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Castellammare di Stabia

Crocetta rinviato a giudizio per corruzione

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L’ex Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, di centrosinistra, è stato rinviato a giudizio dal Gup di Palermo per corruzione.

Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela nelle file del centrosinistra, autodefinitosi all’epoca “sindaco antimafia”, poi ex deputato europeo nelle file del Pd e vicepresidente della Commissione speciale antimafia (Crim) dell’Unione europea, infine ex presidente della Regione Siciliana, ieri è stato rinviato a giudizio dal Gup di Palermo con l’accusa di corruzione perché avrebbe ricevuto due bonifici, in tutto 10mila euro, che dovevano andare al suo movimento Riparte Sicilia, nato per le regionali del 2017 e mai diventato una realtà politica. Crocetta dovrà spiegare ai Giudici il perché di quella somma, difendendosi in Tribunale dall’accusa di corruzione insieme al suo ex segretario, Massimo Finocchiaro, e all’armatore Ettore Morace. È stata stralciata invece per motivi di salute la posizione del padre Vittorio Morace.

Il Giudice si è dichiarato incompetente per territorio per tutti gli altri indagati, quali l’ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale Girolamo Fazio, il deputato regionale Marianna Caronia, la dirigente regionale Salvatrice Severino e l’ex sottosegretario Simona Vicari (ex sindaco di Cefalù in provincia di Palermo, ex deputata regionale, ex senatrice del centrodestra comprendo la carica di vice-capoguppo dell’allora PdL – Partito della Libertà di Berlusconil – nonché Sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico, rispettivamente nel Governo Letta di centrosinistra, confermata in tale incarico nel Governo Renzi e in quello Gentiloni entrambi di centrosinistra) anche lei indagata per corruzione e ha rimandato gli atti alla Procura affinché li trasmetta a Trapani, sede, secondo il Magistrato, competente sulla vicenda.

Crocetta invece comparirà a febbraio davanti al tribunale di Palermo insieme a Morace, che è stato rinviato a giudizio per questa vicenda, mentre per le altre accuse si troverà davanti al Gip di Trapani.

Ci si era già occupati di questo procedimento con gli articoli “17 Febbraio 2019 Chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Siciliana Crocetta” e “14 Luglio 2019 Sequestrati a Trapani beni per dieci milioni di euro ad ex armatore (video)”.

Il procedimento infatti nasce dall’inchiesta sull’armatore trapanese Ettore Morace, il patron della Ustica Lines, poi diventata Liberty Lines, incaricata dei servizi di collegamento con le isole minori. Per il Procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Francesco Gualtieri, i Morace, proprietari della più grande compagnia marittima di aliscafi d’Europa, la trapanese Ustica Lines, poi ribattezzata Liberty Lines, avevano creato un vero e proprio sistema corruttivo potendo contare sulla complicità della Severino, allora dirigente dell’Assessorato regionale ai Trasporti. Era lei a fare i bandi per i collegamenti con le isole minori. Bandi che avrebbero favorito gli interessi della compagnia di navigazione degli armatori napoletani. Dall’inchiesta emerse che grazie all’aiuto della dirigente, i Morace, attraverso le cosiddette compensazioni finanziarie, avrebbero guadagnato in 6 anni 10 milioni in più di quanto legittimamente gli sarebbe spettato. La Severino sarebbe stata ripagata con regali, viaggi e l’assunzione della figlia. Uno scambio venuto meno quando al suo posto arrivò Dorotea Piazza, la nuova funzionaria, insospettita dai testi dei bandi, si rivolse agli inquirenti. I Morace avrebbero potuto contare anche su un’altra serie di funzionari che, in cambio di viaggi gratis sugli aliscafi della compagnia, avrebbero contribuito a predisporre bandi di favore.

Giuseppe Montalto, invece, si sarebbe speso per far lievitare la liquidazione che Morace avrebbe dovuto dare a Marianna Caronia, ex deputata regionale ed ex dipendente della Siremar, società acquistata dagli imprenditori. Simona Vicari, ex parlamentare e sottosegretario, avrebbe caldeggiato un emendamento alla Legge di Stabilità che, incidendo sull’Iva nei servizi di trasporto marittimo, avrebbe fatto risparmiare all’armatore un milione e mezzo, causando, però, un ammanco di sette milioni nelle casse dello Stato. Per ringraziarla, Morace le avrebbe comprato un Rolex da 5.800 euro. E l’acquisto dell’orologio, commissionato alla segretaria dell’armatore proprietario della Liberty Lines, tra le maggiori compagnie europee di aliscafi, fu captato nelle intercettazioni dai carabinieri. Come pure i ringraziamenti di Vicari. Girolamo Fazio, infine, all’epoca candidato sindaco a Trapani, si sarebbe attivato, in cambio di regali, favori e sostegno finanziario alla campagna elettorale, nel bloccare consulenti regionali sgraditi a Morace, nel perorare un suo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa su una gara annullata dalla Regione e favorire nelle scelte politiche e amministrative l’armatore.

A

dduso Sebastiano

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