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Castellammare di Stabia

Sardegna, spesa media in aumento ma consumi in calo

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Adnkronos) – Nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie italiane è cresciuta dell’8,7% su base annua, raggiungendo una media in valori correnti pari a 2.625 euro, rispetto a 2.415 euro del 2021 (dati Istat).La crescita però non ha portato a un aumento della spesa per consumi in termini reali soprattutto a causa del perdurare dell’elevata inflazione. Parallelamente a quanto registrato a livello nazionale, anche in Sardegna la spesa media mensile è aumentata passando da 2.060,72 euro del 2021 a 2.226,60 del 2022.

Nell’ultimo anno di rilevazioni risulta in crescita anche la spesa mediana mensile che è il valore di spesa per consumi che divide la distribuzione di frequenza in due parti uguali (il 50% delle famiglie presenta un valore di spesa per consumi inferiore o pari alla mediana, il 50% un valore superiore). Inoltre, secondo il rapporto annuale Economie regionali di Banca d’Italia, se il reddito disponibile delle famiglie sarde è aumentato del 5,6% nel 2022, il potere d’acquisto è stato eroso dall’incremento dei prezzi.In sostanza, in termini reali il reddito familiare ha subito una contrazione dell’1,2% , una diminuzione leggermente superiore alla media nazionale. Dal confronto tra il 2021 e il 2022 effettuato su rilevazioni Istat, tra le voci di spesa per consumi che registrano un aumento considerevole in Sardegna troviamo la spesa alimentare e quella per l’abitazione e per elettricità, gas, acqua e combustibili. In particolare, la spesa per l’abitazione e per le utilities è cresciuta di quasi 70 euro al mese, passando da 806,22 euro a famiglia nel 2021 a 877,72 euro nel 2022.

Lievita, seppur in maniera più contenuta, anche la spesa alimentare da 382,57 euro a famiglia nel 2021 a 389,49 euro nel 2022.  Tra le altre voci di spesa in aumento da segnalare i servizi ricettivi e di ristorazione cresciuti di quasi 28 euro, le comunicazioni, aumentate di circa 24 euro rispetto all’anno precedente, abbigliamento, e calzature salite da 93,98 euro a 113,29, quindi quasi 20 euro in più rispetto al 2021.  La popolazione sarda nell’ultimo anno ha ridotto le spese sanitarie e per i servizi legati alla salute, scese da 103,84 euro a famiglia nel 2021 a 92,62 euro nel 2022 e rappresenta solo il 4,2% delle spese complessive per consumi.Un dato che fa riflettere riguardo la possibilità di accesso alla sanità e alle cure dei cittadini, specie quelli con ridotte possibilità di spesa. Altre diminuzioni significative si registrano nel settore dell’intrattenimento, spettacoli e cultura dove i sardi hanno speso quasi 11 euro in meno e nei trasporti la cui voce di spesa è passata da 205,45 euro nel 2021 a 199,95 euro nel 2022.  Si è ridotta anche la quota percentuale, già per altro molto bassa, dedicata alle spese per l’istruzione, che nel 2022 rappresentano solo lo 0,4% del totale, era lo 0,5% nel 2021.

In lieve riduzione su base annua anche la spesa per bevande alcoliche e tabacchi, scese da 33,74 euro al mese nel 2021 a 32,51 euro nel 2022.  Dal confronto regionale sulla percentuale di spesa media mensile, la Sardegna nel 2022 risulta al primo posto in Italia per la voce “mobili, articoli e servizi per la casa” con il 5,2% delle uscite, oltre un punto percentuale superiore alla media del Paese (4,1%).  I sardi spendono più della media nazionale anche per la categoria “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”, 39,4% contro 38,5%, una percentuale che vale l’ultimo posto tra le regioni del Mezzogiorno e il quinto posto assoluto.  Al contrario, la percentuale di spesa media delle famiglie sarde per i prodotti alimentari è sotto la media del Paese, 17,5% contro 18,4%.Inferiore alla media anche la spesa mensile per i trasporti, 9% contro 10,1%, solo in altre 4 regioni si spende di meno.  Dall’analisi dei dati Istat secondo il Coicop, lo standard di riferimento internazionale della spesa delle famiglie, emergono interessanti indicatori a seconda dell’ampiezza dei nuclei.

