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Castellammare di Stabia

Lettera di Scalfari a Matteo Renzi, e ai giovani

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“Caro Matteo non devi occuparti del tuo partito e delle elezioni che vorresti al più presto. Devi occuparti del bene del nostro Paese”

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I SONO molte cose da decidere in Italia, come pure in Europa e nel mondo intero. Oggi però a noi interessa soprattutto il nostro Paese. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiuso ieri sera le sue consultazioni incontrando la delegazione del Pd e deciderà oggi. Designerà la persona scelta a guidare il governo. Fino a quando? Non si sa. Mattarella, se potesse, vorrebbe che la legislatura durasse fino al suo termine che scade nel 2018, ma questo non dipende da lui. Si aggiunga che quasi tutte le forze politiche vogliono dar seguito anticipato al rinnovo del Parlamento, alcune con la riforma della legge elettorale, ed altre con l’attuale estesa al Senato di nuovo pienamente in vita.

Questa è la situazione che il presidente Mattarella dovrà tener presente nella scelta del nome, in particolare quello desiderato e a lui indicato dal Pd che, con la sua coalizione, ancora detiene la maggioranza assoluta alla Camera e una quasi maggioranza assoluta anche al risorto Senato, requisito che sembra esistere sempreché il partito di Renzi sia compatto e raggruppato come di fatto non è. Attualmente è diviso in sette o otto correnti, diverse tra loro e da Renzi che in teoria dovrebbe capeggiare il Pd del quale è tuttora il leader.

Per compiere un’analisi obiettiva della situazione racconterò brevemente come mi sono comportato io, non da giornalista ma come semplice cittadino ed elettore; può servire a comprendere i voti incassati dal Pd.

In tutto tredici milioni (il famoso 40 per cento che ha votato Sì) e di riflesso i diciannove, cioè il 60 per cento che ha votato No.

Francamente non credo affatto che quel 40 per cento sia interamente renziano. Io per esempio ho deciso di votare Sì seguendo la decisione di Romano Prodi e le sue motivazioni: “Ho molte obiezioni nei confronti della legge sulla riforma costituzionale e altrettante in suo favore; alla fine un esame della situazione politica mi porta a votare Sì. Il nostro Paese deve rafforzare la propria stabilità per contribuire alla stabilità europea. Stabilità e governabilità in Italia e in Europa. Se vincesse il No nel nostro referendum non avremo né l’una né l’altra”.

Così disse Prodi una settimana prima del voto e così decisi anch’io. Quello che è oggi sotto i nostri occhi ce lo conferma ed è proprio per questo che il presidente Mattarella dovrebbe cercare di convincere Renzi ad un reincarico per un governo nella pienezza delle sue funzioni.

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Renzi pensa al suo interesse, è normale, pensiamo tutti al nostro. Ma un uomo politico e di governo dovrebbe pensare anche, ed anzi “in primis”, al bene comune che non sempre coincide con il bene proprio, anzi quasi mai.

Renzi infatti desidera che Mattarella nomini l’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e/o il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, per un governo cosiddetto di scopo. Lo scopo sarebbe quello desiderato da Renzi, cioè dal “suo” partito, pronto ad affrontare la campagna elettorale con modalità scelte dal “suo” governo dopo le decisioni che saranno comunicate dalla Corte costituzionale.

(Mi permetto di aprire una parentesi a questo proposito. La Corte ha già preso le sue decisioni, tuttavia resteranno segrete al pubblico fino al 24 gennaio prossimo. La Corte è ben consapevole che operando in questo modo paralizza ancora per un mese e mezzo la vita politica del Paese e dei cittadini. Perché lo fa? Perché è la Corte il numero uno dell’Italia? A me non pare un comportamento corretto ma sbagliato. Il numero uno è il presidente della Repubblica, anche in materia costituzionale. La Corte è un contropotere, come lo è in tutte le occasioni il potere giudiziario. Se e quando il potere giudiziario si surroga alla presidenza compie un errore marchiano e già chiarito da Charles-Louis de Secondat, baron de La Brède et de Montesquieu nel libro fondamentale intitolato l’Esprit des Lois, ai tempi dell’Illuminismo).

