span style="color: #800080">Alla vigilia del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne oggi sono scese in piazza in centinaia nelle maggiori piazze italiane. Anche a Messina da Largo Seggiola è partito l’urlo globale contro la violenza maschile e di genere.
Anche a Messina centinaia di donne in piazza contro la violenza di genere
Il corteo contro la violenza sulle donne, indetto da Non una di meno – Messina, è partito alle 17 da Largo Seggiola e, attraversando il centro della città, ha raggiunto Piazza Unione Europea.
Qui, dopo una serie di interventi al megafono, si è conclusa la manifestazione
《Nonostante gli ostacoli burocratici che la questura ci ha posto nel percorso di costruzione della giornata, oggi, abbiamo mandato una segnale importante: non ci fermeremo di fronte a nulla. Noi non deleghiamo la nostra liberazione a nessuno!
L’unica arma che abbiamo è la forza collettiva. Unite nella lotta, attraversiamo le nostre città, sfidando il potere patriarcale》 – afferma Domiziana Giorgianni di Non una di Meno – Messina.
“Siamo convinti che scendere in piazza sia necessario per ribadire che i #femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di #oppressione. La violenza maschile comincia nel privato delle case, ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento.”
“Scendiamo in piazza a Messina contro l’obiezione di coscienza per la difesa della legge 194.
In Sicilia 9 medici su 10 sono obiettori. Questo dato rappresenta il sabotaggio sistematico della libertà di scelta delle donne che, nella nostra terra, si realizza non solo attraverso l’#obiezione di coscienza ma anche tramite altri dispositivi. Ci riferiamo allo smantellamento sistematico dei #consultori operata dalle Regioni, alle scelte protocollari dell’Agenzia per il Farmaco che limitano fortemente la somministrazione della pillola abortiva #RU486 e stabiliscono la non rimborsabilità della contraccezione, così come la recente esclusione della pillola del giorno dopo dai farmaci obbligatori nelle farmacie.
“Scendiamo in piazza in difesa dei #centri #anti–#violenza. Nati come luoghi di #autonomia e di #libertà delle donne per le donne, oggi sono del tutto svuotati del loro ruolo politico e sociale e ridotti a meri spazi di erogazione di servizi sempre più de-finanziati.”
“Ci riprendiamo le strade contro la violenza mediatica. “Gigante buono”, “amore non corrisposto”, “raptus di follia”: così il giornalismo e i media trasformano l’ennesimo femminicidio in una soap di sangue e passione. Un racconto volto a criminalizzare la donna e farci empatizzare con il carnefice. Anche questa è #violenza sulla donne.”
“Scendiamo in piazza in #solidarietà ai popoli della #Siria del #Nord che continuano a lottare e resistere contro l’invasione della Turchia di Erdogan. Siamo al fianco delle compagne #curde che stanno riscrivendo la storia costruendo una società più giusta basata proprio sulla forza e sulla centralità delle #donne.”
“Attraversiamo la nostra città in solidarietà al popolo #cileno che da giorni si mobilita in massicce proteste contro il governo di Sebastian #Piñera e il sistema neoliberista che governa il #Cile da oltre 40 anni. Le reti #femministe e per i diritti umani denunciano abusi sessuali da parte delle forze speciali, della polizia e dei militari cileni, denudamento forzato e tortura alle persone che vengono fermate durante le manifestazioni.”
“Attraversiamo una città resa sempre più cupa e ostile dalla #privatizzazione dello spazio pubblico, dalla #militarizzazione delle strade. Noi continuiamo a urlare che le strade sicure le fanno le #donne e le #soggettività libere che le attraversano, costruendo le città femministe che meritiamo di vivere.”
《Questo potere》 – continua – 《si manifesta, tutt’oggi, in moltissime forme, troppe. Noi non rimarremo inermi di fronte a questa violenza. Diciamo sempre che siamo il cambiamento che vogliamo imprimere alla società. Partiamo da noi, dalle nostre pratiche, dalla solidarietà femminista》.
Sullo striscione di testa un messaggio chiaro: “contro la violenza sulle donne, saremo rivolta”.Dietro, tantissime studentesse, lavoratrici, precarie che hanno manifestato la loro volontà di dare una risposta concreta.
“Siamo e saremo rivolta, fino alla fine” – continua Domiziana Giorgianni – “Abbiamo ripreso lo slogan nazionale perché ci sentiamo vicine alle compagne di tutto il mondo, abbiamo però deciso di fare il corteo qui nella nostra città perché ogni soggettività possa sentirsi inclusa, avere la possibilità di scendere in piazza e manifestare accanto alle sue compagne. In Sicilia l’obiezione di coscienza raggiunge percentuali mai viste altrove, i consultori chiudono o non forniscono servizi adeguati e i centri anti-violenza subiscono un de-fininaziamento che limita un lavoro che dovrebbe essere diffuso e garantito”. “Siamo stanche e diciamo un secco NO alla violenza maschile, di genere, razzista e a tutti i governi che legittimano queste logiche attraverso azioni e proposte di legge che mirano a ridurre il diritto delle donne ad autodeterminarsi”
“Al giorno d’oggi sono ancora troppi i casi di femminicidio, punta dell’iceberg di una violenza strutturale e sistemica che vogliamo sconfiggere. Siamo scese in piazza oggi contro la violenza mediatica, rappresentata da chi definisce “gigante buono” un assassino. Da chi continua a colpevolizzare le donne che hanno subito violenza. La colpa passa sempre da “una gonna troppo corta” o una “sbronza che si poteva evitare”. E conclude: “Oggi abbiamo dimostrato che le strade sicure le fanno le donne che le attraversano. Le donne che si riprendono le loro strada consapevoli che solo unite e collettivamente è possibile abbattere i muri del sessismo, del razzismo e del fascismo.”
Fotografie di Elena Castano
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