Straordinaria la performance che ha visto protagonisti i Percussionisti e il Coro del Teatro, impegnati in una tra le pagine più folgoranti del primo Novecento. I canti della vita e del destino, del divertimento e dell’amore: composti tra il 1935 e il 1936 ed eseguiti per la prima volta all’Opera di Francoforte sul Meno l’8 giugno del 1937, i Carmina Burana.
I Carmina Burana sono una cantata scenica, realizzata a partire da un’antologia di componimenti poetici medievali inclusi in una raccolta scoperta nel 1803 dal filologo tedesco Johann Andreas Schmeller nel fondo librario del Monastero di San Benedetto in Alta Baviera. I testi, in latino ma anche in alto tedesco e in provenzale, riprendono alcuni canti medievali goliardici, intonati dai clerici vagantes durante le loro peregrinazioni di studio e di svago nelle città universitarie europee. Aperto e concluso da un prologo che inneggia alla Fortuna, l’imperscrutabile destino che governa il mondo, il ciclo si articola in cinque parti, dedicate alla celebrazione della primavera, alla vita gioiosa e sregolata dei clerici vagantes, dediti al gioco d’azzardo come ai piaceri della buona tavola, e infine all’amore sensuale, che culmina nel racconto della storia di Blanziflor e Helena, trionfo di voluttà giovanile e di tolleranza religiosa.
Sul palcoscenico si sono egregiamente esibiti il direttore Dario Lucantoni, il maestro del coro Luigi Petrozziello, napoletano, forte di una trentennale carriera come maestro del coro, attivo, tra l’altro, all’Opera di Nantes, al Teatro “Verdi” di Trieste, al San Carlo di Napoli, al “Verdi” di Salerno e al Petruzzelli di Bari, il soprano Manuela Cucuccio dalla voce soave e molto incantevole, il tenore Shalva Mukeria, e il baritono Franco Vassallo. Molto curato e graziato il coro interscolastico “Vincenzo Bellini” diretto da Daniela Giambra, e ovviamente lunghi applausi all’intera orchestra, coro e tecnici del Teatro Massimo Bellini.
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unghi applausi per i Carmina Burana sul palcoscenico del Teatro Antico / Mariella Musso
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