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Squalificato il PalaMangano per episodi di razzismo: la reazione della Givova Scafati

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Il PalaMangano è stato sottoposto a squalifica, ma la società Basket Scafati 1969 non ci sta: i legali a lavoro per impugnare il provvedimento

In fase di omologazione della gara 001394 del ventesimo turno del campionato di serie A2 (girone ovest), disputatasi domenica scorsa al PalaMangano, tra Givova Scafati e Leonis Roma (108-82), il giudice sportivo nazionale della Federazione Italiana Pallacanestro ha adottato nei confronti della società Basket Scafati 1969 i seguenti provvedimenti disciplinari: “squalifica campo per 1 gara per offese di stampo razzista collettive frequenti del pubblico nei confronti di un tesserato avversario ben individuato (atl. Bushati F.)”.

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a società, in particolare il presidente Alessandro Rossano, l’azionista di maggioranza Nello Longobardi ed il patron del main sponsor Givova, Giovanni Acanfora, in relazione ai fatti accaduti durante la suddetta partita e alla conseguente decisione assunta dal giudice sportivo, ribadiscono che, sin dalla sua fondazione, l’azienda Givova e la società Scafati Basket significano integrazione, accoglienza e futuro. La storia della pallacanestro nella cittadina dell’Agro è fatta di questo, di inclusione e di rispetto. Da sempre, società e città lottano per un futuro senza discriminazioni, grazie ad un costante impegno nel campo della socializzazione e dell’integrazione, di cui ci si è sempre fatti portavoce; valori che sono da sempre un vanto per il club gialloblù, che nei tanti anni della sua storia ha ospitato allenatori, dirigenti e giocatori provenienti dalle più sparute località del globo terrestre, oltre ad aver avviato, con un cuore enorme, iniziative benefiche a sostegno delle minoranze etniche e non solo. Sin dalla fondazione del club di Viale Della Gloria si è sempre e chiaramente detto no ad ogni forma discriminazione. Per questo, la società ed i suoi rappresentati sentono il dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la storia, questa storia, non è e non potrà mai essere un vero suppoter gialloblù, che, al contrario, si è sempre contraddistinto per la promozione di un tifo corretto, che coinvolge tante persone e famiglie intere. La sola idea che la parola razzismo possa essere affiancata alla società, ha fatto rabbrividire i principali esponenti della dirigenza, che prendono le distanze da qualsiasi forma di emarginazione.

Ciò premesso, resta doveroso un approfondimento alla fattispecie concreta, ovvero all’episodio che avrebbe indotto il giudice sportivo nazionale a comminare una simile sanzione, con lo scopo di fare chiarezza sui fatti ed escludere che, nel caso di specie, possa parlarsi di offese di stampo razzista. L’atleta di origini albanesi Franko Bushati, attualmente tesserato per la Leonis Roma, è stato, nella stagione 2012/2013, anche un tesserato scafatese. E contro gli ex, in ogni campo, c’è sempre un pizzico di acredine e di ostilità che talvolta può sfociare in qualche dileggio. Ed è proprio e semplicemente questo ad essere accaduto nel corso della parte finale del primo tempo di gioco. Tant’è che lo stesso atleta non ha badato ad espedienti prima di rispondere ai suoi ex tifosi, sia dal campo che dalla panchina, facendo con le dita delle mani il gesto del 3 a 2, punteggio con cui nella stagione 2015/2016, quando vestiva la casacca della Leonessa Brescia, si impose nella semifinale play-off proprio contro la Givova Scafati. Il suo gesto è stato altresì condannato dagli arbitri, che, mentre era seduto in panchina, gli hanno fischiato fallo tecnico. E nei confronti dei tifosi da lui provocati, la società salernitana ha poi subito assunto le dovute precauzioni, tenendoli lontani dalla panchina avversaria, grazie all’intervento immediato degli steward, che hanno così sedato immediatamente il focolaio, che mai più si è riacceso di lì fino all’uscita definitiva dei quintetti dal parquet.

Tutto ciò non può però giustificare un simile provvedimento all’indirizzo di una società che continua ad essere falcidiata da sanzioni di questo genere, che ledono non solo la propria immagine, ma anche le già deficitarie casse del club, la cui dirigenza continua incessantemente ad investire, nonostante le tantissime e note difficoltà.

I legali della Givova Scafati, gli avvocati Giovanni Allegro e Vittorio D’Alessandro, sono già al lavoro per valutare la possibilità di impugnare il provvedimento disciplinare e richiederne la riforma, sulla scorta degli elementi probatori che potranno essere raccolti in particolare dalle immagini video, con le quale sarà sicuramente possibile circoscrivere l’episodio e escludere la sua presunta matrice razzista.

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