Ad esempio, le spese per l’abitazione sono più elevate per le famiglie con 2 componenti ovvero 967,72 euro nel 2022, rispetto a 868,66 euro per un nucleo da 3 persone e a 819,12 euro per un single.  A livello di uscite per prodotti alimentari e bevande analcoliche, logicamente, le famiglie numerose spendono di più rispetto ai single: ad esempio, con 4 componenti nel 2022 la spesa media mensile è 526,61 contro 261,85 di un solo componente, ovvero circa il doppio, ma comunque un aumento non proporzionale al numero delle persone. Interessante notare anche come i nuclei da 2 persone, dunque principalmente le coppie senza figli, spendono di più delle coppie con un figlio in tre diverse categorie: beni, servizi per la cura della persona e servizi di protezione sociale, salute, ristorazione e alloggio, con differenze che arrivano anche fino a 20 euro al mese.  Dall’osservazione dei dati Istat sul parametro dei quantili di spesa totale equivalente relativi al 2022, emerge che il 29,3% delle famiglie sarde rientra nel primo quinto, ovvero quello con minore possibilità di spesa, un dato comunque di sette punti inferiore alla media del Sud Italia.La spesa equivalente è calcolata dividendo il valore della spesa familiare per un coefficiente di correzione (scala di equivalenza) che permette di confrontare i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa. Proseguendo, il 21,3% appartiene al secondo quinto, il 19,2% al terzo quinto, il 15,6% al quarto quinto e il 14,6% all’ultimo quinto, quello delle famiglie con più elevata possibilità di spesa, per la maggior parte composto da single o coppie senza figli, imprenditori, dirigenti, liberi professionisti con un reddito più elevato disponibile per le spese. Il dato percentuale dell’ultimo quinto (14,6%) rivela che la Sardegna si trova in una situazione migliore rispetto alla media delle regioni meridionali e insulari (9,6%), seconda solo all’Abruzzo (15,2%).

Rispetto al 2021 si nota un aumento di famiglie nel primo quinto, da 27,7% a 29,3%, ma anche un incremento di quelle nel quinto quinto, da 13% a 14,6%, ovviamente diminuiscono le percentuali negli altri tre quinti.  Secondo Banca d’Italia, il rincaro generale dei prezzi registrato nel 2022, potrebbe avere influito negativamente sul numero di nuclei familiari sardi che non sono in grado di sostenere l’acquisto di beni energetici essenziali ovvero in condizione di “povertà energetica”.Una circostanza che coinvolge in particolare le famiglie economicamente più fragili.  Dall’analisi delle indagini sulle spese delle famiglie dell’Istat degli ultimi cinque anni (2017-2021), risultava in stato di povertà energetica il 12,8% dei nuclei familiari sardi, una quota decisamente più elevata rispetto alla media nazionale dell’8,5%, ma più contenuta rispetto alla media del Mezzogiorno del 14,5%.  Per cercare di limitare il fenomeno della povertà energetica e sostenere i redditi delle famiglie, il Governo ha varato diversi provvedimenti tra cui il potenziamento dei bonus sociali sulle utenze domestiche.

A tale proposito, nel 2021, il 7,4% delle famiglie sarde in stato di povertà energetica ha beneficiato del bonus sociale per l’elettricità.  Tra le misure a sostegno del reddito e della capacità di spesa per i consumi dei cittadini sardi, nel corso delle dichiarazioni programmatiche del Governo regionale del 10 maggio 2024, la presidente Alessandra Todde ha dichiarato, tra l’altro, la volontà di istituire un fondo dedicato alle spese essenziali delle famiglie vulnerabili e di quelle dei piccoli centri.  In precedenza, a febbraio 2024 la Giunta Regionale aveva approvato le linee guida per il triennio 2024-2026 che disciplinato l’attuazione del Reis, Reddito di inclusione sociale e altre misure di intervento a sostegno delle famiglie più fragili.Il beneficio consiste nell’erogazione per 12 mesi di un sussidio economico ai richiedenti in possesso di determinati requisiti, condizionato allo svolgimento di un progetto d’inclusione finalizzato all’indipendenza economica dell’individuo e all’autosufficienza della sua famiglia.  Per contrastare la povertà energetica che secondo Oipe riguarda in Italia circa 2 milioni di famiglie, di cui l’11,8% in Sardegna (dato Ipsos), sbarca anche sull’Isola il progetto “Energia in periferia”, promosso da Banco dell’Energia, in collaborazione con Edison, che al momento prevede il sostegno di 700 famiglie vulnerabili di Cagliari.

I destinatari del progetto beneficeranno del pagamento delle bollette e saranno avviati a percorsi di educazione al risparmio energetico.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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