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Napoli, attentato bomba pizzeria Sorbillo: svolta nelle indagini, Clan Mazzarella coinvolto

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Svolta delle indagini sull’attentato bomba nei confronti nella pizzeria Sorbillo dello scorso 16 gennaio: secondo quanto emerso durante le indagini, sembrerebbe che la bomba intimidatoria sia stata piazzata da esponenti del clan Mazzarella per lanciare un messaggio ai commercianti della zona dei Tribunali a Napoli e ai clan rivali. Gli inquirenti, in particolare, si sarebbero concentrati su due gruppi legati al clan che da diverso tempo ormai sta espandendo i propri domini in città.

Le sinistre dinamiche camorristiche alla base dell’attentato bomba a Sorbillo, emerse in seguito all’attività investigativa, smentiscono una volta per tutte ironie e fake news. La verità, alla fine, è venuta a galla. E si tratta di una verità inquietante”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli.
Ricordiamo che battutine e le fake news sono arrivate anche da altri imprenditori. Proprio coloro che dovevano solidarizzare hanno messo addirittura in dubbio l’esistenza dei fenomeni camorristici. Qualche soggetto è arrivato a sostenere che Sorbillo avrebbe finto un attentato per farsi pubblicità. Dinanzi alle risultanze delle indagini, qualcuno dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa”.
Sorbillo, intervenuto anch’egli in diretta a La Radiazza ha spiegato di non essere interessato alle polemiche: “Non bisogna cadere nelle trappole dell’odio social. Mi preme solo pensare al mio lavoro, oramai sono abituato agli attacchi gratuiti. Alcune persone sfogano la frustrazione così ma, alla fine, la verità viene sempre a galla. Ho grande fiducia nell’operato degli inquirenti, stanno facendo un grande lavoro. Purtroppo disoccupazione giovanile e rabbia sociale favoriscono la criminalità organizzata”.

L’attività investigativa delle forze dell’ordine – proseguono Borrelli e Simioli – deve procedere senza sosta. Gino Sorbillo, Mario Granieri e tutti gli altri imprenditori colpiti dalla camorra meritano giustizia. Lo denunciamo da tempo: la malavita organizzata sta tentando di rialzare la testa. Ed è un fenomeno trasversale che riguarda anche altri quartieri. Le risultanze investigative delineano contorni inquietanti. Servono unità di vedute e blocco comune per far muro contro questa escalation.
Istituzioni, forze dell’ordine, cittadinanza e tessuto imprenditoriale devono lottare fianco a fianco. Altrimenti la città incasserà una sonora sconfitta e ne pagheremo tutti le conseguenze”.

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