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Salvini esige la guida del centrodestra, Berlusconi lo frena

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l centrodestra torna in grande spolvero ma appena si toccano alcuni temi di fondo salta in aria. Silvio Berlusconi ha sbattuto la porta in faccia a Matteo Salvini su tutta una serie di questioni, a cominciare dalla leadership e la legge elettorale. «Il perno della coalizione rimane Forza Italia», spiega il Cavaliere, che non ha alcuna intenzione di fare quella lista unica con la Lega invocata dal governatore ligure Giovanni Toti. Niente lista unica e niente maggioritario, come ha preteso ieri Salvini che vede nel proporzionale una via di fuga verso Renzi.

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L’ex premier, al massimo, sarebbe disposto a dare il suo ok a un premio di governabilità alla coalizione. Con il proporzionale ogni partito del centrodestra corre con la propria lista e il proprio simbolo, dichiarando di essere in coalizione con gli altri. Chiuse le urne si sommano voti e parlamentari e si vede se il centrodestra ha una maggioranza. «È il solito gioco dei due forni – dice Salvini – con Berlusconi che si tiene aperte tutte le strade». Gli azzurri negano categoricamente questa «interpretazione malevola». E su alcuni questioni non transigono. A dirlo apertamente è lo stesso Cavaliere. Primo: il bipolarismo non è tornato. «Nella gran parte delle città i candidati sindaco che approdano al ballottaggio ottengono risultati inferiori al 40%. Questo significa che l’elettorato continua ad essere frammentato e che questi dati non autorizzano affatto a parlare di avvenuto ritorno al bipolarismo». Secondo: i 5 Stelle non sono morti. «Il M5S rimane una forza temibile, che sarebbe miope sottovalutare». Terzo: il primo partito del centrodestra è «nettamente» Forza Italia.

Salvini se ne faccia una ragione. «Il leader è Berlusconi», chiarisce Renato Brunetta. Al Centro e al Sud poi la Lega non batte un colpo, mentre il candidato azzurro a Frosinone vince al primo turno e a Catanzaro, in un capoluogo di Regione, Sergio Abramo va al ballottaggio con dieci punti di vantaggio sull’inseguitore del Pd. La trazione leghista non c’è. «Salvini è un bravo giocatore d’attacco. È capace di crescere nei consensi, ha una grande energia e determinazione – osserva l’ex premier – ma un’altra cosa è fare il candidato premier e governare». Occorrono «risposte costruttive, concrete, credibili, nel segno della moderazione e della responsabilità. Il centrodestra del fare contro la politica degli slogan».

Salvini tira dritto. Ribadisce che la Lega va forte pure al Sud. Ma neanche Meloni gli riconosce il ruolo trainante e di candidato premier. E soprattutto non vede tutti questi voti leghisti fuori dal Nord. La leader di Fratelli d’Italia va invece orgogliosa di avere portato al ballottaggio il suo Pierluigi Biondi all’Aquila e di essere tra il 6 e il 10% in molti comuni in cui si è votato. Adesso però, spiega Meloni, è inutile dividersi. «La gente si aspetta da noi una proposta di governo nazionale e io vorrei sapere dagli altri attori del centrodestra, a partire da Berlusconi, se si ritiene di voler lavorare insieme a questo progetto. Il centrodestra compatto chieda di andare alle elezioni in autunno, dando la disponibilità a fare delle modifiche tecniche alla legge elettorale».

Le distanze sono ancora enormi sul piano nazionale. Nei prossimi giorni però occorrerà battersi per i ballottaggi. Berlusconi finora non ha mosso un dito ma ora è intenzionato a metterci la faccia in alcune città. Sta valutando di andare a Genova e poggiare il cappello su una possibile vittoria targata Salvini-Toti, in una storica città «rossa».

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lastampa/Salvini rivendica la leadership. Ma Berlusconi lo stoppa: “Non si vince con gli slogan” AMEDEO LA MATTINA


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