L’ex CT dei Mondiali 2006, Marcello Lippi, rivela “mi avrebbe fatto piacere fare un’esperienza sulla panchina della Roma”
Intervistato a Non è la Radio, l’ex CT dei Mondiali 2006, Marcello Lippi, rivela “mi avrebbe fatto piacere fare un’esperienza sulla panchina della Roma”
a href="https://vivicentro.it/author/mariadauria/">di Maria D’Auria
Roma- Da oggi termina il lockdown e riprendono, dopo più di due mesi, gli allenamenti collettivi di tutti i calciatori. I conduttori di “Febbre da Roma”, il consueto appuntamento di Non è la Radio con Riccardo Mancini e Danilo Conforti, stamattina hanno intervistato Marcello Lippi, CT dell’Italia Campione del Mondo nel 2006 che si è espresso sulla pandemia, ma anche su come si riprenderà il calcio dopo questa lunghissima pausa forzata. E ancora, la sua esperienza in Cina e sulle voci che lo volevano alla Roma.
“Oggi tutte le città sono tornate a popolarsi, tutti sono pronti a ripartire in sicurezza. C’è tanto entusiasmo dopo due mesi e mezzo di sofferenza ma speriamo di avere la possibilità di riprenderci, magari anche attraverso il calcio, che viene sempre considerato come qualcosa di diverso e un po’ a sé, ma è un’industria come le altre, con tanti lavoratori normali e non solo i calciatori milionari”, spiega Marcello Lippi. “So che oggi dovrebbero riprendere gli allenamenti collettivi, poi si avrà un mese a disposizione prima della ripartenza. Ieri abbiamo visto riprendere la Bundesliga e abbiamo avuto belle sensazioni da appassionati di calcio. Purtroppo in Italia le polemiche non mancheranno mai, in ogni caso, sia nel bene che nel male. L’importante però è sempre fare le cose, non solo parlarne”.
Sul Mondiale del 2006.
“È bene che tutti sappiano questo: io ho vinto molto, ma non c’è niente di paragonabile a vincere la Coppa del Mondo con i colori del proprio Paese. È stata la vittoria più bella in assoluto, anche perché ottenuta insieme a un gruppo di persone straordinarie.
Quando si parla del Mondiale in chiave Roma si parla sempre di Totti e De Rossi, dimenticando un po’ un calciatore come Simone Perrotta: è stato un punto di riferimento per tutti, un calciatore che faceva la doppia funzione in maniera puntuale, precisa e sempre con grande qualità. Io poi lo conoscevo bene perché lo avevo avuto già alla Juventus. Chiaramente si parla sempre delle stelle, ma sono stati tutti importantissimi: su 23 giocatori hanno giocato in 21, che raramente accade in questo tipo di manifestazioni. Tutti hanno dato qualcosa, a prescindere dai minuti giocati”.
Dopo il Mondiale del 2010 il CT ha fatto una scelta coraggiosa andando ad allenare in Cina.
“Quella cinese è sicuramente una realtà diversa ma comunque di buon livello. Io poi ho allenato il Guangzhou Evergrande, che è la migliore squadra del Paese, un po’ come la Juventus per fare un paragone, ma che non aveva mai superato i quarti di finale della Champions League asiatica. Quando ho firmato ho parlato subito con il presidente, che mi ha espresso la volontà di vincere quella competizione entro cinque anni. Io ho risposto che dipendeva anche da loro, da quanto fossero disposti a investire in calciatori di livello. Poi la soddisfazione è stata grande per tutta la Cina, compreso il Presidente della Repubblica che è un grande appassionato di calcio, quando abbiamo vinto il torneo in un anno e abbiamo raggiunto anche la prima posizione del ranking asiatico, scavalcando realtà importanti del Giappone e dell’Australia”.
Veniamo alla Roma.
In qualche occasione sono circolate voci che lo volevano sulla panchina giallorossa. Ecco la risposta di Lippi se mai c’è stato un contatto. “No, quando ero alla Juventus non ho mai avuto alcun contatto con i dirigenti della Roma. Poi negli ultimi tempi qualche chiacchierata c’è stata, anche per via dell’ottimo rapporto con Francesco Totti, ma non c’è mai stato nulla di concreto. Comunque mi avrebbe fatto piacere fare un’esperienza sulla panchina della Roma, perché ogni volta che si giocava all’Olimpico, con tutto lo stadio che cantava e tifava, era davvero molto emozionante”. Infine, su De Rossi: “Tutti i calciatori del gruppo che ha vinto il Mondiale del 2006 sono straordinari. Ognuno di loro ha le carte in regola per fare qualsiasi cosa nel calcio, e De Rossi non è da meno. Qualsiasi cosa vorrà fare, sono sicuro che Daniele riuscirà a farla, perché è una persona dalle grande qualità. Potrà fare il dirigente, il team manager, il direttore sportivo, l’ allenatore, ma in ogni caso farà sicuramente bene”.
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