È probabile che Mattarella dopo aver tentato di convincere lo stesso Renzi a proseguire lui la legislatura, designi Gentiloni e/o Padoan per un governo renziano; probabile ma non sicuro. La visione del bene comune di Mattarella non sembra coincidere con quella di Renzi, ma in questo caso non tocca al premier decidere ma al Presidente. Renzi, se chiamato, accetterà il reincarico o lo rifiuterà?

Mi permetterò ora di dargli la mia opinione.

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Papa Francesco, nella ricorrenza dell’Assunzione al cielo di Maria madre di Gesù, ha messo in rilievo che l’anno 2016 è stato “disastroso” per i diritti umani. “Non solo ne sono stati ricusati molti ma quelli esistenti sono stati in gran parte annullati. Nuovi genocidi si sono verificati e le diseguaglianze si sono terribilmente accresciute. Bisogna fare l’opposto ed è questo il bene del prossimo che deve impegnare ciascuno di noi”.

Su un piano del tutto diverso è intervenuto Le Monde nel suo editoriale con la prima pagina intitolata così: Brexit, Trump, Renzi…pourquoi les Bourses continuent de grimper. Ed ecco il seguito: “Da alcune settimane gli investitori sono euforici. Dimenticano le loro paure del Brexit, di Trump e di un No al referendum di Renzi. Eppure ci sono numerosi rischi politici ed economici in Europa come negli Stati Uniti”.

Non ci potevano essere due angolazioni più diverse di guardare la situazione attuale, ma entrambe coincidono nel misurare l’intensità dei mali che affliggono il mondo intero e in particolare l’Occidente e il Medio Oriente che ne è la proiezione.

Caro Matteo Renzi se vuoi dare una buona prova della tua personalità non devi occuparti del tuo partito e delle elezioni che vorresti avvenissero al più presto. Devi occuparti del bene del nostro Paese. Devi accentuare se non addirittura sostenere il tuo governo e condurlo fino alla fine della legislatura avendo come solidale punto di riferimento il presidente della Repubblica. Devi sviluppare la crescita economica e sociale, devi riconoscere nuovi diritti, l’hai già fatto meritatamente con le Unioni civili ma molti altri ce ne sono. Devi combattere le diseguaglianze, devi farti carico della ricostruzione antisismica delle zone più strutturalmente fragili della catena appenninica. Devi operare in Europa come e più di quanto hai già fatto per gli emigranti, per una sorta di Fbi europea. Devi mantenere ed accentuare il tuo ruolo europeo, con la Merkel e con Draghi come punti di riferimento.

Sono i requisiti non solo di un leader politico ma di uno statista. Se lo capirai e tenterai di promuoverti a quel ruolo, ce la farai. Così io credo.

Questa è la scelta che ti aspetta nelle prossime ore se non vuoi che questo Paese, questa cultura, questo ruolo di primazia sia conquistato da Grillo e da Salvini ormai appaiati.

Nel 2018 la legislatura sarà terminata ma i compiti di uno statista no. Fammi sognare che tra alcuni giorni somiglierai in vesti moderne a quello che furono un secolo e mezzo fa Cavour e Garibaldi: la guida politica e lo spirito rivoluzionario.

Sono sogni, non è vero? Sogni miei e mi piace sperare che possano avverarsi. In fondo anche i No referendari volevano un cambiamento. Con Grillo e Salvini? Per l’Italia purtroppo è avvenuto, spesso ci scordiamo delle pessime esperienze vissute. La storia dovrebbe insegnarlo, soprattutto ai giovani: essi hanno votato il No in massa. Ora dovrebbero rileggersi alcuni classici della nostra storia politica e sociale fino in fondo. Il No vuole un vero cambiamento in avanti o all’indietro? Ricordatevi l’antica Internazionale: “Sulla libera bandiera /batte il Sol dell’Avvenir”.

È assai singolare che sia un vegliardo come io sono a concepire l’Avvenire. Spetta a voi giovani costruire l’Avvenire. Il tempo corre, datevi da fare per l’Italia e per l’Europa, di entrambe siete cittadini e volete forse affidarvi a quelli che dall’Europa vogliono uscire? È questo l’Avvenire?

Cari giovani e caro Renzi, l’Avvenire è nelle vostre coscienze, non certo in quelle di Grillo e di Salvini. Siamo a un giro di boa. Spero che la Crociera la vinca il migliore.

vivicentro.it/editoriale
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repubblica/Per essere uno statista Renzi studi Garibaldi e Cavour EUGENIO SCALFARI


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