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Castellammare di Stabia

Grazie Presidente Mattarella

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Con la solenne festa del 2 giugno si è concluso, idealmente, il lungo cammino di passione di questi tre mesi post-elettorali: Grazie Presidente Mattarella

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inalmente, grazie anche al Presidente Mattarella, l’Italia ha un governo frutto del risultato elettorale. Nella perigliosa navigazione di queste settimane, pericoli ed insidie se ne sono visti ed intravisti parecchi. Mare sempre agitato e molti attori che, come novelli Eoli, si ingegnavano a soffiare sui flutti, per ingrossare ancor più le onde che rischiavano di sconquassare la nave Italia. Più di uno ha citato la terzina dantesca sempre pronta ad essere usata come strumento di autoflagellazione da noi italioti: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, /nave sanza nocchiero in gran tempesta,/ non donna di provincia ma  bordello.” Come si vede, per l’Italia essere senza timoniere nel bel mezzo di una tempesta, non è malattia nuova. Ma stavolta durante la tempestosa navigazione di questi mesi il presidente  Mattarella è rimasto coraggiosamente al posto di nocchiero-timoniere, per come la Costituzione gli assegna di fare. Egli con forza ed ostinazione ha tenuto la barra del timone dritta ed ha proseguito la navigazione, cercando di far approdare la nave con il minor danno possibile e c’è riuscito. A lui la nostra gratitudine per aver saputo conciliare sia l’affermazione costituzionale delle prerogative del Capo dello Stato, sia la legittima espressione governativa del responso delle urne del marzo scorso.
Nel momento più acuto della crisi, tutti i facinorosi lo hanno accusato di voler impedire il cambiamento. Ma egli ha usato tre mesi di pazienza proprio per permettere che questo parto difficile si espletasse. È risaputo che durante il parto si deve salvaguardare sia il nascituro (nuovo governo) sia la partoriente (la Repubblica-Stato). Essa deve vivere e pensare che anche in futuro dovrà continuare a generare nuovi governi, ma sempre rispettando le regole della Costituzione.
Senza strappi né lacerazioni. Stavolta ce la siamo cavati sol con qualche ammaccatura, ma alla fine ci siamo riusciti.
Quando la nave settimana scorsa ha preso lo scossone del rifiuto verso un ministro in pectore, alcuni dei protagonisti all’opera, sono andati a sbattere contro il monolite della Costituzione, di cui avevano trascurato l’importanza. Salvini si è fatto male, ha incassato ma ha riflettuto prima di reagire. Il Gigino nazionale si è fatto male, si è agitato ed ha reagito scompostamente e con parole non adeguate al suo ruolo. Aver preso milioni di voti non autorizza a mettere i piedi nel piatto. Un aspirante a premier dovrebbe conoscere a menadito le prerogative della Costituzione ed il galateo istituzionale. Non si aizza la folla per farsi difendere dai propri schierani-elettori.
Guarda caso chi sono stati i più scomposti? I 30-40enni: Di Majo, la Meloni e qualche ragazzotto sprovveduto che sul web lancia avvertimenti o auspici di morte al Presidente.
Il quale saggiamente passa sopra il tutto e generosamente pensa all’interesse nazionale. Il suo coraggio, il suo far play, la sua lungimiranza meritano il nostro plauso ed un sentito ringraziamento. Si è comportato da padre: della Patria e di tanti ragazzotti impulsivi, che trascurano o sconoscono il significato ed il valore delle parole in certe situazioni gravi, che possono sfociare in tragedia. Eravamo partiti da una tragicommedia, che via via si è stemperata
in commedia solamente.
E, come nelle tragedie classiche il nodo drammatico viene risolto da un “deus ex machina”, il personaggio risolutore pare sia stato l’ottimo prof.. Carlo Cottarelli che con spirito di servizio si è prestato all’ingrato compito di affiancare il Presidente. Egli ha tessuto con riserbo e competenza la sua tela, favorendo la ripresa del dialogo interrotto. Nei pochi intensissimi giorni ha aiutato la levatrice nel difficile parto. Indi con umiltà è uscito di scena con un sorriso che gli ha meritato un calorosissimo ed inconsueto applauso della sala stampa quirinaliazia. Un vero patriota da cui molti politici matricole dovrebbero imparare cosa significa servire la Patria.
Quindi grazie ancora, Presidente Mattarella e grazie professor Cottarelli.
Dio assista l’Italia!

Carmelo Toscano

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