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Lettera dall’EU all’Italia: le ragioni della procedura, cosa chiede, e cosa ci aspetta

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La Ue ha deciso di raccomandare ai governi europei l’avvio per l’Italia di una procedura per deficit eccessivo causata dal mancato rispetto della regola del debito, un percorso mai applicato prima.

E

’ la prima volta che la Commissione Europea propone una procedura d’infrazione per debito eccessivo, e questo amaro ‘primato’ spetta all’Italia. Per gli esperti di Bruxelles, il nostro Paese non ha fatto progressi sufficienti sulla strada della discesa del debito. Il problema poi è anche la scarsa crescita e la mancata riduzione del deficit strutturale che rendono, secondo gli esperti di Bruxelles, il percorso tutt’altro che facile.

A partire da oggi per l’Italia si apre una ‘finestra’ di circa un mese per trattare con Bruxelles e dimostrare buona volontà. In pratica i governi europei avranno tempo fino a luglio per decidere sulla raccomandazione ‘tecnica’ della Commissione.

Più nel dettaglio essi dovranno esprimersi sulla necessità di aprire o meno una procedura di infrazione sul debito. Il primo gradino è il pronunciamento del Comitato economico e finanziario, l’organismo che raggruppa i direttori generali dei vari ministeri delle Finanze. Della questione discuteranno i ministri delle Finanze dell’area euro e della Ue nel doppio appuntamento Eurogruppo-Ecofin del 13 e 14 giugno a Lussemburgo, ma la sede in cui i governi prenderanno una decisione è quella dell’Ecofin, del 9 luglio, a cui spetta la parola finale sull’avvio della procedura.

Cosa chiede l’Europa all’Italia per evitare la procedura per deficit eccessivo

La Commissione europea, come anticipato lo scorso 3 giugno da AGI, compie il primo passo formale per l’avvio di «una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola sul debito» nei confronti dell’Italia, e mette nero su bianco un giudizio molto pesante sulle misure decise dal governo giallo-verde che, secondo Bruxelles, hanno «danneggiato l’economia italiana».

Ora palla all’Italia: le ragioni della procedura

La palla adesso è nella metà campo italiana: sarà Roma che dovrà decidere se venire incontro alle obiezioni di Bruxelles rimettendo le finanze pubbliche in linea con le richieste della Ue, oppure se lasciare le cose come stanno, andando incontro a una procedura mai applicata a nessun Paese fino ad oggi.

Palazzo Chigi assicura che «le regole del Patto di stabilità saranno rispettate», e aggiunge che «il dialogo con la Commissione continua».

Dal canto suo, il commissario agli Affari economici della UE, Pierre Moscovici, durante la conferenza stampa dice, con tono conciliante:

«In questa fase non vedo alcuna necessità di speculare siamo pronti a esaminare i nuovi dati in arrivo dall’Italia che potrebbero modificare questa analisi» e aggiunge, parlando in italiano, «la mia porta è aperta».

Nolto meno conciliante il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che attacca affermando ch la decisione della Commissione di richiamare il governo per la violazione della regola del debito, «va ben aldilà della procedura»

«Quando guardiamo all’economia italiana vediamo i danni che stanno facendo le recenti scelte politiche: la spesa per interessi dell’Italia nel 2018 si è rivelata pià alta di circa 2,2 miliardi di euro a 65 miliardi invece di 62,8 miliardi, la crescita si è praticamente fermata».

Cosa ci aspetta con la procedura di infrazione

Non rispettare la regola sul debito rappresenta un’inosservanza che potremmo pagare carissima: rischiamo cioè una multa fino a 9 miliardi di euro ossia fino allo 0,5% del Pil , il congelamento dei fondi strutturali e lo stop dei prestiti concessi dalla Banca europea degli investimenti.

Ogni sei mesi dovremmo poi inviare un report a Bruxelles, che a sua volta verificherà ogni tre/sei mesi il trend di crescita di debito e deficit.

E questo è!

Cambiato qualcosa? Ma proprio per niente ed anche Conte, in un video postato su Facebook da Hanoi, in Vietnam, ci tiene a far sapere che “Quota 100 e reddito di cittadinanza non si toccano” “Le due misure verranno attuate integralmente” “Non è assolutamente all’ordine del giorno, anzi è proprio da escludere qualsiasi taglio”

«Ragionevolmente stiamo lavorando con il Mef perchè si prefigurano dei rispami di spesa, che è un concetto completamente diverso, significa che in via prudenziale abbiamo accantonato delle somme che ragionevolmente con il monitoraggio in corso si stanno rivelando un po’ sopra dimensionate» ed ha aggiunto: «Se eventualmente ci saranno dei risparmi di spesa è qualcosa che è completamente diverso dal dire si va a tagliare la misura, le misure verranno attuate integralmente e rimangono intatte».

Questo il caso e la situazione ad oggi per cui, concludendo, annoto che ora, a stretto giro, il dossier sarà sul tavolo dell’Eurogruppo per il 13 giugno, anche se la parola decisiva l’avrà l’Ecofin del 9 luglio e poi …..

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