14 sono finiti in carcere e 3 agli arresti domiciliari
A Napoli, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di 17 soggetti (dei quali 14 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, lesione personale, minaccia, violenza privata, danneggiamento, detenzione e porto illegale di arma, con l’aggravante prevista dall’art.416 bis 1.
L
e indagini, che sono state svolte dalla Squadra Mobile tra il 2013 ed il 2015, corroborate dalle attività tecniche e dal contributo dichiarativo dei collaboratori di giustizia, hanno documentato le responsabilità di capi, promotori e sodali dell’associazione camorristica “Mazzarella”, operante prevalentemente nell’area orientale di Napoli, quartiere di San Giovanni a Teduccio, che, nonostante le sentenze di condanna emesse nei confronti delle figure apicali e i numerosi arresti in flagranza subiti, è stata in grado di riorganizzarsi e di compiere azioni violente per affermare la supremazia territoriale, in particolare a discapito dello storico clan rivale dei Rinaldi.
Le indagini hanno, altresì, consentito di ricostruire il contesto criminale in cui sono maturati i seguenti fatti delittuosi, individuandone i mandanti e gli autori materiali:
Tentato omicidio nei confronti dei componenti della famiglia Capodanno, avvenuto a Napoli il 3 febbraio 2015. Nello specifico due degli odierni indagati esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco nei confronti delle vittime che si trovavamo all’interno di un negozio di loro proprietà. Tra gli astanti, scampati miracolosamente all’agguato, vi era un bambino di due anni. Il tentato omicidio si colloca nell’ambito di una lite, per motivi passionali, tra la famiglia Capodanno e alcuni dei destinatari del citato provvedimento restrittivo.
Estorsione ai danni di un soggetto, reo di non aver versato al clan Mazzarella una parte dei 100.000 euro, provento di un furto perpetrato ai danni della banca Unicredit di Napoli il 3 maggio 2015;
Danneggiamento dei locali di un esercizio commerciale nel quartiere San Giovanni, gestito da un nipote di Rinaldi Ciro, capo dell’omonimo clan, avvenuto il 22 giugno 2015. Le immagini delle telecamere ubicate nel citato esercizio commerciale ripresero due affiliati ai Mazzarella che, utilizzando mazze da baseball, distrussero e danneggiarono i beni e le strumentazioni ivi ubicate.
Nell’ambito della stessa indagine la Squadra Mobile di Napoli ha già eseguito, in data 8 febbraio u.s., un provvedimento di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 affiliati al clan Mazzarella.
Il provvedimento di fermo fu emesso in seguito ad una serie di fatti delittuosi, riconducibili all’atavico contrasto tra le citate organizzazioni criminali.
Tra i destinatari del fermo vi era Mazzarella Francesco, che dopo l’arresto del fratello Roberto, avvenuto nell’anno 2007, era divenuto il capo dell’omonima organizzazione criminale.
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