Ventimiglia, migranti costretti a prostituirsi per superare la frontiera: la denuncia di Save the Children
Ventimiglia per molti migranti rappresenta l’ultima frontiera da superare per ricongiungersi con familiari e conoscenti. Qui nell’ultimo anno è esploso il fenomeno del “survival sex”, ovvero delle minorenni costrette a prostituirsi per pagare il passaggio del confine o reperire cibo e un posto dove dormire.
Si tratta di ragazze provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dall’Africa-sub-sahariana che devono versare ai passeurs tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto.
Altra frontiera dello sfruttamento resta da sempre quella del marciapiede: qui continua ad aumentare il numero delle nigeriane vittime della prostituzione forzata. È il fenomeno sommerso della tratta dei minori, su cui prova a fare un po’ di luce l’ultimo rapporto di Save the Children.
A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio, Save the Children diffonde il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2018“, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori. Nel mondo sono quasi 10 milioni i bambini e gli adolescenti che, nel solo 2016, sono stati costretti in stato di schiavitù, venduti e sfruttati principalmente a fini sessuali e lavorativi.
Tra le nigeriane che giungono via mare in Italia, 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale, un numero che ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2016, un incremento del 600 per cento. Indotte dai loro sfruttatori a dichiararsi maggiorenni al momento delle operazioni di identificazione in seguito allo sbarco, molte giovanissime nigeriane sfuggono infatti al sistema di protezione per minori.
A
l 31 maggio 2018, 4.570 minori risultano irreperibili nel nostro Paese, hanno cioè abbandonato le strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti, in particolare nelle regioni del Sud. Si tratta per lo più di minori eritrei (14%), somali (13%), afgani (10%), egiziani (9%) e tunisini (8%). L’abbandono del sistema di accoglienza e l’ingresso nell’invisibilità espone i minori a rischi notevoli, in particolare i più vulnerabili come le ragazze minorenni provenienti dal Corno d’Africa.
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