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Salvini ha sbagliato i Conti e sbaglia ancora con la sfiducia a Conte

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Dopo il discorso di Conte, ore di tensione altissima nel governo con la situazione che sembra precipitare. Per una volta Salvini ha sbagliato i Conti e li ha sbagliati anche nella reazione odierna che l’ha portato a presentare una mozione di sfiducia a Conte.

Salvini ha sbagliato i Conti e sbaglia ancora con la sfiducia a Conte

La giornata di ieri è corsa via tra scambi di accuse tra gli alleati della maggioranza e la Lega con Salvini che torna a rifare il suo giochetto dell’evocare esplicitamente le elezioni ma, questa volta, ha sbagliato i Conti perché incappa in un Conte che esplode e lo stende rintuzzandogli tutte le fesserie dette: ‘In Aula dovrà spiegare le ragioni della crisi’, dice Conte nel suo discorso di ieri sera.

LA SCIVOLATA DI SALVINI CHE RESTA CON IL CERINO IN MANO

È

da tempo che Salvini prende a calci in faccia tutti, con evidente preferenza per i suoi maitre a 5 stelle, e tutti l’hanno sempre lasciato fare per cui lui, come la rana di Fedro (Rana rupta et bos), ha continuato a gonfiarsi sempre più per apparire sempre più grande ma, ieri sera, ha urtato contro un inaspettato spuntone che lo ha forato, e quindi cominciato a sgonfiare.

In linea con il suo copione, infatti, Salvini aveva (ri)scritto in una delle sue note:

«Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori»
«Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No”. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo ci sono solo le elezioni».

Di solito tutti l’hanno lasciato non solo dire e fare ma, addirittura, quasi gli hanno sempre chiesto scusa per un qualche dispiacere che potevano avergli, involontariamente, dato.

E qui, chiedo scusa per l’inciso, il mio pensiero torna all’impareggiabole ‘A Livella di Totò ed al battibeccho tra il Marchese (Salvini) ed il netturbino (gli altri) che aveva osato, secondo il Marchese, affiancarsi a lui che aveva ben altri “natali” (QUI potrete leggerne il testo e QUI ascoltarla recitata dallo stesso Totò)

QUESTA VOLTA però, tira tira, la corda sembra essersi spezzata e Conte, ieri sera, è esploso e gli ha presentato il Conto mostrando a lui, e agli italiani, che il re, in realtà, è sempre stato nudo e che questa volta lui, Salvini, ha sbagliato tempi e Conti. E per farlo indice una conferenza stampa di tarda serata (a Palazzo e camere ormai chiuse) nella quale ribatte punto per punto a Salvini sciorinando, uno dopo l’altro, tutti i suoi NON fare nulla di realmente concreto, salvo che sbraitare e girare per tetti, bar e spiagge (QUI il trascritto della conferenza di Conte di ieri sera)

Grande assente, ieri sera, Di Maio nonostante che, a quanto sembra, nel M5s cresce l’insofferenza per il Carroccio.

Le uniche parole “critiche” ascoltate da Luigi Di Maio sono state:

«La Lega ha preso in giro il Paese; votare subito taglio parlamentari, poi le elezioni. ….
Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze»,

Ma subito dopo eccolo a sottoscrivere, anche lui, la famosa lettera di Benigni e Troisi a Savonarola che terminava dichiarando:

«… Con la faccia sotto i vostri piedi. E potete anche muovervi»…

Il vicepremier Luigi Di Maio, infatti, ricorda che c’è una riforma fondamentale da completare a settembre, riforma che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari, cominciando così a dar segno di voler ancora allungare il brodo che poi, in caso di approvazione della stessa, diventerebbe del tutto acqua dal momento che, forzatamente, la legislatura NON potrebbe essere interrrota prima di altri sei mesi per cui siamo al campa cavallo che l’erba cresce.

Fatto sta che ancora una volta, con tutte le acrobazie che tenta di fare Di Maio per conto del M5S, ha perso un’altra occasione per mostrare di avere veramente la schiena dritta e di non consentire a chicchessia di prenderlo a sberle. (Stra)Parla e così non fa altro che correre il rischio di riprendersi in mano il cerino che, abilmente, Conte è riuscito a mettere nelle mani di Salvini.

La riprova di aver fatto ancora una figuraccia da azzerbinato la si è avuta poco fa quando Salvini, in una sua reazione più che prevista, va ancora più avanti e prova a sorpassare ancora una volta tutti e Conte in primis presentando una ”mozione di sfiducia” ad personam nei suoi confronti.

In una nota si legge un ennesimo non sense di Salvini buttato lì come becchime per i suoi polli:

“Troppi no – scrive Salvini – (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all’Italia che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”.

Cosa centri il tirare in ballo ancora la TAV, per la quale, oltretutto, Conte aveva dato il suo assenso, come anche il continuare a millantare di non volere poltrone (solo ministeri ebbi a scrivere io tempo fa) e poi, non avendo ottenuti i ministeri che voleva (a partire da quello della Trenta che gli avrebbe consegnato tutto il potere militare di questo incredivbile ed incorregibile paese), senza rispondere minimamente agli addebiti che Conte ha elencato ieri sera, oggi passa – come detto – al contrattacco e presenta una “mozione di sfiducia” a Conte con il chiaro intento di bloccare ogni altra discussione in Camera e qualsiasi altro possibile passo dello stesso.

Ma anche in questo, a fil di logica, giurisprudenza, costituzione e consuetudine, ha commesso un errore in quanto, semmai si arrivasse alla sfiducia di Conte, il boccino NON tornerebbe nelle sue mani in nessun modo, men che meno per portare a nuove elezioni con lui alla guida del Viminale. Si andrà (andrebbe, il condizionale con questi elementi è ormai d’obbligo) ad elezioni con un “governo elettorale” e quindi sarà un “muoia Sansone con tutti i filistei”

E questo è ad ora. Tra qualche istante magari tutto cambierò ancora ma, come ebbe a dire lo stesso Salvini: siamo fatti così. Genti e popolo molto ma molto strani, ed imprevedibili.

Intanto però lo spread comincia a volare (238,3) e Piazza Affari è in forte calo ma per gli italioti va bene così per cui …. applausi, dissolvenza e avanti così: domani è sempre un altro giorno (sperando però che un domani ci sia).

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