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Truffa in favore del clan Moccia: 2 arresti e 20 milioni sequestrati

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Frodi fiscali in favore del clan Moccia: 2 arresti e 20 milioni sequestrati

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uesta mattina, i militari del Comando Provinciale della Guardia Di Finanza di Salerno, coordinati dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dalla sezione G.I.P. di Salerno su richiesta della DDA di Salerno a carico di 7 soggetti con l’accusa di evasione dell’Iva, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio.

Per 2 dei 7 indagati (Coppola Alberto e D’Agostino Felice), i reati contestati sono aggravati dal fatto di aver favorito le attività del clan Moccia di Afragola.

Inoltre è stato disposto un sequestro di beni mobili e immobili per un valore di 20 milioni di euro, ritenuti il frutto delle frodi fiscali.

I destinatari del provvedimento…

  1. D’Agostino Felice, classe 1982, destinatario della misura cautelare in carcere;
  2. Coppola Alberto, classe 1967, destinatario della misura cautelare in carcere;
  3. Bettozzi Anna, classe 1958, destinataria della misura cautelare degli arresti domiciliari;
  4. Califano Assunta, classe 1988, destinataria del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;
  5. Imperatore Giuseppe, classe 1945, destinatario del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;
  6. Del Bene Vittorio, classe 1981, destinatario del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;
  7. Cesare Virginia, classe 1993, destinataria del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese;

Secondo le indagini svolte dai finanzieri della Compagnia di Eboli, il complesso sistema di frode era finalizzato ad evadere l’Iva sfruttando società cartiere di cui beneficiavano anche clan della camorra.

In particolare, la condotta delittuosa oggetto di contestazione, posta in essere anche grazie alla complicità di alcuni consulenti fiscali, sarebbe consistita di “lettere di intento” ideologicamente false al fine di far acquisire alle società cartiere la qualifica di esportatore abituale, presupposto per l’acquisto di carburante esente da Iva.

La Gdf di Eboli ha tracciato i flussi dei conti correnti delle società cartiere fino ad arrivare ai soggetti che hanno giovato dalla truffa e agli organizzatori del sistema.

Tra questi anche persone e aziende già coinvolte in indagini delle Procura di Napoli e Roma.

Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti della DDA salernitana, guidati dal Procuratore Giuseppe Borrelli, sono finite due società operanti nell’area gestite da alcuni soggetti ritenuti affiliati a diversi sodalizi campani  e che, nell’aprile 2021, erano finiti indagati per l’esistenza di un’associazione a delinquere che ruotava attorno alle attività della Max Petroli Italia, ora Made Petrol Italia (MPI), attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e facente capo alla famiglia Di Cesare in un sistema che vedeva direttamente coinvolti esponenti del clan Moccia.

La procura di Salerno ha presentato anche ricorso al tribunale del Riesame per far accogliere l’aggravante dell’agevolazione mafiosa a carico di altri 3 dei 7 indagati totali.

A cura di Michele De Feo


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