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Rinviati a Giudizio dirigente comunale e gestore delle escursioni sull’Etna

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Rinviati a giudizio 18 persone su richiesta della Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna.

Ci si era occupati della vicenda nell’articolo “Etna, neanche il vulcano più alto d’Europa sfugge alla regola delle parentopoli”. Un’interrogazione della deputata regionale del Movimento 5 Stelle Angela Foti, aveva denunciato al Governo regionale le presunte irregolarità sul bando- corso per Guide Vulcanologiche e sul quale già pendevano le denunce dei partecipanti esclusi.

Nel frattempo la Procura di Catania aveva aperto un’inchiesta per una sospetta parentopoli sui 20 ammessi al corso di formazione per diventare nuove guide vulcanologiche. Si trattava delle uniche figure autorizzate a condurre turisti fino ai crateri dell’Etna e di Stromboli. I Carabinieri, su mandato del procuratore Carmelo Zuccaro, avevano acquisito gli incartamenti delle prove fisiche svoltesi il 3 maggio nel bosco Ragabo, sul versante nord dell’Etna. L’indagine era stata avviata a seguito di un esposto di più di uno dei 104 concorrenti poi non risultato tra gli ammessi al corso che segnalavano anomalie nello svolgimento del concorso.

Il versante Etna Nord ed in particolare gli impianti di risalita ex Star erano anche stati oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza della tenenza di Riposto per la gestione dei trasporti sulle jeep dei turisti da Monte Conca sino ai crateri sommitali del vulcano. Sotto la lente d’ingrandimento dei militari delle Fiamme gialle vi è la proroga di una concessione del 2013 e i bandi annuali, sempre della stessa concessione per gli anni 2016 e 2017 per la quale era stato fatto un protocollo d’intesa tra i comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia.

Un ruolo nella turbativa d’asta lo avrebbe avuto il dirigente del comune di Linguaglossa Francesco Barone che avrebbe ricevuto regalie e favori da Morosoli. Il Gip Giuliana Sammartino aveva anche sospeso dai pubblici uffici Orazio Di Stefano, funzionario dell’Ente Parco dell’Etna, per corruzione e rivelazione di segreti del proprio ufficio, e Alessandro Galante, un poliziotto in servizio alla Questura di Catania, ma assegnato sull’Etna, per concorso nel reato di turbata libertà degli incanti per l’immobile di Monte Conca.

Più delicata era la vicenda dell’estorsione di Morosoli consumata all’interno di Ultima Tv, ed in particolare nei confronti di due giornaliste per cinque volte costrette ad accettare contratti a tempo determinato in una società interinale e poi licenziate, anziché essere assunte a tempo indeterminato, ma anche minacciate nel corso di una riunione per avere ricevuto a firma della redazione una lettera con richieste di chiarimenti.

Militari della Guardia di Finanza di Catania e di Riposto avevano anche sequestrato beni per equivalente per 690mila euro riconducibili a Russo Morosoli e alle azioni della sua società. Nell’inchiesta era stato coinvolto ed è finito anche lui ai domiciliari, il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, di 47 anni, per istigazione alla corruzione per la gara sulla manutenzione dell’acquedotto comunale e lo sfruttamento dell’energia elettrica prodotta. La sua vicenda non ha nulla a che vedere con Russo, ma entra in questa indagine per un’intercettazione da cui salta fuori il nome di Calanna.

Ora il Gup di Catania, Giancarlo Cascino, accogliendo la richiesta della Procura, ha rinviato a giudizio 18 persone nell’ambito dell’inchiesta, nata da quelle indagini della Guardia di Finanza, sulla “gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna”. Tra loro l’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli e il dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa, Francesco Barone, indagati per turbata libertà degli incanti e corruzione a seguito dell’inchiesta sugli affidamenti “del servizio di trasporti a fini turistici sul versante Nord dell’Etna, con pista rotabile di Piano Provenzana, dal 2016 al 2018” e quello “in concessione di un immobile del Comune a Monte Conca nel 2018”. Morosoli è imputato anche per “estorsione ai dipendenti dell’emittente Ultima Tv”, poi chiusa, di cui era editore. La prima udienza del processo si terrà il 7 maggio 2020 davanti la terza sezione penale del Tribunale. Giudizio abbreviato, con inizio il 17 gennaio 2020, invece, per il funzionario regionale Giuseppe Dentici.

A

dduso Sebastiano

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