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De Laurentiis: “Calciopoli non va dimenticata. VAR poco chiara. Cavani? Solo a certe condizioni”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli durante la trasmissione ‘Radio Goal’ per parlare di mercato, della squadra ma anche di campionato e Champions League.

Ecco le sue parole:
“Ancelotti è un grande, sia come uomo che come allenatore. Da lui uno può aspettarsi qualsiasi tipo di affermazione. E’ estremamente capace ed è dotato anche di tanta umiltà. Le sue affermazione dicono sempre: ‘Io sono qui, amo la città ed i napoletani, dopo tanti anni lontano dall’Italia mi sento di rinascere in una squadra piena di talenti che sto allenando e scoprendo’. Quando dissi che ci volevano 7-8 giornate prima di farlo ambientare ho esagerato, ci ha messo meno tempo. Ha fatto tesoro del calcio di Sarri impostando però quella che è la sua idea di gioco. Nel suo 4-4-2 alcuni rendono di più de altri meno ma tutti giocano. La cosa straordinaria è che ha fatto giocare tutti.
Mercato? Non abbiamo ancora visto Meret, Younes, che sembra essere una furia della natura, ed abbiamo Ghoulam che tutti conosciamo, Chiriches deve rientrare, Verdi che ha giocato poco. Di che cosa dobbiamo aver paura? Se dobbiamo fare il calcio virtuale in sede di mercato. Ancelotti? Sono felice che sia felice. Era nei miei pensieri da 5 anni. Lo avevo sentito al telefono e mi sembrava equilibrato. Nel calcio non ho visto tutto questo equilibrio, un ambiente molto urlato e ostentato. In lui ho sempre riscontrato saggezza e consapevolezza di ciò che stava allenando. Dal Real al Bayern, dal Milan al Chelsea ha sempre fatto bene. Poi ha uno straordinaria storia da calciatore, gestendo al meglio i suoi problemi al ginocchio.
VAR? Bisognerebbe fare una riunione. Ho letto le affermazioni di Rizzoli su 7-8 partite. Io mi chiedo: perché ci sono state? E’ una tecnologia che deve essere di aiuto ai club ed agli arbitri. La cabina di regia non interviene quando c’è qualcosa ma si aspetta sempre che sia l’arbitro. Così non va bene. L’arbitro non può avere la visione totale del campo e per questo serve la VAR. La VAR deve dire all’arbitro di fermare il gioco e di andare a rivedere l’azione. C’è qualcosa che non è osservato pedissequamente. Possiamo anche sederci e dare giudizi su un determinato episodio, ma quella è una pura conversazione per migliorare. Qual è l’errore strutturale qui? Che si fa un qualcosa ma poi lo si abbandona senza migliorarla. E’ tutto secretato, come se fosse qualcosa di gestito dall’alto. Siamo noi che paghiamo gli arbitri ed i motori del tutto, i padroni del vapore, quelli che devono tutelare gli investimenti ed i tifosi. Bisogna creare un tavolo ed intervenire seriamente, anche chiedendo i danni. Non ci ho pensato a chiederli l’anno scorso. In passato c’è stato Calciopoli: a pensar male si fa peccato. Dobbiamo sederci e parlare di VAR per proteggere sia noi che gli arbitri. Sarebbe una pura conversazione per migliorare tutto. Lo sbaglio politico è che fatta una cosa, la si lascia lì per 20 anni. Senza migliorarla. Abbiamo creato una cosa lo scorso anno che è rimasto nascosto, gestito dall’alto. I traguardi non possono essere unilaterali. In passato c’è stato calciopoli, per tutelarli bisogna sedersi con loro e proteggerli. Solo così facendo proteggiamo noi stessi. Giorgetti? Il calcio italiano va migliorato in diversi modi. Spero che Gravina e Giorgetti possano trovare un modus operandi. Fino a questo momento, le cose che stanno facendo sul calcio, gli statali, sono solo un mare di cazzate. Si spera che possano finire altrimenti si ritroveranno con una marea di problemi. Se il nostro calcio deve raggiungere il livello degli altri europei, deve far si che si seguino delle linee guida. Veltroni da 20 anni dice che i club sono società per azioni, bisogna sedersi e parlare della legge sugli stadi nuovamente, dei vivai e dei campionati. Gravina ha detto di voler rendere i campionati meno remunerativi, abbassando il tutto. Se facciamo crescere la serie D, allora possiamo far crescere le ambizioni. Tutti parlano di vivai, oggi si parla di fregnacce con le seconde squadre. Solo la Juve l’ha fatto e non è neanche al vertice della serie C. Serve migliorare la serie A che è il motore di tutto il calcio.

Scudetto? Tutto aperto, abbiamo incontrato prima le più difficili nella prima parte. Ora speriamo di recuperare punti. La cosa divertente è che ormai sta aumentando la qualità del calio italiano al vertice. Noi non abbiamo debiti con le banche, serve capire se altri club che hanno 3-400 milioni di euro di debiti, possono giocare in questo campionato. Cavani? Mi ha fatto piacere incontrarlo, ci siamo abbracciati e l’ho portato nello spogliatoio. Ha due figli in Italia e come fa a non mancargli Napoli? Non è che a Parigi vedi quello che vedi qui. Ha una parte del suo cuore. Se a fine campionato, se Ancelotti vorrà ed il PSG ce lo dà in prestito gratuito oppure ce lo cede ad una cifra simbolica e lui accetterà 6-7 milioni di ingaggio, potremmo pensarci. La nostra filosofia è quella dei 24 giocatori. Alcuni calciatori sono andati via perché avevano bisogno di vincere scudetti per sentirsi protagonisti. Fa parte della natura umana, per me non è il calciatore a dover vincere lo scudetto ma la squadra, il Napoli, la città, i tifosi. Vincere è bello perché a volte si perde anche. Chi è andato via voleva essere monoprotagonista, qui a Napoli si ragiona di squadra: a vincere è la città, la squadra, i tifosi. E’ bello vincere, ma si deve saper anche perdere, con dignità”.

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