Una 23enne del catanese lancia la figlia contro l’ex amante. Teneva anche legata al seggiolone la bimba rompendole i denti con un cucchiaio.
Una 23enne di Acireale in provincia di Catania, madre di tre figli (due bambine di 5 e circa due anni e un maschietto di due mesi) è stata arrestata dai Carabinieri della Stazione di Viagrande, posta ai domiciliari in un’altra casa e indagata per maltrattamenti in famiglia, estorsione, furto in abitazione e uso indebito di carta di credito.
La donna vive insieme al compagno 30enne, ristretto ai domiciliari per furto, nell’abitazione dei genitori di quest’ultimo i quali tra l’altro, in particolare la madre, sono stati anch’essi oggetto di violenze e minacce da parte della ragazza nel difficilissimo periodo di convivenza.
Le indagini hanno fatto luce su una situazione drammatica con la donna capace di compiere gratuite ed ingiustificabili violenze fisiche e psicologiche nei confronti della figlioletta di due anni ma che, addirittura, hanno avuto inizio quando la piccola aveva solo qualche mese di vita.
Il compagno della giovane ed i suoi genitori erano ben a conoscenza del comportamento della donna la quale, però, aveva soggiogato l’intero nucleo familiare minacciando di rivalersi con ulteriori violenze proprio sulla bambina. La nonna della piccola ha passivamente subito ogni tipo di angheria e minaccia dalla compagna del figlio “… a te ti levo dal mondo! …”, solo perché quest’ultima aveva trovato la lavatrice ancora piena dei suoi indumenti appena lavati a anche, in altra occasione, sentire la giovane urlare al proprio figlio “… io prendo un coltello e a tua madre l’ammazzo!!! …”.
Ma un altro aspetto è l’assurda remissività del compagno e dei suoi genitori, costretti ad ascoltare e soffrire in silenzio, chiusi nelle proprie camere, le grida d’aiuto della nipotina percossa dalla madre, solo al fine di “limitare” le botte.
La bambina, come confidato dal compagno della giovane alla propria madre, aveva anche due denti rotti perché spezzati dalla madre con un cucchiaio sol perché, mentre le stava dando da mangiare, aveva avuto difficoltà a deglutire velocemente il cibo.
A denunciare tutto è stata la cognata della donna resasi conto della presenza sul corpo della piccola di segni di morsi sul viso, sulle braccia, sulla testa e di un sanguinamento dell’occhio destro per lo stesso motivo. Ha richiesto l’aiuto degli assistenti sociali del Comune di Viagrande il cui lavoro, unitamente agli accertamenti simultaneamente esperiti dai militari della locale Stazione, ha delineato un quadro agghiacciante della situazione.
È emerso che la piccola, comunque riconosciuta dal compagno della donna, era invece nata da una relazione avuta da quest’ultima con un uomo sposato di 55 anni il quale, incredibilmente, era anch’egli divenuto sua vittima. L’uomo ha dichiarato di ricevere continue richieste di denaro da parte della sua ex amante che, in particolare, lo minacciava di rivalersi fisicamente e psicologicamente sulla bambina in caso di suo diniego; in una di queste occasioni, addirittura, la donna ha lanciato la bambina sul parabrezza della sua autovettura quando aveva circa 15 mesi di età.
Nonostante lo sbigottimento per la gravità del fatto l’uomo aveva immediatamente raccolto la bambina per proteggerla dalla furia della donna che, invece, tentava in ogni modo di avventarsi su di lei per colpirla, riuscendo infine ad allontanarla, salvo poi lei minacciarlo testualmente che “… ora come salgo dentro l’ammazzo! (alla bambina) …”.
Lo scorso 25 giugno scorso, ancora a seguito di una richiesta di denaro non accolta dall’ex amante, quest’ultimo si era recato nella Stazione dei Carabinieri di Viagrande per esporre il caso ai militari nel tentativo di trovare una mediazione ed una soluzione al problema.
Ma la donna invece, appena allontanatisi dalla caserma, si è appropriata dei documenti dell’autovettura che gli ha poi restituito soltanto dopo la cessione di 40 euro, quindi rivolgendosi a lui con una terribile minaccia “… ti sei rovinato, ora vado a casa, prendo (…) e l’ammazzo di botte e se me la penso, una volte per tutte, la prendo e la butto dal balcone. Lo faccio una volta per tutte, ora la tengo al buio nella stanzetta e la tengo a digiuno. Questa cosa che tu stasera sei venuto dai Carabinieri ti farò vedere l’inferno! A tua figlia (…) con questo tuo comportamento di stasera l’hai rovinata con le tue mani, vedrà l’Inferno pure lei!!! ..”.
L’intraprendenza criminale della donna non ha risparmiato neanche i propri vicini di casa perché, introdottasi all’interno della loro abitazione, si è impadronita di una carta di credito custodita all’interno di un portafoglio unitamente al relativo pin d’accesso, effettuando successivamente due prelievi da 100 euro, come ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’istituto di credito.
Dalle indagini sarebbe anche emerso che la donna legava la piccola al seggiolone, anche dalle 12 alle 21, per obbligarla a non muoversi mentre lei usciva di casa.
La giovane avrebbe problemi di tossicodipendenza e avrebbe minacciato e picchiato anche l’attuale convivente e i suoceri quando gli rifiutavano i soldi per comprare la droga. La famiglia ha sempre taciuto per paura delle vendette annunciate dalla 23enne sulla piccola, nel tentativo di proteggerla, ma senza riuscirci.
Per la donna sono stati disposti gli arresti domiciliari in una abitazione diversa da quella dove abita con la famiglia e con divieto di comunicazione tra quest’ultima e la figlia minore, nonché la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale per 6 mesi.
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