentiscono.

Il segretario leghista ha riportato dunque un dato selezionato appositamente e poco significativo, dandone peraltro una contestualizzazione fuori dalla realtà. In questo modo i suoi 625 mila follower hanno ricevuto l’informazione che l’ondata migratoria avrebbe ricominciato a premere sulle coste italiane. Un contesto distorto rispetto ai fatti: in un anno gli sbarchi sono diminuiti del 34 per cento, da 181mila e 436 a 119mila e 310 migranti giunti sulle coste italiane. Una flessione cominciata a luglio, da quando Minniti ha cambiato le politiche migratorie, stringendo accordi con le comunità e la guarda costiera libiche.

Tutti negli hotel?

Salvini non si ferma qui: aggiunge che sarebbero 183.681 i migranti mantenuti negli alberghi. La stessa cifra la riporta il Viminale per quantificare il “totale degli immigrati presenti sul territorio” al 31 dicembre 2017; ciò tuttavia non significa che si trovino in strutture alberghiere. Il sistema di accoglienza italiano è complesso e basato sul decreto legislativo n. 142 del 2015, come spiegano la Camera dei deputati e pure LeNius e ValigiaBlu nei loro approfonditi dossier.

Vi è in principio l’assistenza, svolta nelle aree hotspot (a ottobre erano 4, con capienza complessiva di 1.600 persone). Al termine delle procedure di prima assistenza, screening sanitario e identificazione, il migrante può procedere con la presentazione della richiesta di asilo.

Qui avviene la prima divisione: chi non ha presentato la richiesta viene trasferito nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), mentre i richiedenti asilo vengono smistati negli hub regionali di prima accoglienza (che a luglio 2017 ospitavano il 7,3 per cento dei migranti), o nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) nel caso di grande afflusso di migranti (che ne ospitavano il 77 per cento). È proprio tra i Cas, assegnati dalla prefettura, che si possono trovare anche strutture alberghiere quali soluzioni temporanee.

Vi è infine il secondo livello dell’accoglienza, cioè lo Sprar (sistema di protezione per richiedenti e rifugiati), che ospita i richiedenti e coloro che si sono già visti riconoscere la domanda ma che non dispongono di mezzi economici sufficienti. A novembre 2017 erano 31.270 gli individui ospitati dal programma, tra cui 3.110 minori non accompagnati.

Non esistono dati pubblici sul numero di migranti e richiedenti asilo ospitati negli alberghi, né è stato possibile ottenerli dal ministero dell’Interno. Tuttavia, i dati ci mostrano come sia impossibile che l’intera platea di ospiti – 183.681 persone – sia oggi negli hotel: probabilmente, lì si trova una minoranza. Di certo è che lo sarebbero in un numero ben minore se tutti i comuni italiani (e non meno del 15 per cento) partecipassero al progetto Sprar, che prevede un’integrazione più diffusa e distribuita, rispetto ai Cas. Eppure, Salvini incita i sindaci della Lega a non partecipare.

Il verdetto

Matteo Salvini cerca di riportare in auge il tema degli sbarchi e della sicurezza, inventandosi un esodo esponenziale che i numeri smentiscono da ormai diversi mesi. Non è neppure vero che quasi 200mila migranti si trovano negli alberghi italiani: anche se non è disponibile una cifra precisa degli immigrati ospitati nelle strutture alberghiere, si tratta certamente di un numero minore – visti i dati nelle varie fasi dell’accoglienza.

Nonostante quello dell’“invasione” sia un tema caro nella Lega, come dimostra anche il difensore della “razza bianca” Attilio Fontana, il tweet di Salvini è FALSO.

D’altronde eccola, l’“invasione”:

Figura 3 – Proporzione degli stranieri presenti sul territorio italiano

La stima degli stranieri raggiunge il 10%%
Proporzione degli stranieri presenti sul territorio italiano

Fonti: IstatUnhcrEurostatFondazione Ismu;

Elaborazioni e stima sui dati di stranieri residenti, stranieri non residenti, rifugiati, richiedenti asilo, stranieri irregolari tra il 2016 e il 2017.

LORENZO BORGA: Studente di Economia, Mercati e Istituzioni presso l’Università di Bologna. Collaboratore de Il Foglio e fact-checker de lavoce.info. Vive a Trento e su Twitter è @borga_lor

vivicentro.it/POLITICA
vivicentro/La Fake News di Salvini sugli immigrati
lavoce.info/I numeri di Salvini sugli immigrati? Falsi (Lorenzo Borga)


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