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Adnkronos) – Emergono dati “discordanti” e sono “sicuramente da migliorare perché la necessità di vaccinarsi almeno contro l’influenza, l’Herpes zoster e pneumococco è fondamentale per la qualità di vita dei nostri pazienti e per la possibilità di” prevenire infezioni e “continuare a effettuare le cure necessarie”.Lo ha detto Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, presentando i risultati del sondaggio e tutte le iniziative della nuova campagna nazionale ‘Le vaccinazioni nel paziente oncologico’ della Fondazione, nell’incontro online con i giornalisti organizzato con il sostegno non condizionato di Gsk. “Il tema della vaccinazione del paziente oncologico – continua Cinieri – è un tema molto sensibile, perché i nostri pazienti, se vaccinati, vanno incontro a una protezione da alcune malattie che sono deleterie per un paziente in trattamento e che comunque ostacolerebbero il timing delle terapie”.
La survey realizzata dagli oncologi ha considerato un campione di 506 persone tra i 51 e i 70 anni.A rispondere sono state soprattutto donne, principalmente del Nord Italia. “La maggior parte dei pazienti sa e conosce, memore della pandemia che abbiamo appena attraversato – spiega Cinieri – la necessità di fare la vaccinazione anti-Covid e l’anti-influenzale una volta all’anno, mentre invece, per quanto riguarda l’anti-herpes zoster e l’anti-pneumococcica, abbiamo dati interessanti, ma sicuramente minori ( 26-24%).
Per l’anti-difterite, tetano e pertosse il valore è 2%.Solo il 34% conosce le principali vaccinazioni raccomandate a un paziente oncologico .
Questo è un dato che ci spinge a lavorare”.In particolare, le vaccinazioni effettuate, perché raccomandate, comprendono, per la maggioranza l’anti Covid e l’anti-influenzale (58%).
L’anti- Herpes zoster e anti-pneumococcica, sono rispettivamente al 12 e 18%, mentre invece il 10% non ha fatto nessuna vaccinazione. “Se escludiamo i pazienti vaccinati contro il Covid, che era un obbligo del nostro Paese – evidenzia l’oncologo – fondamentalmente per l’anti-influenzale”, su cui si informa da anni “c’è un buon accesso di pazienti, ma è molto scarso per anti-pneumococcica e per l’anti-herpes zoster”. Sul motivo della mancata inoculazione, solo il 13% riferisce la paura degli effetti collaterali.Spicca invece il ruolo del medico che ‘non l’ha raccomandata’ nel 68% delle risposte. “È un dato brutto dal nostro punto di vista – commenta il presidente Fondazione Aiom – Non so a cosa si riferisca, a quale tipo di medico, probabilmente al medico di medicina in generale, ma tutti gli operatori sanitari dovrebbero fare informazioni su questo argomento”.
Anche se il 43% degli oncologi parla dell’importanza della vaccinazione, i pazienti segnalano che il 38% non ha informato su questa opportunità. “Su questo zoccolo di oncologi – continua Cinieri – bisogna agire.Sono stupito di questo numero perché Aiom e Fondazione Aiom, da anni stanno facendo campagne su questo ai medici.
Probabilmente c’è una quota di pazienti che fa passare questa informazione perché ha un atteggiamento negativo nei confronti della vaccinazione che si esplica nella presenza dei No-vax”.La survey segnala che la maggior parte dei pazienti ha fatto la vaccinazione prima di iniziare la terapia o durante la terapia, ma anche a terapia conclusa o al momento della diagnosi. “Sono tutti momenti scientificamente corretti – chiarisce lo specialista – Ovviamente sarebbe meglio vaccinare tutti i pazienti prima di iniziare la cura, ma da indicazioni, si può fare anche durante il trattamento in corso”.
Va considerato inoltre che “l’anti-Zoster ha avuto l’indicazione nella possibilità di somministrarlo a pazienti oncologici relativamente da poco: ci sta che una parte dei pazienti abbia avuto l’informazione durante la terapia”. I pazienti con diagnosi di tumore conoscono i rischi di una mancata vaccinazione nel 61% dei casi, ma resta un 40% circa che non li conosce, condizione che comporta “una mancata vaccinazione – aggiunge Cinieri – È ancora un numero troppo alto”.E ancora, in caso di dubbi, il paziente si rivolge al medico di famiglia e ovviamente con l’oncologo, ma “ho paura che, come qualche volta succede, che questo riverberi sull’oncologo la scelta”.
L’esperto si sofferma al dato del 7% che si rivolge alle associazioni dei pazienti sottolineando la necessità di “lavorare ancora” e di “insistere”, dato che il 18% si rivolge al Google. “Il 70% degli intervistati – illustra l’oncologo – non ha informazioni sull’anti-Herpes zoster, noto come fuoco di Sant’Antonio perché ha sintomatologia molto grave”.C’è da considerare che il presentarsi della patologia, “ritarda la somministrazione dei cicli di terapie oncologiche. È un dato sconfortate – afferma Cinieri – ma spero che le nuove linee guida Aiom, che presenteremo al prossimo Congresso nazionale, aiuti a informare di più gli oncologi”.
Ma “la situazione è peggiore sulla vaccinazione anti-pneumococcica: il 70% di noi non ne ha parlato” con i pazienti.Dati i risultati ottenuti sull’antinfluenzale “dobbiamo lavorare sull’informazione sia su questa che sull’anti-Herpes zoster”.
Interessante il fatto che l’informazione che il paziente ha dall’opuscolo presente nello studio medico è riconosciuto dal 44% degli intervistati, mentre Tv, radio siti web hanno valori intorno al 20%. “Siamo contenti del fatto che il 56% degli intervistati, in seguito al questionario, ne abbia parlato con il medico”.Un motivo in più per “continuare a lavorare e riproporre la survey fra qualche mese: i dati sono da migliorare – conclude – perché, le vaccinazioni almeno contro influenza, Zoster e pneumococco, sono fondamentali”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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