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Il capolavoro di Schiller, Maria Stuarda, in programma al TEATRO SOCIALE di Brescia

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Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi dirette da Davide Livermore danno corpo e voce al capolavoro di Schiller: “Maria Stuarda”

Una produzione firmata Centro Teatrale Bresciano che apre questo  nuovo anno all’insegna di Brescia e Bergamo, Capitale italiana della cultura.

 La straordinarietà di affrontare testi classici – si legge nelle note di regia dello spettacolo – è che mutano come mutiamo noi: danno sempre risposte straordinarie a quel che cerchiamo, che di tempo in tempo muta a seconda dei bisogni della società”.

Con questo capolavoro immortale  il Centro Teatrale Bresciano inaugura il 2023, una nuova produzione firmata dal TRIC cittadino – la nona del cartellone di Questo cuore umano, titolo della sua 49^ Stagione di prosa – realizzata insieme a Teatro Nazionale di Genova e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Maria Stuarda di Friedrich Schiller. Titolo tra i più attesi del palinsesto del CTB, lo spettacolo vede sul palcoscenico due regine assolute della scena teatrale italiana, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, dirette da Davide Livermore.

La trama di Maria Stuarda

Riflessione sulla donna e sul potere che racconta dello scontro tra la regina di Scozia Maria Stuarda ed Elisabetta, sovrana d’Inghilterra, il dramma di Schiller arriva sul palcoscenico del Teatro Sociale in questo emozionante inizio di nuovo anno che vede Brescia, insieme a Bergamo, Capitale italiana della cultura.

Schiller racconta il confronto serrato e tragico tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I.

In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro sarà implacabile.

Politica, religione, potere: intrighi e passioni – pubbliche e private – si mescolano in questo violento affresco storico che Davide Livermore ambienta in una scena claustrofobica, dominata da una grande scalinata – un non-luogo in cui tutto è possibile. Sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

Un’opera che è anche un’aspra riflessione sul rapporto tra donne e potere. La regina Elisabetta, infatti, nell’evolversi della vicenda, si mascolinizza, perdendo progressivamente le sue caratteristiche di donna pur di vincere la sfida con la rivale. Al contrario, dichiara Livermore “vorremmo lasciarci ispirare da un ‘principio femminile del diritto’, una legge più umana, più comprensiva e dunque più giusta. Vorrei vedere il potere esercitato da una donna, e non da una regina che è proiezione del maschile, come peraltro era Atena in Eumenidi, capitolo conclusivo dell’Orestea”.

Maria Stuarda, però, non è solo un profondo atto d’accusa ai meccanismi del potere. Per sua natura è una potente partitura scenica, che diventa una sfida per due straordinarie attrici. Saranno, infatti, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi (citate in ordine alfabetico), vestite con i costumi firmati da Dolce & Gabbana, a contendersi, letteralmente, i ruoli. Sera dopo sera, infatti, sarà una sorpresa anche per le due interpreti scoprire chi vestirà i panni di chi: a decidere la sorte sarà un gioco teatrale, che nel prologo dello spettacolo indicherà chi delle due attrici sarà la regina destinata a regnare e chi quella destinata a perire.

Accanto alle due protagoniste, cinque bravissimi attori, Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, insieme alla musicista Giua, chitarra e voce.

La traduzione del testo di Schiller a cura di Carlo Sciaccaluga si basa su endecasillabi liberi, in un’ideale continuità d’intenti che Livermore prosegue nel suo lavoro di avvicinamento tra opera e prosa. Non è un caso che il dramma di Schiller abbia ispirato Gaetano Donizetti che, nel 1835, complice il librettista Giuseppe Bardari, ne fece un’opera.

Maria Stuarda al teatro sociale di brescia-min

Le parole del regista di “Maria Stuarda”

“Nella mia ricerca in prosa – spiega Livermore – mi interessa sempre più scandagliare quello che per me è il fondamento storico del teatro italiano, ossia il ‘recitar cantando’.

Il metodo è sempre lo stesso: ‘Armonia al servizio della poesia’. La musica sarà una delle colonne portanti della nostra storia”.

Così per mettere in scena il dramma storico sono stati coinvolti due musicisti molto diversi tra loro, Mario Conte, compositore e sound designer, e Giua, cantautrice e chitarrista, che sarà sul palco insieme agli attori.

Dal loro incontro è emersa una scrittura musicale profondamente epica, che ci porta da Purcell a Dowland (musicista che ha scritto per Elisabetta I) e a Davide Rizzio, amante di Maria Stuarda e compositore di song bellissime, ma il tutto rivisto con l’uso della chitarra elettrica, creando un ambiente sonoro dark e contemporaneo.

Dopo il successo al debutto genovese avvenuto lo scorso ottobre, lo spettacolo farà tappa al Teatro Sociale di Brescia nella sala di via Felice Cavallotti dal 10 al 15 gennaio 2023 (tutti i giorni alle ore 20.30; la domenica alle ore 15.30), per poi partire per la lunga tournée che lo porterà a toccare i palcoscenici di Trieste, Torino, Padova, Pavia, Lugano e, infine, Bergamo.

Note di regia di Davide Livermore

Schiller è uno dei geni del teatro di tutti i tempi: è il drammaturgo, l’uomo di teatro che ha compreso quanto una delle cose fondamentali, per creare vertigine in una società, sia partire da storie straordinarie e dalla qualità del racconto di queste storie.

È magistrale nel gestire la funzione narrativa e nel far entrare all’interno dell’arco del racconto una profonda indagine sull’animo umano, sulle emozioni di ciascuno di noi.

E, nel caso di Maria Stuarda, sul ruolo della donna (…)

La straordinarietà di affrontare testi classici è che mutano come mutiamo noi: danno sempre risposte straordinarie a quel che cerchiamo, che di tempo in tempo muta a seconda dei bisogni della società: il piacere di affrontare un testo come questo è che possiamo capire quanto noi siamo cambiati.

Il punto di partenza è una opposizione: una donna nasce regina, l’altra bastarda. Elisabetta e Maria sono due donne che si tengono l’una all’altra: i loro destini sono legati, e la morte dell’una determina il crollo verticale, psicofisico dell’altra. E così come il destino ha deciso le sorti delle due regine, altrettanto decide in pochi istanti cose fondamentali della nostra vita. Allora, le due attrici saranno scelte attraverso una azione teatrale che determinerà le sorti della signora Marinoni e della signora Pozzi – citate rigorosamente in ordine alfabetico – per ogni singola sera.

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Gruppo BCC Agrobresciano, Fondazione ASM, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus e Intesa Sanpaolo.


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