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Putin, idolo e sogno di Salvini: pugno duro, arresti e manganellate

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Putin, idolo e sogno di Salvini: pugno duro, arresti e manganellate

A Salvini, ha fatto eco Gianluca Savoini dell’associazione Lombardia-Russia, associazione quantomeno a lui vicina, che, nei famigerati incontri in Russia, a sua volta ha detto: “Vogliamo cambiare l’Europa. La nostra Europa deve essere molto più vicina alla Russia”

Cronaca russa di questi giorni.

A

settembre si vota per i 45 seggi della Duma di Mosca, il consiglio comunale della capitale saldamente controllato da Russia Unita, mutatis mutandis, l’equivalente del Pcus ai tempi dell’Unione Sovietica. Come prima di ogni elezione, una ventina di migliaia di manifestanti coraggiosi avevano protestato davanti agli uffici della commissione elettorale.La settimana successiva, sabato scorso, in 3.500 si sono ritrovati davanti alla Duma per rinnovare la protesta. in una manifestazione ovviamente non autorizzata, sebbene pacifica.

Il regime del paese che Savoini è convinto sia dell’avvenire, e nel quale Salvini dichiara di sentirsi meglio che in qualsiasi altra parte nel mondo, ne ha arrestati 1373. Fra loro naturalmente Alexei Navalny, il leader dell’opposizione al quale viene sempre negato di partecipare a un’elezione. Anche molti dei 22mila della settimana precedente rischiano un anno di galera per aver tentato di bloccare il lavoro dei commissari della commissione elettorale. In prigione per altri ennesimi 30 giorni, Navalny ha avuto «gravi reazioni allergiche».

Gli agenti di Polizia hanno fermato anche Ljubov Sobol, fedelissima di Alexei Navalny e «madrina» delle proteste di cui altre sono state annunciate per i prossimi giorni. Ljubov Sobol è stata bloccata mentre dal suo quartier generale si stava recando in taxi verso i boulevard della capitale, dove si dovevano tenere i cortei non autorizzati.

Agli agenti in pieno assetto da guerra che la stavano arrestando, Ljubov Sobol, nonostante il loro brutale agire, ha trovato modo di irriderli una volta in più chiedendo: «Perché avete i caschi, avete paura di una ragazza al 20 esimo giorno di sciopero della fame?».
Gli agenti, che sicuramente non avranno nemmeno afferrrato il senso del suo dire, sono andati avanti con la loro grazia, l’hanno caricata a forza su una camionetta, e via verso luoghi messi in sicurezza per la tranquillità del Caporale russo.

Tali azioni mon sono una novità nemmeno nella Russia d’oggi. In passato è già stato fatto perché Putin raggiungesse quella grassa maggioranza che piace tanto agli autocrati e a Caporal Salvini.

Ecco, questo è il paese che per un numero crescente d’italiani – settentrionali e meridionali, operai, imprenditori, giornalisti, intellettuali e analfabeti odianti del web – è un modello al quale avvicinarsi con gioia. Come forse qualcuno ricorderà, il mese scorso Vladimir Putin aveva ufficialmente dichiarato «obsoleto» il sistema liberal-democratico.

Che dire: ora Slavini, Savoini e i salviscisti italiani di sostegno, avranno trovato una ragione in più per «essere molto più vicini» a questa Russia.

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