Il sindaco di Parma commenta la scelta di Grillo di defilarsi. “Spero che questo porti a rivedere delle posizioni e a organizzare un collegamento con i territori”. E rispunta ipotesi lista civica.
“Spero che il passo di lato di Grillo serva a cambiare le cose, a creare un collegamento più forte con i territori». Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è a Roma per la candidatura della sua città a capitale della cultura. Ha ridotto il debito del 40 per cento, portato la raccolta differenziata al 72. È il 5 stelle più amato nella classifica dei sindaci, con il 54 per cento dei consensi, ma continua a essere il meno amato dai vertici M5S. «Non so ancora se mi ricandiderò e se lo farò con il Movimento: serve rinsaldare il rapporto, io vorrei farlo, ma bisogna essere in due”
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Beppe Grillo ha annunciato un passo di lato per riprendersi la libertà. Ci crede?
“È già più di un anno che tra stanchezza, riavvicinamenti, nomine del direttorio, la presenza di Grillo ha cominciato a essere laterale. Spero che questo porti a rivedere delle posizioni e a organizzare quel collegamento con i territori che, in vista delle prossime amministrative, è quanto mai necessario”.
Rivedere quali posizioni?
“Quel che è accaduto nell’ultimo periodo ha dimostrato quanto sia importante che ci sia un collegamento tra il centro e i comuni. Quarto a parte, nelle città che vanno al voto molti gruppi si spaccano e si contendono le candidature. Non erano stati nominati dei referenti territoriali? Dove sono? Cosa fanno?”.
Sta dicendo che Fico, Di Battista e Di Maio non bastano?
“Parlamentari che svolgono con impegno il loro compito non possono fare tutto”.
È questa l’origine degli errori fatti a Quarto?
“Quarto è stato il primo grosso problema del Movimento sui comuni. Dagli errori si può imparare, ma per farlo bisogna partire dalla conoscenza delle persone. Don Milani diceva: ‘A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?'”.
Lei ha difeso Rosa Capuozzo quando le è stato chiesto un passo indietro. Perché?
“Ho visto un suo post oggi, i commenti sotto erano tutti un ‘ripensaci’, ‘tieni duro’. La situazione vista dal livello nazionale è diversa da come viene vissuta lì. Umanamente mi sono immedesimato: ritrovarsi in una situazione più grande di lei, a pochi giorni dall’elezione. Se si era sicuri che il sindaco e la giunta non avevano fatto niente serviva un lavoro più corale. E una decisione più corale”.
L’hanno presa il direttorio e Casaleggio.
“Non so chi c’era, ma sicuramente non è stata allargata. Non puoi parlare di massima democrazia, di trasparenza, di condividere le informazioni, se al momento del bisogno le decisioni le prendono sempre meno persone”.
Il Movimento abbandona i suoi sindaci davanti alle difficoltà?
“Bisogna entrare nell’ordine di idee che amministrare è diverso dal fare opposizione. A volte ci sono impegni pregressi da rispettare, per cambiare le cose serve tempo. E bisogna incontrarsi, condividere le esperienze”.
Lei ha sempre criticato le espulsioni, perché ha cacciato un consigliere?
“Io non ho criticato le espulsioni, ma il metodo con cui sono state fatte, l’aderenza o meno alle regole. La persona che è andata via non solo ci votava contro, ma non partecipava alle riunioni. Dopo aver chiesto chiarimenti e non aver ottenuto risposte, seguendo il regolamento condiviso tra i consiglieri, abbiamo proceduto con il voto di espulsione”.
Si ricandiderà con l’M5S o farà una lista civica?
“È presto per dirlo, sto valutando se ricandidarmi e comunque non dipende solo da me. Anche sul caso dell’espulso abbiamo chiesto un intervento dei vertici com’è accaduto a Livorno e ad Assemini – e non ci ha ancora risposto nessuno. Serve parlarsi per rinsaldare il rapporto, ma a volerlo bisogna essere in due”.
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