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Juventus, Allegri: “Sono stato deferito, mi difenderò”

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i microfoni della stampa, al termine della conferenza di mister Allegri alla vigilia di Sampdoria-Juventus, è intervenuto il presidente della Juventus Agnelli, il quale ha dichiarato: “Buongiorno a tutti  grazie di essere qua. Nella giornata odierna,  qualche minuto fa, una mezz’oretta fa, mi è stato notificato un deferimento da parte della Procura federale. Tale deferimento riguarda il sottoscritto, il dottor Francesco Calvo, all’epoca nostro dirigente, il signor Alessandro D’Angelo e il signor Stefano Merulla. Questa società, i suoi dipendenti e il sottoscritto, non hanno nulla da nascondere e da temere, ed è questo il motivo per cui oggi sono qui davanti a voi, seppur per pochi minuti. Nei mesi scorsi i dipendenti della Juventus, che godono della mia massima fiducia, hanno collaborato con la Procura della Repubblica di Torino in veste di testimoni, nel quadro di un’indagine riguardante alcuni personaggi legati al mondo della criminalità organizzata. Questa veste di testimoni è stata sottoposta ad un controllo invasivo e meticoloso, anche con l’uso di intercettazioni ambientali e telefoniche e non è mai montata. Erano testimoni e sono rimasti testimoni fino alla chiusura delle indagini penali. Oggi la Procura Federale, anziché limitarsi a contestare  eventuali irregolarità nella vendita dei biglietti emette un deferimento nel quale il mio nome, quello dei nostri dipendenti, rivestirebbe un ruolo di collaborazione con la collaborazione con la criminalità organizzata. Tutto ciò è inaccettabile, ed è frutto di una lettura parziale e preconcetta nei confronti della Juventus e non rispondente a logiche di giustizia. Ricordo che l’attività di ordine pubblico e di prevenzione  per le partite di calcio vengono svolte in stretta collaborazione con tutte le forze dell’ordine e dal personale della Juventus. Mi difenderò, difenderò i nostri collaboratori e soprattutto difenderò il buon nome della Juventus che per troppe volte è già stato infangato e sottoposto a curiosi procedimenti sperimentali da parte della giustizia sportiva. Tale difesa avverrà nelle sedi opportune, ma vi invito, signori, vi invito fin da oggi ad approfondire con grande attenzione le tematiche di un’inchiesta curiosamente scomparire dalla scena mediatica gli accusati di reati mafiosi per essere sostituiti da testimoni che hanno l’unica colpa di lavorare in una società molto famosa e sulla bocca di tutti. Per evidenti motivi non rispondo nel merito  del provvedimento davanti a voi, perchè penso che sia doveroso farlo davanti alla giustizia sportiva. Vi invito tuttavia ad essere a vostra volta testimoni e non strumenti per conclusioni pregiudiziali, che sarebbero a mio avviso sbagliate e in pieno contrasto con quelle tratte dalla giustizia penale. Come ho scritto alcuni giorni fa, non ho incontrato boss mafiosi, a cadenze regolari ho incontrato tutte le categorie di tifosi, siano essi club doc, siano essi Juventus Member o siano essi gruppi ultras. E’ sempre stata un’attività fatta alla luce del sole  che penso rientri a pieno titolo nei doveri di un presidente di una società calcistica. Se alcuni di questi personaggi hanno oggi assunto una veste diversa negli occhi della giustizia penale, questo è un aspetto che all’epoca dei fatti non era noto, nè a me, nè a nessuno dei dipendenti della Juventus. E all’argomento che qualcuno di voi potrebbe opporre, che gli ultrà o i loro capi non sono stinchi di santo, io vi posso dire che potrei anche condividere, ma rispetto  le leggi di stato e queste persone erano libere e non avevano alcuna restrizione a frequentare lo stadio o partite di calcio”.

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