Napoli, commemorazione in Consiglio Comunale delle 26 donne migranti morte in mare
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resieduta dal presidente Sandro Fucito, la seduta odierna del Consiglio Comunale si è aperta alla presenza di 29 consiglieri. Su richiesta delle consigliere Eleonora De Majo, Elena Coccia e Francesca Menna, si è svolta in aula la commemorazione delle 26 donne migranti morte in mare, e giunte nel porto di Salerno lo scorso 5 novembre. Nell’ora precedente si era svolto il Question Time.
La seduta del Consiglio Comunale si è aperta alla presenza di 29 consiglieri. Su richiesta delle consigliere De Majo (Dema), Coccia (Napoli in Comune a Sinistra) e Menna (Movimento 5 Stelle), si è svolta in aula la commemorazione delle 26 donne migranti, morte nelle acque del Mediterraneo, giunte nel porto di Salerno lo scorso cinque novembre.
Una commemorazione anomala, ha dichiarato la consigliera Eleonora De Majo, perché si tratta di donne senza storie, senza biografie, morte in uno dei tanti viaggi della morte che attraversano il Mediterraneo. Una storia, quella di queste 26 migranti, che assume un peso particolare a cinque giorni dal 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che mai come quest’anno va centrata sulla doppia violenza che subiscono le donne migranti, costrette ad ogni tipo di sopruso nel corso delle loro migrazioni, così come emerge dalla lettura del referto dell’autopsia sui loro corpi, e dalla dichiarazione stessa delle Nazioni Unite, che definisce un atto disumano il patto tra l’Unione Europea e la Libia sui migranti. E’ importante – ha concluso De Majo – che l’iniziativa di oggi veda coinvolte aree e sensibilità diverse della città, a dimostrazione che queste donne meritano rispetto, come tutte le altre che giacciono sui fondali del Mediterraneo.
La consigliera Elena Coccia ha ricordato l’età di queste ventisei donne, tutte tra i 14 ed i 18 anni, due delle quali erano anche incinte. Non sapremo mai, ha continuato Coccia, l’origine di queste violenze impresse sui loro corpi, ma quel che emerge in maniera forte è un duplice tema: non solo quello di un’immigrazione che il mondo intero non sa affrontare, ma anche una precisa istanza di genere. Queste ventisei donne sono state oggetto di chissà quali dinamiche interne ad un quadro di marginalità nella marginalità. Questo fa pensare anche che il tema del femminismo non si è ancora esaurito, e che ancora bisogna lavorare per superare queste contraddizioni. Le rose bianche depositate sulle loro bare devono essere il simbolo di questo impegno, nel nome – come ricordato anche nel Vangelo – del dovere dell’accoglienza verso gli stranieri .
La consigliera Francesca Menna ha evidenziato l’importanza di immaginare queste donne nella loro umanità, pensarle come giovani donne un momento prima di partire: i loro sentimenti, le emozioni provate prima di lasciare i loro affetti, le loro speranze. Pensiamo – ha aggiunto Menna – a cosa può aver provato una ragazzina di 14 anni prima di lasciare tutto. Dobbiamo imporci di vederle umane, immaginarcele nella loro fierezza, nel coraggio, nella forza di andare oltre la disperazione. Proviamo a vederle così, anche da morte. In questo senso è un peccato che in occasione del loro funerale non siano stati coinvolti i componenti della loro comunità: questo avrebbe consentito di restituire loro quell’umanità che troppo spesso dimentichiamo e, per noi, immaginare un percorso di pace, che ci faccia vedere la guerra nella sua brutalità. Sarebbe importante – ha concluso – lavorare ad un odg che impegni l’amministrazione ad attivarsi per proteggere la condizione delle donne migranti.
Il Sindaco Luigi De Magistris è quindi intervenuto apprezzando che questa commemorazione sia stata svolta da tre donne del Consiglio, ma ha voluto evidenziare che l’intera città ha vissuto questo ennesimo episodio come un tremendo crimine contro l’umanità. Da giurista, il Sindaco ha ricordato che ci saranno governanti che verranno chiamati a rendere conto nei tribunali internazionali per quella che oggi si configura a tutti gli effetti come una vera e propria deportazione. Ricostruendo le tappe di queste tragedie, il Sindaco ha evidenziato che – se nemmeno di fronte a queste tragedie l’Europa non apre i cuori, le porte- servono ulteriori riflessioni su temi che sono politici e giuridici, sui quali la città di Napoli si è apertamente schierata in favore dell’accoglienza. L’aula ha quindi osservato un minuto di silenzio in memoria delle ventisei donne.
Il consigliere Lanzotti (Forza Italia) è intervenuto ai sensi dell’art. 37 del Regolamento, un intervento nonostante l’impegno preso in Conferenza dei Capigruppo da parte dei consiglieri tutti di non effettuare interventi su questioni urgenti. Il consigliere ha motivato il proprio intervento con l’urgenza di parlare dei fatti accaduti sabato notte a Chiaia con la sparatoria che ha avuto come teatro la zona dei baretti e che ha registrato sei feriti. Una situazione insostenibile e di grande pericolo, che vede bande di minori fronteggiarsi anche con armi con disagi ormai impossibili da gestire per i cittadini, con la richiesta di interventi seri come la richiesta di presidio dell’esercito. Il consigliere Zimbaldi (Dema) ha rifiutato l’idea che indica come responsabili degli episodi persone provenienti dalle periferie, invitando il consigliere Lanzotti a scusarsi per le parole utilizzate che risultano offensive per tutte le persone oneste che vivono in periferia. Il consigliere Lanzotti ha chiarito di aver usato parole forti riferendosi a quanti delinquono e usano violenza, rispetto ai quali occorre alzare la voce indipendentemente dal luogo di provenienza.
Prima dell’inizio della seduta, presieduto dal Vice Presidente Fulvio Frezza, si è svolto il Question Time. Sono intervenuti i consiglieri: Moretto (Prima Napoli) sulla situazione dei lavori di riqualificazione di Via Marina e sulla piantumazione dei palmizi nella stessa via, con risposta in aula dell’assessore alle Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità Mario Calabrese, che ha fatto il punto sulle cause del ritardo per l’ultimazione dei lavori e sulle fasi previste per la loro ripresa; sul numero di maestranze impiegate; sulla situazione di chiusini e caditoie e dell’illuminazione; sulla scelta delle alberature piantate nell’area. Moretto è intervenuto inoltre sul problema del pagamento del fitto per i locali della IV Municipalità, una vicenda che si protrae da anni, con risposta dell’assessore al Patrimonio Ciro Borriello, che ha parlato delle scelte delle precedenti amministrazioni e delle possibili soluzioni per ricollocare gli uffici della IV municipalità, dichiarando che è stato commissionato a Napoli Servizi uno studio di fattibilità per la sede ora individuata, presso l’ex Tiberio Palace.
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