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Disastro aereo: la Cina e l’Etiopia bloccano l’uso del Boeing 737 Max

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La Cina e l’Etiopia hanno deciso di mettere a terra tutti i velivoli Boeing 737 Max dopo il disastro aereo di Addis Abeba di ieri in cui hanno perso la vita tutte le 157 persone a bordo.

L’incidente aereo è avvenuto ieri mattina alle 8,44 locali: l’aereo era decollato alle 8,38 dall’aeroporto di Bole diretto a Nairobi, in Kenya, ed è precipitato 62 chilometri a sud-ovest dalla capitale etiopica

Quello di ieri è il secondo incidente per il boeing 737 Max ed è accaduto a 5 mesi da quello della Lion Air, verificatosi in Indonesia, in cui persero la vita 189 persone.

A bordo c’erano passeggeri di 32 nazionalità, molti dei quali diretti a Nairobi, dove domani si apre la quinta sessione dell’Assemblea dell’Onu dedicata al clima e tra questi 8 italiani.

Tra gli 8 italiani a bordo del volo si trovava anche Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, e assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia. Tusa – che è stato anche Sovrintendente del Mare della Regione – era diretto in Kenya, per un progetto dell’Unesco. Nel 2018 era stato chiamato a ricoprire l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali, al posto del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Altre quattro vittime italiane appartengono al mondo delle ong che piange, tra gli altri, la perdita di Paolo Dieci, leader nei fatti riconosciuto, presidente di Link 2007, associazione di coordinamento consortile che raggruppa alcune tra le più importanti Organizzazioni non governative italiane. Altre tre vittime appartenevano, invece, alla onlus Africa Tremila, associazione di Bergamo, e sono: Matteo Ravasio, commercialista e tesoriere della città lombarda, Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani che risiedono ad Arezzo.

Africa Tremila è un’associazione di volontari che opera nei Paesi in via di Sviluppo realizzando programmi umanitari a breve e medio termine. Dieci risiedeva a Roma, da cui provengono altre due vittime, che lavoravano per il World Food Programme dell’Onu: la trentenne Maria Pilar Buzzetti, che si stava recando a Nairobi per la conferenza sul clima organizzato dalle Nazioni Unite e Virginia Chimenti, funzionaria consulente del Budget officer dell’organizzazione. Infine, sul volo viaggiava Rosemary Mumbi.

Il presidente Sergio Mattarella, ricordando le vittime, ha affermato:

“Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano”.

Si fa sentire, ovviamente su Twitter, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per dire:

“Oggi è un giorno di dolore. Nell’aereo della Ethiopian Airlines vi erano anche nostri connazionali. Ci stringiamo tutti ai familiari delle vittime rivolgendo loro i nostri partecipi, commossi pensieri”.

Il Boeing 737-800 MAX della Ethiopian Airlinesera nuovissimo ed era operativo da appena quattro mesi.

Secondo quanto riferito dal Ceo dell’Ethiopian Airlines, Tewolde Gebremariam, citato dal quotidiano keniano Daily Nation, l’ultimo controllo di manutenzione di routine sul velivolo era stato effettuato il 4 febbraio. Il capitano, Yared Getachew, aveva alle spalle più di 8.000 ore di volo, secondo quanto si legge in un tweet della compagnia aere etiope.

Il co-pilota Ahmed Nur Mohammod, aveva invece 200 ore di volo. Uno stesso modello Boeing 737-800 MAX della Lion Air era precipitato in mare cinque mesi fa con 190 persone a bordo al largo delle coste indonesiane. Il 6 novembre 2018 la Boeing aveva emesso un allarme su un software di controllo e con il quale si istruiva i piloti sulle procedure da adottare in caso di input errato da un sensore.

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