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a Reggia di Caserta farà da cornice alla prima esposizione in Italia delle fotografie della giovane star della fotografia statunitense Kyle Thompson.
Promossa dalla Reggia di Caserta in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano/Caserta col patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Caserta, la mostra – fruibile dal 27 marzo al 4 giugno – raccoglie le fotografie che hanno reso celebre il ventiseienne Kyle Thompson che ha già all’attivo mostre in molti Paesi, pubblicazioni e Premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di Vogue Italia.
CHI E’ KYLE THOMPSON
Esponente di una fotografia concettuale dove luoghi e persone sanno mettere in scena storie surreali e oniriche, Thompson nasce nei sobborghi di Chicago, dove l’umano non esiste e gli occhi si riempiono di case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi. In questi contesti l’artista esplora, senza influenze esterne, le proprie emozioni e le sensazioni che quelle ambientazioni gli suscitano. Interviene sulla scena con acqua, fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia. Per rafforzare il racconto o guidare l’osservatore.
Parlando di questi suoi autoritratti d’inizio, l’artista ricorda: “Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie fotocamere”
E gli scatti di Kyle ci parlano di sogni, a volte incubi, ricordi e traumi infantili, sensazioni ed emozioni dal gusto malinconico e nostalgico, che vanno a sollecitare la parte più intima del nostro inconscio.
THOMPSON A CASERTAÂ
Per Caserta, Kyle Thomson ha dato vita ad un progetto specifico. La mostra ideata per la Reggia esplora – afferma la curatrice Gabriela Galati – “il contesto e l’ambiente che circondano le sue immagini”.
“L’artista è interessato al rapporto tra ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana, avverte l’urgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare il suo lavoro.
Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di palcoscenico in cui un leggero spostamento dellÂ’obiettivo della camera distruggerebbe lÂ’illusione creata e metterebbe in luce il vero contesto della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura.
Di conseguenza, le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori dimensioni sarà sempre un autoritratto dell’artista immerso in questi spazi naturali all’interno di aree urbane, l’immagine più piccola invece sarà quella che romperà l’illusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa “natura” è immersa. L’interesse è quello di mettere in evidenza non solo come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole, porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili”.
“È così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro”, dice Thompson.
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