“Qui possiamo incontrarci e parlarci”
Konate Bouyagui, il giovane chef maliano ferito da due sconosciuti nel centro di Napoli con un fucile ad aria compressa, ha alle spalle una storia di integrazione riuscita e vorrebbe raccontarla al ministro dell’Interno.
Nel corso della riunione della direzione nazionale di Legacoop, il ragazzo ha parlato del suo arrivo in Italia, della sua esperienza lavorativa ma anche dello spavento provato quella notte in cui fu aggredito con alcuni spari, fortunatamente non fatali. La riunione è stata anche l’occasione per invitare pubblicamente il vicepremier Matteo Salvini alla sua tavola: “Se vuoi conoscere una persona devi sederti con lui a parlare. Se Salvini viene gli preparo un antipasto somalo, “Sambusi” ripieno di verdure o carne macinata, e poi un bel piatto di riso con verdure perché secondo me deve fare un po’ di dieta… Il mio ristorante, è un luogo dove possiamo incontrarci, senza parlare non si può fare niente”.
Konate ha 21 anni e la passione per la cucina. Arrivato in Italia nel 2014 come minore straniero non accompagnato, è prima passato per uno Spraar, poi, dopo aver imparato la lingua e fatto formazione, ha avviato con altri quattro giovani migranti – provenienti anche da Egitto, Armenia e Turchia – una start up cooperativa di catering multietnico supportata da un fondo di Legacoop.
Senza alcun problema Konate mostra la ferita sull’addome ma poi afferma sollevato: “Grazie a Dio sto bene… Queste cose non devono continuare. Io ho paura dall’inizio di questa “campagna”, da quando guardo la tv e si parla solo di immigrazione come se in Italia fosse l’unico problema. Sono troppo spaventato. A Napoli mi sono trovato bene fino a quando è successo questo fatto, ho tantissimi amici anche italiani. Come e dove vedo il mio futuro? A questa domanda non ho ancora trovato risposta, prima mi devo riprendere da questa ferita”.
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