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Castellammare di Stabia

La storia di Raffaele Imperiale il narcos più ricco d’Europa

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a storia di Raffaele Imperiale: da piccolo commerciante della periferia stabiese a narcos più ricco d’Europa, fino all’estradizione del 25 marzo.

Si racconta che da bambino, Raffaele Imperiale, sia scampato ad un tentativo di sequestro. Le prove generali di una vita caratterizzata dalla fuga dalle autorità giudiziarie di tutto il mondo.

I natali di Raffaele Imperiale

E’ Figlio di Lucovico Imperiale a cui è intitolato il quartiere stabiese che confina con Gragnano, re del cemento negli anni 90 ed ex presidente della Juve Stabia. All’epoca nella società sportiva era presente Renato Battifredo, colonnello del clan D’alessandro.

Raffaele Imperiale poco più che ventenne inizia la sua carriera imprenditoriale come commerciante gestendo un deposito di bibite nella periferia stabiese, precisamente nel quartiere di Ponte Persica. Da qui il soprannome “Lelluccio Ferrarelle”.

L’ascesa criminale di Raffaele Imperiale

La sua ascesa criminale comincia nel’96 quando decide di emigrare in Olanda, destinazione Amsterdam, lasciando Castellammare e la carriera di commerciante. Qui inizia a gestire il “Rockland”, un coffe shop lasciato in eredità dal fratello morto pochi mesi prima. Lello conosce e parla fluidamente 5 lingue, molto furbo e audace, stringe rapporti con alcuni broker della droga della mafia nord africana che frequentano il suo locale.

Da qui i primi carichi, i primi affari e i primi guadagni. All’inizio degli anni 2000 diventa l’intermediario che regola i rapporti tra la camorra e alcuni mafiosi marocchini. Inizia a collaborare con Elio Amato e Antonio Orefice e diventa il curatore delle forniture di droga per Secondigliano e di tutte le piazze di Spaccio controllate dal clan Di Lauro.

Il suo aumento di patrimonio è proporzionale alla sua crescita professionale, infatti è lui il referente delle organizzazioni criminali che intendevano diventare leader nel settore dello spaccio di stupefacenti. Non a caso l’antimafia fa venire a galla un rapporto con il clan Amato di Scampia.

Da non trascurare le operazioni immobiliari in Lazio, Campania e Costa del Sol in Spagna: sono 3 le società immobiliari che hanno un giro d’affari di circa 90 milioni di euro l’anno. Inoltre tra il 2004 e il 2007, secondo alcune rivelazioni di collaboratori di giustizia, il narcos stabiese avrebbe fornito le armi agli scissionisti Amato-Pagano nella faida contro i Di Lauro.

Nell’ultimo decennio è a Dubai la sede degli affari del narcotrafficante stabiese. Era conosciuto da tutti come Antonio Rocco, falso nome usato per presentarsi come imprenditore di origini Italiane interessato alla costruzione di ville di lusso. Entra a far parte di un cartello di narcos cileni, irlandesi, serbi e marocchini.

Secondo un recente processo negli Stati Uniti, il cartello riuscirebbe a corrompere ufficiali di navi mercantili pagandoli fino a un milione di euro a testa, per convincerli a trasportare carichi di cocaina per il valore di 1 miliardo e mezzo di euro. Gennaro Carra, collaboratore di Giustizia, inoltre riferisce in un interrogatorio l’approvvigionamento dell’Imperiale:” Aveva rapporti diretti in sud America.

Loro dicevano che avevano navi con Container, prima con scalo in Spagna e poi in Olanda e da lì con camion di import export del mercato dei fiori di Pompei.” Inoltre Secondo l’antimafia Imperiale, nel corso della sua vita criminale, avrebbe annientato la concorrenza del narcotraffico arrivando a gestire un terzo del traffico di droga all’interno del vecchio continente.

Le “passioni” di Raffaele Imperiale

Una vita trascorsa tra il narcotraffico e le sue due grandi passioni: il calcio e le opere d’arte. Secondo le rivelazioni di Carra, Lelluccio ferrarelle avrebbe addirittura pensato, insieme al socio Mario Cerrone, all’acquisizione della S.S.C. Napoli. Da ricordare inoltre l’episodio dei quadri di Van Gogh ritrovati nel 2016 nel covo del narcotrafficante. Il loro valore si aggirerebbe intorno ai 130 milioni di euro. Passione che si estendeva anche nell’architettura: infatti Imperiale avrebbe commissionato ad un’altissima professionista, Zaha Hadid, la realizzazione di 10 ville a Dubai, un cantiere dal valore di 200 milioni di euro.

L’arresto e l’estradizione di Raffaele Imperiale

Tutto termina la notte del 4 Agosto, quando il broker della droga fu catturato. Si nascondeva nella sua abitazione a Dubai in compagnia della moglie e dei 4 figli. Una villa di lusso con piscine e quadri placcati in oro. All’interno custodiva in bella vista un quadro di Pablo Escobar, un dipinto con dedica di Sushmita Sem, Miss Universo ’94, una mappa di Amsterdam placcata in oro, milioni di dollari in contanti nascosti in botole e in cassaforte.

Dal momento dell’arresto passano sette mesi prima del rientro in Italia. Grazie alla prima condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi incassata a Gennaio per traffico internazionale di stupefacenti e al pressing del ministro Cartabia, si arriva all’estradizione.

Atterrato in Italia il 25 marzo, a Raffaele Imperiale sono stati notificati 2 provvedimenti, il primo relativo alla condanna per traffico di droga, il secondo si lega alla misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Proprio in merito a queste accuse Lelluccio è stato interrogato dal giudice delle indagini preliminari. Da lì il trasferimento in carcere dove inizierà a scontare la condanna definitiva per traffico di droga.

Cosi come Napoleone, Raffaele Imperiale, da imperatore del narcotraffico d’Europa ha trovato la sua Waterloo in una notte d’Agosto, finendo esiliato e lontano dai suoi affetti e da ciò che aveva conquistato. La giusta fine che si merita chi compie queste scelte di vita.

A cura Michele De Feo


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