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La ricostruzione di un ponte nella provincia Jonica di Messina. Un “mistero”

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La ricostruzione del ponte sul torrente Agrò viene annunciata, ma per qualche “mistero” non iniziata. Ne avevamo scritto nel 2018.

Ci eravamo occupati di questo ponte due anni addietro “8 Settembre 2018 Chiusi i ponti Agrò e Fiumedenisi sulla messinese jonica SS114 Sant’Alessio-Alì. Nessuno sapeva la situazione ?”. La decisione di chiusura del transito era arrivata il pomeriggio del 4 settembre 2018 a seguito di periodiche ispezioni dell’ANAS con cui era stato rilevato un aggravio delle condizioni di degrado dei ponti. Tali rilevazioni erano state in ultimo disposte in tutta la Nazione dopo il crollo del ponte Morandi di Genova ove purtroppo sono morte decine di persone ed altrettante sono rimaste ferite tra cui alcune gravi.

Il transito localmente dei veicoli fu quindi del tutto deviato sulle passerelle provvisorie già aperte al traffico qualche anno prima. Cavalcavia cosiddetti a “sommergibile” poiché nel caso di una piena dei torrenti quest’ultima passa sopra la strada senza teoricamente danneggiarne le strutture.

In realtà così non era stato per quella sull’Agrò, in quanto nel dicembre 2016 la specifica passerella ubicata tra i paesi di Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva, fu investita e sommersa da una tale quantità di acqua fluviale che ci vollero mesi per riattivarne l’uso. E ancora all’epoca il ponte era percorribile, seppure a doppio senso unico alternato, regolato da semafori, nell’attesa che si procedesse ai lavori programmati da alcuni anni di demolizione e ricostruzione.

A marzo del 2020, con il ponte già chiuso al transito, parliamo sempre di quello sulla fiumara dell’Agrò, c’è stata un’altra piena, anche se di minore entità, che però ha comunque necessitato la rimozione della sabbia sul citato cavalcavia, sicché il transito veicolare sulla Strada Statale 114 che collega la litoranea tra Messina e Taormina è stato per alcuni giorni del tutto interrotto in quel tratto.

A febbraio 2020, quindi prima del lock down dovuto alla pandemia da Covid-19 causata dal nuovo coronavirus Sars-cov-2, i due sindaci dei Comuni di Sant’Alessio Siculo e Santa Teresa di Riva, in un incontro presso la Prefettura di Messina protestarono vivamente per i ritardi nell’esecuzione dei lavori. Sicché con un successivo sopralluogo tra i citati Amministratori comunali e i tecnici di Anas, E-distribuzione, Tim, Rete Ferroviaria Italiana e Genio civile si decise, con la disponibilità di Rfi, a far spostare provvisoriamente sul ponte della ferrovia i sottoservizi (cavi elettrici e telefonici) la cui posizione impediva intanto ogni altra operosità.

Però l’improvvisa pandemia e conseguenziale fermo nazionale di quasi ogni attività che non fosse ritenuta indispensabile dal Dpcm dell’8 marzo, bloccò anche questi interventi iniziali.

Finalmente, con la fine del lock down, a maggio 2020 sono ripresi le attività sul citato ponte dell’Agrò. Pertanto le ditte preposte hanno iniziato a spostare i cavi elettrici e telefonici che servono le aree abitate circostanti. Tempo previsto per questi interventi sarebbe stato di circa un mese.

Realizzati questi preliminari lavori, l’Anas a quel punto poteva consegnare i lavori alla ditta Mit Costruttori Srl (capogruppo)-Consorzio Stabile Alveare Network-Cgc Srl-Bosco Italia Spa-Tecnolavori Srl con sede ad Adrano (Ct), vincitrice dell’appalto.

L’opera è finanziata dalla Regione siciliana con 8 milioni 966mila 250 euro, di cui 6 milioni 898mila 443 per lavori e 1 milione 071mila 556 per somme a disposizione.

Il progetto di demolizione e ricostruzione, redatto dall’Anas, prevede una carreggiata più larga e una pista ciclabile, oltre a marciapiedi e impianto di illuminazione a Led su tutto il tracciato stradale di 326 metri. I lavori dovrebbero durare 14 mesi e saranno diretti dall’ingegnere Cristiano Fogliano, capocentro Anas di Messina.

Qualcosa tuttavia continuava a non andare per il verso giusto. Infatti non si vedeva alcun cantiere intorno al ponte. Insomma non c’era in corso alcun lavoro di demolizione figurarsi di costruzione.

Così è passata anche l’estate senza che nulla si smuovesse. Il 16 settembre 2020, il sindaco di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, nonché pure deputato regionale siciliano, annunciava sulla propria pagina Facebook “… nei prossimi giorni incontreremo la ditta aggiudicataria al fine di comprendere se e quali sono le necessità, per poi così poter iniziare i lavori …”.

Anche il Sindaco di Sant’Alesso Siculo Giovanni Foti, sulla propria pagina Fb aveva scritto il 15 settembre 2020Contratto firmato e lavori consegnati. L’opera di demolizione e ricostruzione del nuovo ponte Agrò, che unisce S. Alessio Siculo a S. Teresa di Riva attraverso la Statale 114, può finalmente iniziare. Parliamo di un intervento da 8, 9 milioni di euro, finanziati all’Anas dalla Regione Sicilia. Il ponte è chiuso da due anni. Con i disagi che ciò comporta alla viabilità ed anche ai commercianti. Il traffico è stato dirottato lungo la bretella realizzata sul torrente. Un calvario lungo 10 anni, tra chiusure parziali del viadotto e corsie aperte parzialmente o a senso unico alternato. Lo scorso anno l’Anas ha affidato l’opera al raggruppamento di imprese Mit Costruttori (capogruppo)-Consorzio Stabile Alveare Network-Cgc Srl-Bosco Italia-Tecnolavori di Adrano. Quando tutto sembrava pronto per firmare il contratto ci si è accorti che esistevano dei sottoservizi: cavi dell’energia elettrica e telefonici che andavano rimossi. Non sono mancate le proteste per i ritardi, accentuati tra l’altro dall’emergenza Covid. Le soluzioni sono state trovate in seguito ad un tavolo tecnico, nei mesi scorsi, al quale hanno partecipato anche i sindaci di S. Alessio Siculo e S. Teresa di Riva”.

Dopo un mese, siamo al 12 ottobre 2020, ancora non si è visto alcun cantiere. Un “mistero”, o forse siamo in Sicilia, tanto più a Messina e provincia ed è da sempre tutto “normale”.

Le foto sono state scattate domenica 11 ottobre 2020, poco prima del tramonto, in cui i flebili raggi del sole illuminavano un ponte che appariva ormai come sfiduciato per l’annosa attesa di essere ricostruito.

Adduso Sebastiano

 

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