ESCLUSIVA – Castellammare, la scrittrice Amelia Memoli: “Bisogna credere nei propri sogni”

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Castellammare di Stabia, ieri alle ore 19, presso il Salone Viviani, ex cappella S. Anna, l’associazione “Bella Storia, ha tenuto un incontro culturale dal nome “Ti racconto una Bella Storia”

Castellammare di Stabia, ieri l’associazione “Bella Storia” in un incontro presso il Salone Viviani, ha affrontato il tema dell’adolescenza e dei suoi problemi annessi, “raccontandoci una bella storia”. La storia raccontata ieri è tratta dal libro “Era un semplice pomeriggio di primavera” la cui autrice è Amelia Memoli.

Amelia ama definirsi una ragazza come tutte le altre: ha 20 anni, vive a Sant’Antonio Abate, frequenta la facoltà di Scienze della comunicazione a Napoli. Ama divertirsi, esce con le amiche, ma scrivere è sempre stata la sua passione, anzi lei ama definirla un’ “esigenza”, perchè scrivere la fa calmare e sognare. E diventare una scrittrice è di sicuro uno dei suoi sogni. Ciò di cui Amelia non si rende ancora conto, è che il sogno si è avverato, anche se non vuole ancora essere definita scrittrice, in realtà Amelia lo è. All’età di 19 anni ha scritto un libro “Era un semplice pomeriggio di primavera”, all’interno del quale è narrata la storia di Ludovica, che è alle prese con le sue problematiche adolescenziali. Ha avuto il suo primo amore di nome Riccardo, un amore destinato a finire. O forse no.

La Redazione di VIVICentro.it è stata presente all’evento di ieri, e ha avuto la possibilità di parlare con Amelia:

Aldilà del tuo sogno di voler scrivere un libro, quale è stato il sentimento che ti ha portato a farlo?

Ho voluto usare la scrittura come rinascita, come punto di partenza, come modo per far capire alle persone che non sono le uniche a vivere disagi, legati al mondo dell’amore, dell’amicizia e della famiglia, sono problematiche attuali di tutti i giovani. Se uno di noi ha un problema, ci si può confrontare e parlarne tutti insieme, superando tutto.

Ludovica, la protagonista del libro, è una tua creazione. Quanto di te c’è in lei?

Sicuramente, per quanto riguarda il personaggio di Ludovica, da 1 a 10, mi ci rivedo 8, perchè comunque da zero non si può partire, ovviamente la protagonista la inventi un po’ tu, ma per dare un senso di verità al personaggio, si può inventarlo così dal nulla, quindi in Ludovica c’è tanto di me e ci sono alcuni riferimenti alla mia vita, però quando uno scrive la fantasia viaggia, e riferimenti che si fanno sono anche per il pubblico e per far arrivare di più il personaggio. 

Che messaggio manderesti ai giovani che si trovano oggi a dover fronteggiare situazioni difficili e che combattono per far sì che si realizzino i propri sogni?

Mi voglio collegare al combattere: per noi giovani, essere presi in considerazione è difficile, e non tutti riescono a credere in noi e nelle nostre capacità. Per questo voglio dire ai giovani come me di credere in loro stessi in primis, di fare esperienze, di provarci sempre e sbatterci la testa, e se va male, allora pazienza, ma almeno potrete dire di averci provato, senza rimpianti e rimorsi. 

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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