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Lascia un posto sicuro e di prestigio al Nord Italia per fare l’agricoltore a Valguarnera (Rino Caltagirone*)

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Valguarnera. Lascia un posto sicuro e di prestigio al Nord Italia per venire a fare l’agricoltore in Sicilia. Alfonso Accorso, 43 anni sposato e padre di una splendida creatura, ha lavorato per 12 anni presso un gruppo multinazionale del bricolage, prima a Milano e dopo a Trieste, con una esperienza lavorativa pure a Palermo. Ma non ha saputo resistere al richiamo della sua terra, al sole, alle bellezze del territorio, alle fertili colline dei monti Erei, credendo ciecamente che il suo futuro fosse proprio nell’agricoltura. Ed adesso dopo aver assaporato i primi risultati, dà un consiglio ai giovani: “non lasciate la Sicilia, il nostro futuro sta proprio nell’agricoltura, non in quella dei nostri nonni, ma in quella biologica”. Infatti, dell’agricoltura biologica ne ha fatto il proprio credo. Le molle che gli hanno fatto prendere la strada del ritorno non sono stati solo gli aspetti climatici della Sicilia e la qualità degli alimenti, ma determinante è stata l’esperienza positiva maturata presso l’azienda di bricolage, dal punto di vista formativo e professionale. Dodici anni splendidi vissuti intensamente, ma ad un certo punto della vita, innamoratissimo della sua terra, si è posto un interrogativo: Perché non tentare di mettere in campo l’esperienza accumulata a disposizione della azienda agricola di famiglia? Dopo averci pensato tanto, lascia la splendida Trieste, tra le prime in Italia per qualità della vita, per venire a scommettere il suo futuro nella sua terra amata. Accorso è a Valguarnera da circa un anno e non si è pentito affatto della scelta. Per primo con l’aiuto della sua famiglia comincia a lavorare sul logo chiamandola azienda agricola Accorso, Poi punta tutto sulla riconversione biologica. Quei campi, gestiti sin dal 1954 prima dal nonno, poi dal padre ed adesso da lui, vuol farli diventare oro. Il suo obiettivo è quello di farne un’eccellenza di prodotti tipici agricoli, diversi dal solito. Da alcuni mesi produce olio di qualità, origano, finocchietto e zafferano con quest’ultimo, chiamato “oro rosso” che sta riscuotendo in paese vasto successo. Prodotti che nella mente di Accorso non nascono per caso, ma da un’indagine di mercato che ha dato come risultato che il 70% di queste specialità vengono importate dall’estero. E allora, si è chiesto, perché non investire su questi prodotti le cui condizioni climatiche si sposano perfettamente? Ed ecco quindi lo zafferano, ma non solo ma anche origano e finocchietto. L’origano e finocchietto costituiscono per Accorso, il fiore all’occhiello della cucina siciliana visto che si abbinano a tanti alimenti compresi pizza, salsiccia, pasta con sarde etc. Per il momento i prodotti, con l’ausilio della moglie, li vende tramite internet e i primi risultati già si vedono con i mercati del Nord Italia. Sino ad adesso, essendo agli inizi, non si può parlare di fatturato, ma i segnali sono incoraggianti. Non intende però fermarsi qui. “Voglio sondare meglio il mercato dei legumi-afferma- tra cui quello della cicerchia di Aidone, un antico legume assomigliante ai ceci ma che ha un sapore tutto particolare. In più mi prefiggo dal prossimo autunno, di seminare grani antichi che hanno un ottimo glutine, facilmente digeribile”. Ma affinché l’azienda si espandi occorre però tanto denaro, ma non demorde. “Spero- afferma di poter usufruire dei finanziamenti previsti dal PSR (piano di sviluppo rurale), già approvato dalla Comunità Europea e che dovrebbero essere erogati già dai prossimi mesi. Se riceverò qualcosa- continua- è mia intenzione realizzare un laboratorio per il confezionamento dei prodotti, un bacino di acqua piovana per irrigare le colture, ma sopratutto una fattoria didattica per mostrare agli alunni i cicli produttivi.” Le idee non mancano al giovane imprenditore, ma quello a cui forse tiene di più è un messaggio ai giovani della sua terra: “Bisogna uscire da luoghi comuni come quello che non si possa realizzare nulla nella nostra terra. Il mio esempio- conclude- già lo stanno mettendo in pratica alcuni giovani che intendono puntare molto sui prodotti di eccellenza. Dobbiamo valorizzare il turismo e l’agricoltura e i giovani dell’entroterra devono puntare su quest’ultima, sapendosi però innovare e facendo sistema con altri”.

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