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Castellammare di Stabia

Morto il cane che tre ragazzini hanno cercato di impiccare

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morto il cucciolo di Pit Bull salvato da tre ragazzini che lo volevano impiccare al cartellone della stazione ferroviaria a Gela (CL)

Morto il cane che tre minorenni hanno cercato di impiccare

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IL FATTO

Avevano già preparato una corda di colore arancione. Avevano individuato la loro vittima: un cucciolo di Pit Bull che non faceva male a nessuno. Ma tre ragazzini volevano impiccarlo. Un gesto orribile che stava accadendo a Gela comune della provincia di Caltanissetta, vicino alla stazione ferroviaria cittadina, una zona fatta di capannoni abbandonati e frequentati da balordi. Ma lì vivono anche brave persone che non sono rimaste indifferenti di fronte a quel povero animale.

Il cucciolo ha cercato di difendersi, si è dimenato e ha urlato tutta la sua disperazione. I suoi lamenti hanno attirato l’attenzione di una ragazza che, mentre i tre ragazzi erano già pronti a infilargli il cappio al collo e impiccarlo al cartellone della stazione, ha visto la scena dal balcone di casa sua e ha urlato contro i tre minorenni, chiedendo aiuto a dei passanti.

I tre ragazzi sono subito fuggiti, abbandonando il cane e la corda in quel posto. Fra i primi ad accorrere in aiuto del cucciolo sono stati alcuni volontari animalisti e fra questi Giulia Cassaro che ha diffuso su Facebook le immagini drammatiche che mostrano quanto quel animale fosse terrorizzato.

«Non ci sono parole che possano commentare tale gesto, purtroppo non sappiamo chi siano, sappiamo solo che questa gente è pericolosa – scrive la Cassaro sui social – Non è normale “giocare” a mettere fine a delle vite, per divertimento, per sentirsi fighi, per sentirsi forti… ».

Il cane è stato preso prelevato dalla ditta Dog Village e affidato all’associazione “Vita randagia”. Tyron, così è stato chiamato, è stato portato in una clinica veterinaria per cercare di curarlo dalla parvovirosi*.

IL CUCCIOlO É MORTO

Purtroppo Tyron non ce l’ha fatta. Le ultime immagini diffuse da Vita Randagia Onlus, l’associazione che si è occupata di lui, lo mostrano steso con una flebo alla zampa.

Lo si vede in foto privo di forze, consumato dalla parvovirosi e da quella lotta per sopravvivere alla cattiveria di quei tre ragazzi.

* La parvovirosi del cane è una malattia di origine virale molto severa, che colpisce soprattutto i cuccioli di età inferiore ai 6 mesi e per la quale si eseguono le vaccinazioni a partire dalle prime settimane di vita. Il virus della parvovirosi (detta anche gastroenterite virale) infetta gli animali che hanno contatto con feci di animali ammalati o in fase di guarigione dalla malattia e che eliminano il virus nell’ambiente esterno. Anche a guarigione avvenuta i cani eliminano il virus nelle feci fino a 50 giorni circa. Dal momento in cui il cane ha contatto con il virus, c’è un periodo di incubazione che generalmente può andare dai 4 ai 7 giorni; da quel momento l’evoluzione della malattia dipende dalla presenza o meno delle vaccinazioni nell’organismo del cucciolo. Gli animali che hanno effettuato e completato regolarmente il ciclo vaccinale possono non manifestare mai sintomi o manifestarli in forma estremamente lieve.

L’OPINIONE

Come sempre si è detto da queste pagine – senza con questo volere giustificare alcuno, neanche dei minorenni, anzi si deve perseguire – non si nasce “cattivi” ci dice la scienza moderna (salvo comportamenti dovuti a particolari patologie), bensì lo si diventa, assimilando ed emulando l’ambiente in cui si cresce: familiare, sociale, politico, ecc. Facciamoci, ma soprattutto, si facciano tutti un esame di coscienza (non dovrebbe fare male) nei “piani alti” fino all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico-istituzionale-giuridico, ecc. regionale e nazionale. Qualcosa, tante cose negli anni e ancora oggi, sono state di tutta evidenza fallimentari nella cosiddetta cultura e formazione in questa Isola e Penisola (occidentale, civile, costituzionale, repubblicana e democratica).

Adduso Sebastiano


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