14.4 C
Castellammare di Stabia

Catania, confronto per progettare il Piano Urbanistico Generale

LEGGI ANCHE

Partire dal basso e dai problemi della città per una progettazione di qualità, che porti a un processo di rigenerazione e riqualificazione urbana. Questo lo scopo del forum “La città dell’abitare, tra sussidiarietà, qualità e bellezza”, organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania. Un appuntamento inserito nella serie di incontri promossi dal Comune di Catania per individuare le linee-guida per la stesura del nuovo Piano Urbanistico Generale, che andrà a sostituire quello datato 1969.

«Un confronto da cui emergono sicuramente istanze e riflessioni interessanti per riscrivere la storia della città – ha dichiarato il sindaco etneo Salvo Pogliese – il contributo di chi la conosce e di chi ha le competenze tecniche per migliorarla è fondamentale, perché con il nuovo PUG c’è in gioco il futuro di Catania». A rafforzare il concetto l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino, secondo il quale «la città ha bisogno di un dibattito costruttivo, mettendo da parte le polemiche e la ricerca di elementi di dissenso. Quella di oggi è un’opportunità per rispondere alla necessità di una nuova visione della città – oggi di fronte a innumerevoli sfide – e per evitare di sprecare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Possiamo dare una nuova impronta e iniziare un percorso virtuoso». Della stessa opinione il direttore della Direzione Urbanistica di Catania Biagio Bisignani, che ha sottolineato l’importanza «del contributo di chi studia e conosce la città – anche di chi la osserva dall’esterno – per individuare un modello da seguire e realizzare: primo grande passo nell’evoluzione della città».

«Un risultato raggiungibile trasformando le emergenze e le criticità in opportunità – ha evidenziato il presidente OAPPC CT Sebastian Carlo Greco – e puntando sulla partecipazione attiva, sulla sensibilizzazione e sulla conoscenza del territorio. Da qui la necessità di un polo attrattivo su cui far convergere progettualità, logistica e creatività, aperto a cittadini e associazioni per raccogliere le istanze di chi vive i quartieri e ragionare sugli spazi e sulla loro funzione e funzionalità: l’Urban Center. Un luogo per sviluppare quella visione d’insieme che Catania vuole avere nel medio e lungo termine: un futuro in cui la città possa essere messa a sistema attraverso una mobilità interconnessa, con la giusta attenzione al rischio sismico e a quello idrogeologico – su cui realizzare un adeguato waterplan – con il recupero di aree dismesse e ricorrendo a sistemi innovativi, quali lo sviluppo verticale». «Un progetto della città che può essere realizzato solo guardando con “altri occhi” – ha aggiunto la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – non ci si può fermare solo all’aspetto estetico e urbanistico – di cui si conoscono potenzialità e limiti – ma bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento anche gli aspetti sociali. Sviluppo e futuro di Catania passano non solo dal coinvolgimento degli architetti e delle categorie professionali tecniche, ma anche da quello di sociologi, psicologi, antropologi e criminologi. “Abitare”, infatti, riguarda tutti gli elementi che fanno parte integrante della nostra quotidianità». Partecipazione e multidisciplinarietà appaiono dunque elementi imprescindibili per il futuro di Catania e per un PUG che tenga conto di numerosi aspetti. Oltre all’intervento dell’architetto Maurizio Carta, infatti, ad arricchire il dibattito sono stati i contributi tecnico-scientifici e metodologici del sociologo Carlo Colloca, della criminologa Thea Giacobbe, di Giuseppe Messina (segretario e coordinatore del Dipartimento Governo del Territorio dell’OAPPC CT) e Andrea Toscano (vicepresidente della Fondazione). Durante i loro interventi, sono stati presentati i risultati del lavoro di ricerca svolto dall’OAPPC CT, che ha raccolto le segnalazioni e le proposte avanzate nelle varie circoscrizioni e dalle associazioni coinvolte – Officine Culturali, CittàInsieme, Acquedotte, Antico Corso, Trame di Quartiere, Fiab – «rappresentando un ottimo punto di partenza per i progetti futuri».

«

Bisogna lavorare sulle infrastrutture, sulla qualità della vita e dei quartieri partendo dalle richieste di chi vive la città e abbia consapevolezza delle criticità e delle problematiche. Solo così si può avere una Catania che abbia cura dei propri spazi, dei propri cittadini e che si affacci prepotentemente nel globale, sia dal punto di vista artistico, sia architettonico, che economico», hanno chiosato Greco e Bonanno.

A conclusione dei lavori, è stato possibile vedere il “lato B” della città, attraverso la mostra dell’artista Vlady: “Greetings from Catania”. Un ulteriore spunto di riflessione sulla Catania di oggi.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Juve Stabia, Pagliuca: Con il Cittadella servirà la giusta attenzione e distanza tra i reparti

Il tecnico delle Vespe analizza alla vigilia il delicato match contro i veneti
Pubblicita

Ti potrebbe interessare