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Castellammare di Stabia

Piazze di spaccio della Camorra: gli introiti dei D’alessandro

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agli interrogatori di Valentino Marrazzo, ex pusher del Centro Antico stabiese, emergono i numeri esorbitanti relativi agli introiti delle piazze di spaccio legate al clan D’alessandro.

Valentino Marrazzo per anni ha lavorato come pusher in una delle piazze da spaccio più importanti della città: quella del rione Licerta gestita dalla famiglia Vitale affiliata ai D’Alessandro. Un business, che parte dalla vendita di droghe leggere alla cocaina, ha portato e porta milioni di euro nelle casse del clan che comanda nella città delle acque. Marrazzo era un soldato alla base dell’organizzazione criminale. Appunto i suoi racconti, secondo i PM, sono i più importanti poiché vanno a ricostruire una gerarchia del clan dalle fondamenta.

Così il Marrazzo:” La cocaina veniva venduta a 20 euro ogni dose da 0,2 milligrammi. La marijuana in stecche da 5 euro, ognuna pesante 1 grammo. Ogni giorno ci venivano consegnati 20 pacchetti con 40 dosi di cocaina”. I calcoli sono semplici: i guadagni potevano arrivare anche fino a 16mila euro ogni fine settimana. Soldi che venivano riutilizzati per pagare gli affiliati e finanziare altre attività apparentemente pulite che risiedono anche nel nord Italia.

Anche il super pentito Pasquale Rapicano, ex killer dei D’Alessandro, ha confermato che il traffico di droga è l’introito maggiore del clan stabiese e che ha permesso alla famiglia Vitale legata al clan d’Alessandro di investire soldi sporchi in attività nel Nord Italia, in particolare a Torino. Secondo il Marrazzo la mente della famiglia Vitale sarebbe Maurizio Vitale che, sempre secondo l’ex pusher, avrebbe guadagnato milioni dal traffico di droga reinvestendoli in attività che oggi riescono ad assicurarsi appalti con multinazionali della cantieristica.

Marrazzo racconta inoltra di come la Camorra riesca a rigenerarsi ogni volta che viene frenata dalle autorità giudiziare. La camorra è un organizzazione ricchissima che permette ad uno spacciatore un guadagno che oscilla dai 100 ai 150 euro giornalieri, praticamente il doppio di un impiegato statale. Una cifra enorme rapportata ad un quartiere che da decenni oscilla tra la miseria e la disperazione assoluta.

Da altri pentiti emerge come i D’Alessandro richiedano una tassa alle piazze di spaccio del proprio territorio. Un entrata economica che si avvicina al mezzo milione di euro al mese e quindi in totale per un anno alla gigantesca cifra di 6 milioni di euro.

Redazione Campania – Michele De Feo


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