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“La verità fa male” FdI va ancora all’attacco della Rai

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“La verità fa male” cantava Caterina Caselli, e a FdI va molto stretta per cui riprova, ancora una volta, a ribaltare la dirigenza RAI che non li coccola, ma consente che siano conosciuti fatti a loro avversi.

“La verità fa male” FdI va ancora all’attacco della Rai

Nel corso degli ultimi anni, Fratelli d’Italia ha presentato numerose richieste di dimissioni e accuse nei confronti di membri della dirigenza della RAI.

Nel 2019, il partito ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della RAI Marcello Foa, accusandolo di aver trascurato i propri doveri di vigilanza e di aver mancato di tutelare l’azienda da possibili conflitti di interesse.

Nello stesso anno, Fratelli d’Italia ha richiesto le dimissioni del Direttore Generale della RAI, Mario Orfeo, accusandolo di aver sottovalutato le preoccupazioni circa la gestione della Rai da parte della maggioranza di governo.

Anche l’amministratore delegato Mario Gubitosi stato oggetto delle critiche del partito, che lo ha accusato di aver promosso una politica di maggioranza all’interno dell’azienda.

Inoltre, Fratelli d’Italia ha presentato interrogazioni al Governo volte a chiarire le accuse di favoritismo nella nomina dei membri della dirigenza della RAI.

Il partito ha inoltre richiesto l’apertura di un’inchiesta indipendente sull’operato dei dirigenti e l’adozione di misure volte a garantire la trasparenza e l’imparzialità dei processi decisionali.

Ora ci riprova  dopo che, a Sanremo 2023, durante l’esibizione in free style sulla nave Costa Crociere ormeggiata al largo di Sanremo, Fedez ha mostrato, e poi strappata, la foto del ministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami vestito da SS con tanto di fascia nazista sul braccio sinistro.

Il fatto:

Rappando, durante l’esibizione in free style sulla nave Costa Crociere ormeggiata al largo di Sanremo, Fedez ha elencato le polemiche di questa edizione, a partire a quelle sulla partecipazione di Rosa Chemical, e poi si è chiesto:
“Forse è meglio un viceministro vestito da Hitler…»,
mostrando al pubblico una foto di Bignami con la divisa nazista diffusa nel 2016.

Alla fine poi, Fedez ci tiene a dire e precisare:

“Io, per riprendere l’articolo 21 della Costituzione citato anche da Benigni, voglio assumermi le piene responsabilità di ciò che ho fatto – ha detto il rapper alla fine dell’esibizione, dopo aver stracciato l’immagine di Bignami –. Il testo di questa canzone non era stato annunciato allo staff Rai, mi assumo la piena responsabilità di quello che ho detto”.

FdI ancora all’attacco della Rai: “chi sapeva deve dimettersi”

Questa volta, a provarci, è Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che, nell’avanzare la richiesta di dimissioni parla di “killeraggio politico” e di “doppiopesismo”:

“in Rai sapevano ma nessuno ha fatto nulla, rendendosi di fatto complici del soliloquio politico di Fedez e del suo attacco ad un viceministro della Repubblica.
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Verità, il suo ‘show’ sarebbe infatti stato provato prima della ufficiale messa in onda.
Dettagli inquietanti che stanno venendo fuori e che, se confermati o meglio non smentiti, dovranno necessariamente portare ad un immediato chiarimento.
Allo stato, emerge che il palco dell’Ariston si è trasformato, con il consenso e beneplacito proprio della Rai, in una tribuna elettorale”

FdI denuncia e invoca dimissioni, la Rai si dissocia.

 La Rai si dissocia: “Non eravamo a conoscenza della performance”

      • “Confermo che non eravamo a conoscenza della performance di Fedez. A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto che deve esprimersi attraverso tutte le forme d’arte e tutti i pensieri che un individuo vuole esprimere. A nome della Rai, e in maniera netta, sento di dire che mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato nella gestualità”. Così Stefano Coletta, direttore di Rai1, sulla performance di Fedez.
      • “I gesti possono fare molto male – ha aggiunto – quando diventano un attacco personale, che contesto fortemente, come il servizio pubblico non può ammettere. Non è più libertà nè diritto quando si tramuta in un attacco personale. Peraltro riferito a un viceministro del nostro governo che aveva già chiesto scusa”.

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